Sottosopra

Quando entro in camera
Riesco a identificarmi
Negli oggetti che lascio sparsi,
E se nei miei occhi
Appare il tuo viso
Immagino anche la tua mente
Che liberamente cambio
Così come la voglio

Che rabbia ogni volta
Che dentro e fuori di me
Cerco qualcosa, ma inutilmente.
Allora m’abbatto
Sul letto disfatto
Che è dai miei nervi
Esageratamente tesi,
Avvolto.

Dovrei rimettere tutto
Sottosopra
Per ricominciare ancora,
Ma quest’idea presto m’abbandona.
Potrei raddrizzare
I miei pensieri
Ricordi com’ero triste ieri?
Forse rischierei di diventare
Terribilmente banale,
E allora sottosopra
Ridendo, m’illudo
Di non fare più del male.

Se vi sento giudicare
Senza aprirvi al diverso
Io da voi mi distacco
E non parlo
Se non con me stesso.
Mi farò conoscere
Solo da chi considero
In grado di volerlo fare,
Così comincio ad amare

E quando ho paura
Mi chiedo il perché
Ma è nella mia natura
Far credere che non ho bisogno di te.
È profondo il mio tormento
Chissà se potrà consolarmi
Il tuo innocuo lamento

Dovrei rimettere tutto
Sottosopra
Per ricominciare ancora,
Ma quest’idea presto m’abbandona.
Potrei raddrizzare
I miei pensieri
Ricordi com’ero triste ieri?
Con fiducia sconfiggerò
Le mie pene,
E sottosopra
Credo che in fondo
Non è poi così difficile
Poter stare bene.

(Parma dal 9 al 11/12/1999)

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