Moneglia, 17/11/17

Ecco, la mia faccia giá la sapete,
è inutile fotografarla mentre mangio
focaccia di Recco seduto in spiaggia
dopo un bagno freddo da far urlare
le ossa, come quel finale di sogno
in cui scagliati contro una madre
indifferente, una serie di vattene
disperati da bruciare gli occhi.
La rabbia in ogni cellula,
cementata viva.
Il paese è pacifico deserto
da attraversare: ogni vicolo,
la brezza, l'onda lieve che bacia
la riva, il contorno delle colline
a farmi da corona, il richiamo
dei gabbiani volteggianti nell'azzurro
pastello o in attesa di elemosinare
un avanzo del mio pasto, deserto
anche le poche persone presenti,
anziani francesi giocatori di bocce:
figure metafisiche attutite come la neve
del Sillara riflessa da vicino sulla Cisa,
e attutiti certi giudizi fosser'anche
ingenui e precisi, dedicati e depositati
da pulpiti ben poco presentabili.
Li sciolga lo iodio insieme
al catarro incrostato in gola.
Quasi nudo, dietro me
misurate decorazioni luminose
a quest'ora spente, e sorrido
nell'ipotizzare l'invenzione insidiosa
del mio "Concerto malinconico di Natale".


Moneglia, 17 Novembre 2017

Apofenia


Cerco nei numeri e nei nomi
connessioni da cui inventare conclusioni,
cerco nei gesti dolci e nei tuoi occhi
la chiave che disserri la gabbia,
cerco di svegliarmi dal coma
e trarre braccia dal mare,
cerco di ridurre al minimo i consumi,
cerco bocche da pescare,
cerco di evitare feste affollate
e follie da spiegare,
cerco di smettere il compiacimento
nel dolore, le persone lamentose,
cerco un viaggio che mi sconvolga
che sciolga i legacci ai polsi,
cerco nelle date i ritorni
e nei ritorni ricordi buoni,
cerco canzoni da incantare,
cerco di far sorridere
mi trovo a sorridere,
cerco fantasmi
svelo lenzuola.


12 Novembre 2017

Varchi


Corpi in corsa verso varchi
aperti portanti sopra
arcobaleni per scagliarsi
contro scogli e cogliere
dell'altro il meglio spruzzato
dalle arterie: fili rossi
di pupazzi ricrea materie,
mattine radioattive dove
l'occhio socchiuso filtra
la coltre e trema la morte.


4 Novembre 2017

Dissonanze


Dissonanze aperte sotto le dita
non foss'altro per non lasciare
così sospeso e muto quel sentire strano
che insomma non puoi nemmeno
palesare più di tanto
come dipinto ricco di particolari
da accecare il passante
e allora via di due pennellate
gettate e distorte
via di scricchiolar di foglie
via di sigarette e oscenitá
via di sguardi obliqui e parole
tagliate col limone
via la punteggiatura
via la comprensione la compressione
il freno frigido dell'addomesticabile
senza seni e senza mani
al loro vagabondare i cani


4 Novembre 2017

Rinoceronte


Leggero come rinoceronte
attaccheró al soffitto
l'ultimo sospiro di piacere,
l'ultimo anelito di attenzione
nei miei confronti, e scaravolteró
i meandri fino a trovare la causa
degna di riversamento, che ce n'é
da combattere a unghie dentate
fino all'esplosione del momento.
Saranno ancora metafore
le lance da affondare
nel ventre del nemico
o secco come cipresso
precipiteró intero?
La parola é nuda.
Lava di ghiaccio.
Sangue acido.
Amore armato.
La parola é nuda
e la vanitá padroneggia.


24 Ottobre 2017

Improvvisa-monte


Aveva proprio bisogno di disintossicarsi
dalla cittá, di attraversare la fatica da solo,
di scrollarsi il "dovere" dalle dita,
e lassù... lassù... che incanto!
(il mare lontano; il suo amore)
Poi giù nel bosco una volpe
curiosa e furtiva
in cui un po' si rispecchiava...
e ancora non gli bastava:
tutta quella bellezza gli chiedeva
di svuotare la mente completamente,
così un prato...
dall'abbandono il pericolo: una serpe velenosa!
"Via! VIA! VIA!"
Finalmente gl'importava più di nulla.

Orfano di radici
ho adottato il cielo.


24 Ottobre 2017

Divinità


Dei colori che si fanno più intensi quando decadono.
Dei battiti che si riallineano al pensiero quando si raffreddano.
Dei corpi che bastano a se stessi quando si fondono.
Dei porci che razzolano nella loro merda, eppure li mangiamo.
Dei silenzi in cui mi rinchiudo quando ho male dappertutto.
Dei gesti gentili che elargisco quando ho bene dappertutto.
Dei cieli d'ossa e cemento e ogni spiraglio di luce
é una liana a cui aggrapparsi.
Dei ricordi che più li uccidi e più tornano vivi come bestemmie.
Dei ragazzi camminano per strada e le loro urla
sono la cosa più semplice del mondo.
Dei tempi persi e quelli conquistati e infine dilatati.
Dei sorrisi e dei pianti, dei gridi di battaglia, dei suoni buoni,
dei sogni in cui sarebbe bello rimanerci o ancor meglio, di farne nuovi.
Degli dei e degli eroi, come degli amori che sono ridicoli,
che sono polvere, che sono desideri di esseri irrealizzati.


19 Ottobre 2017

Poesie per un'escursione nel bosco


I. Introduzione al silenzio

Shhhhh! Shhhhhhh!
V'inizio al silenzio.
Il silenzio.
Quel silenzio che fa godere
appieno della meraviglia,
dell'esistenza,
della luce che cade obliqua
e risorge dietro gli occhi
a scoperchiare l'organo divino
della contemplazione che si nutre
di silenzio e lentezza
fino a portare nel regno del mistero,
della fantasia, l'arcano che si fa carne
ed entriamo in contatto con il segreto
acceso, con ció che sembra andato
ma é sempre presente:
nei cicli di vite
in trame intrecciate di fiabe
ai sensi che si sciolgono in amore
come nell'amore qualsiasi
messinscena é reale...
i colori delle stagioni ci vestono,
folletti zompettano fra le vene,
le ombre degli alberi sono streghe
che ridono prima di bruciare,
chitarre e flauti e parole
armi di poesia nelle mani
di selvatici pastori,
frusciar di lupi fra le foglie,
noi stessi animali e fantasmi...
passi che si muovono
sul ponte sospeso,
specchio d'acqua
e non saremo Narciso e nemmeno Ofelia
sí l'increspatura stessa del vento
e in silenzio, come sassi alchemici
tocchiamo il fondo: dorati scrigni
per chi ancora ci cercherá...
Shhhhhh!


9 Ottobre 2017
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II. La fata innamorata

Su col vento di mare
con il polline e la magia
mi son lasciata trasportare,
ho attraversato il crinale
fino a scollinare, fino a cadere...
impigliata in cima all'abete
non so quanto ho dormito,
certo ho aperto gli occhi ed era notte...
un'ombra rossa, veloce
rotolava davanti ed io
di nuovo libera di fluttuare,
allora volli sapere chi d'un tratto
m'aprí il cuore che di clorofilla
sgorgava, e dove mi muovevo
scoppiavano le more
fiorivano le stelle...
"Chi era? Chi era?"
Lo volevo con me, lo volevo accarezzare
ma non riuscivo a tenerne il passo...
appariva, scompariva tra le rocce,
ghignava fuggendo dalle case
e vacche e cavalli scalpitavano
nelle stalle con le loro feconde trecce.
-Prendi i miei capelli
e legali stretti alla tua scia!
Se mi faccio lupo t'avvinghierai
alla mia criniera e giù insieme
a valle ad affogarci di sangue?
Se divento albero cavo, verrai
a rifugiarti nel mio tronco
quando il sole ti minaccerá?
Se fermo il tempo cesserai
di saltare senza tregua
mio piccolo matto folle folletto?
Ecco invece mi hai contagiato
e sbatto come civetta ferita
fra le fronde, chè sembran valanghe
d'inizio Primavera i miei pensieri!
Io che realizzavo i vostri sogni
chi si cura ora dei miei desideri?


30-31 Luglio 2017
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III. L'uomo selvatico

Il gregge adesso dorme
e il latte fermenta a generare
universi che ora ch'é sera
rimiro tra il fitto del bosco
perdendo lo sguardo nel cielo,
e ascolto alberi, rocce, linci e volpi,
fanciulle dell'acqua con cui
fare l'amore, che ho tutto d'assorbire,
da trasmettere, nulla da tremare:
il pericolo accade se ti fermi
e pesi la tua paura
ma qui ogni cosa m'è sorella
fatti come siamo della stessa terra
con cui mi sporco le mani
e volo leggero a conquistare
energia liquida al centro del petto
e altri cosmi ancora.
Eccolo il grande faggio rimasto muto
per secoli e secoli, indicarmi una galassia
col suo ramo piú alto, e racconta
di creature rimaste imprigionate
fra il proprio riprodurre ossessivo
frutti vuoti dai suoni tintinnanti,
poi si rompono e nessuno aggiusterá;
di pietre di fuoco scagliate contro
altre creature, e incendi che sono
matricidi, e non ne capisco il senso!
Non capisco quando dice di confini,
di vergogna e altri mali cosí
snaturali, cosí orrendi.
Mi sveglio, torno a inerpicarmi
a passo lento, nudo
in questa calda estate.
Lecco muffe, sguscio serpi,
spezzo e fascio tronchi,
strozzo cervi, apro fiumi,
disimpiglio dalla barba
precipitate stelle.


31 Luglio 2017
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IV. Notte di un fauno

La pulsione... dico, la pulsione
a possedervi uno ad uno
o tutt'insieme, a trarre da voi
ogni goccia di piacere, e a rimandarlo,
che in fondo se siete saliti fin quassú
era proprio quello che volevate,
se vi siete lasciati incantare
dai suoni del mio flauto sin dall'inizio,
fino a stringervi intorno alla mia ombra.

Vi ribrezza la mia figura caprina?
Che importanza ha? Ora che la notte
mi cela, vibrate solo del mio folle
desiderio, lo spirito selvaggio
che aleggia in questi posti,
che nutre ogni singola foglia
ed é fulmine incastonato
nell'occhio del lupo, del cinghiale
e anche nel vostro...
io lo vedo, io lo so come siete fatti
quando rompete i freni della vostra mente,
quando il vino scioglie ogni illusione della ragione
e non fate piú distinzione
tra ció che é giusto e ció che é bello.

Ora che Apollo con la sua lira
s'é girato dall'altra parte,
ora che le Ninfe, sensuali
quanto vili, si sono annegate,
ora che il mio Capricorno
è ben stampato in cielo,
ora che le libere streghe
danzano sulle cime,
io vostro Fauno, vostro Pan,
vostro Diavolo, v'invito
a unirvi al mistero che sono,
al disordine che risorge
attimo per attimo, gettando via
il giudizio che vi piomba i piedi,
giorno per giorno, e le vostre ali
si aprano ad accogliere il senso del volo.

Adesso che siete già un po' più miei
e io vostro, non posso soffermarmi
oltre, devo correre a sedurre
altre anime e altri corpi
all'infinito, così, con le parole
di Puk, per ora, vi saluto:
"Vi auguro sogni felici
se sia ben vero che siamo amici
e ad un applauso tutti vi esorto
poichè ho promesso che ad ogni torto
a voi usato per insipienza,
gentile pubblico, faremo ammenda!"


3 Agosto 2017

Piccoli labirinti


Piccoli labirinti
in cui perdersi
e ritrovarsi,
contorcersi
e distendersi,
chè la mente non è
una linea piatta
-quelli sono i morti-
ma una strada di montagna
che porta alla propria vetta,
una scala di lettere,
un mazzo di poesie
da regalare, di cui nutrirsi
come mucche al pascolo,
un luogo dove ogni guerra
è solo una storia
è solo un fantasma
e se non lo è lo sarà,
così fra le pagine
si sdraiano bimbi
tiran su la copertina
cantano una fiaba
sognano disegni
insegnano agli adulti
che ogni legno
se si fa cigno
è un incanto.


30 Settembre 2017

Macerie


Qualcuno stringa mio figlio
ancor prima che esista,
ho mani occupate
a scrostare tramonti.
Qualcuno estragga il mio amore
dalle macerie,
ho braccia arrugginite
dalle intemperie.
Qualcuno asciughi i miei occhi
dalle tue lacrime,
è un mese, più di mille
che torni a bucare la camera dei sogni,
a riempire ogni angolo della mia empatia.

No, il Natale non m'importa poi
se non sul tuo divano abbracciati
a guardarci un film.
No, non m'importa poi
dimostrare chissá cosa,
le ombre svaniscono come te
e i vaffanculo ricacciati in gola.

Ognuno si ritrova
a parlare di se stesso
per quanto in modo astratto
per quanto di riflesso.
Ognuno ha i propri graffi
i suoi strazi in fondo al petto
a masticar macerie
cadute giù dal tetto.
Per quel che mi riguarda
sopravvivo e scrivo,
mi perdo nei ricordi,
ne faccio lastrico e ci cammino.

Sì, giro le dita, sguscio un pistacchio,
conto i giorni che mi rendano al sole.
Sì lo so, mi sfugge sempre
dell'abbandono la ragione
e aspetto solo un altro
Sì, cambio le carte, non chiedo perdono,
anche il desiderio più bello può diventare prigione.
Sì lo so, mi sfugge sempre
dell'abbandono la ragione
e aspetto solo un altro sì...


26-28 Settembre 2017




Tramontando


(rieccomi)
al centro
(rotto come tuorlo)
dissolto
(dipinto)

come riesco a girare intorno
e a restare innocente?
(il pensiero è esterno)
il silenzio è assenza
(non giriamoci intorno)


Fiascherino, 21 Settembre 2017

Transfelinazione


Ecco una coda, pendolo
e termometro delle emozioni
senza giustificazioni da parare
in faccia ai giudicanti
e alle stupide paure,
una coda da sventolare
quando mi sento amato
o sono pronto a consumarmi
intero, da arrotolare
se ricordo che la vita
mi cattura in tutti i suoi spasmi
e rilascio miagolii e tornano
carezze di balsamo,
da strusciare contro gambe
frementi e notti silenziose.


31 Agosto 2017

Condizionale


Se esistessero chiavi semplici
per accedere alla via del coraggio
verso scelte che portino
non certo a una soluzione certa
pretendendo sia quella giusta
sin dal primo colpo, ma quantomeno
ad aprirsi all'imprevisto, al viaggio,
allo scorcio di giustizia su un paesaggio
così sconcertante, disseminato
di cadaveri e teste piegate
a disperarsi per così poco amore,
a riconoscere fratellanze a chilometri
e sguardi che ti accelerino il battito,
se sapessimo abbattere il silenzio
quando è solo maschera vile
che non ti accresce, che non fiorisce,
se cancellassi il condizionale
da ogni intenzione e verso
avrei già preso il volo
sopra il precipizio.


25 Agosto 2017

Tuorlo


Galleggia il cranio
sullo specchio del cielo.
Sono uno, cerco ornamenti.
Ho una risposta che scorre
e parla, parlano i sassi
sul fondo del letto,
parlano i tuoi occhi
limpidi e sordi
in cui anestetizzo
i miei nervi tirati
e lascio andare la sfiducia.
Reciproca. Sconclusionata.
Così letale dentro
il labirinto del definito.
Liquido è il sogno e liquido è esserci.
Ci sei, ci sono, ci siamo
qui nel mezzo del marmo
e galleggiamo inscalfibili,
cadesse pure la montagna.
Giochi d'ombre i nomi.
Sotto lingua il calore del centro.


Varsi, 18 Agosto 2017

Amami in silenzio


Amami in silenzio.
Non spiccicare fiato.
Attaccati alla mia schiena
e sii patella e muschio
mentre io scorro nel mio letto
e ambisco ad esser goccia
che si spanda dentro il lago
del tuo occhio.
Ho un sasso sotto il piede,
lo schiaccio
fino a sentirmi dall'altra parte.
La risposta è nel tuffo.


Varsi, 7 Agosto 2017

Letture estive...


Letture estive
da fare ad alta voce
nell'intimo crepuscolo
al limitare della perversità
di un sogno oscuro
che si fa sibilo folle
tra la folla discreta
e le foglie timide nel muoversi
per paura di rompersi
e lasciare alla parola
il potere di farsi zanzara
affamata d'ogni goccia
segretamente rossa,
apertamente viva.


26 Luglio 2017

Geyser


Si dice non sappia esprimere
i propri sentimenti, o forse
lo fa in altro modo, per lo più
con maschere sbieche
frasi verticalizzate
effetti boomerang
o ancora, quel che prova
ribolle sotto cicatrici
e da qualche altra parte
esplodono inaspettati geyser
da cui bisogna stare riparati,
allontanarsi, magari pregare,
scendere a valle, godersi
i benefici delle acque termali.


22 Luglio 2017

Fluidità


Gli occhi si muovono
sulle cose che si muovono
sugli occhi che si muovono...
respiri, foglie, notizie
più o meno vere, amori
e giustificazioni, e non di rado
se non sei di marmo
anche nella sacca scrotale
è un feroce vorticare.


19 Luglio 2017

Ricordi d'infamia (sul Monte "anima in" Penna)


Superare i propri limiti:
se hai caldo abbi ancora piú caldo,
fino a disidratarti: inerpicarsi
a tutto sudore e gustarselo
con la lingua sulle labbra.

Lo vedi l'oceano?
Vabbeh, un piccolo oceano.

L'unica via di mezzo, per me:
fare la media di sensazioni estreme:
il nulla e il tutto.


6 Luglio 2017