Cola il naso


Cola il naso, salgono
le sigarette, le foglie
vagiscono e il bisogno
di calore, che si sciolgano
le vie, percorsi d'amore
dove portarci, fino a dire
ch'è libertà e fiducia
e il nostro corpo s'inchina
al sole di marzo, tra versi
buttati prima di scendere
dall'auto, solo per tenerti
stretta fra le costole
e lasciarti sgorgare limpida.


Parma, 14 marzo 2019


Avanzi a tutto petto


Avanzi a tutto petto
tra la gente, a ribadir
bellezza e forza di chi
ancora subisce diseguaglianze
immeritate, che continua
l'esser pensati esseri minori
per pregiudizio, per frustrazione,
per ambizione di potere elitario
e violento, e non sarà certo
un fiore a consolare, semmai
a splendere dall'abisso costretto,
e portarsi addosso la gioia della lotta,
la grazia dei tuoi movimenti armati
e andar fiero dell'esser donna
anch'io, insieme a te,
indomita timida musa.


Parma, 8 marzo 2019


Zanzare in gabbia


Zanzare in gabbia sforano
l'atmosfera con il loro incessante
ronzio, talvolta ne scappa una
e buca la tua pelle fino ad allora
pacifica, liscia, fremente
d'esser presa da mani ferme,
quelle stesse mani che dovrebbero
schiacciare il vampiresco insetto
a prudere il momento, pieno
se non sfiata in situazioni
non richieste, inesistenti,
come a voler dimostrare
un'oltrerealtà migliore
ma che da lì va solo a pescar
ciarpame. Punto. Sutura.
Aprire le gabbie. Gustarti
nella mia bocca, suoni
di petali viola per i sentieri
e sole schiumato nei torrentio
di montagna, quietarmi,
esprimerti in un semplice
gesto di desiderio, e attraversarlo.


Parma, 7 marzo 2019

Fin quando sei qui al mio fianco


Fin quando sei qui al mio fianco
ti tengo stretta e sputo via
ogni sentenza, e lascio spazio aperto
a quel che arriva, come manciate
di semi bianchi sparsi fra i nostri
corpi e se poi mi perdo, perdonami,
ci sono meandri e fossi e poi risalite
e persone che chiedono aiuto
a non possiamo non rispondere
e bisogna che sfami il nostro
respiro, a volte singhiozzante, a volte
fermo, a volte i battiti si fanno bestie
notturne fameliche, altre macigni,
altre ancora sbocciano di luce
e hanno i nostri occhi.


Parma, 1 marzo 2019

E una mattina apri gli occhi


E una mattina apri gli occhi
che la pelle ha disegni mobili
come grovigli di serpi,
e succhiano sperma
da ogni cellula e insaziabili
si moltiplicano, arrivano
altre bocche folli a svuotare
il senso, rimane solo fame,
assoluta, tra le piaghe del tempo
tamburella sulle tempie,
e brucia, bruciano le chiese
con dentro parenti, insegnanti,
predicatori, dall'altare cade
uno specchio in cui dentro
ci sei tu, bambino arrabbiato
con lacrime di sabbia, rivoltato
torni serpe e torni apnea notturna
che il sonno è buono per chi
ha corde molli dalle mani
e non per chi le ha strette al collo,
simuli un sorriso per i fotografi
e frantumi il cuore in sassi
e disperi comprensione, ma il cielo
è troppo vasto per essere contenuto,
cerchi amore e tremi contro
i tuoi stessi muri, salgono le serpi
su per i piedi, dai amore e diventi
un lapidatore, le serpi si attorcigliano
al sesso eretto, urli un nome,
bestemmi e una vena si rompe,
cade il veleno, la fame si fa ombra
che ingloba il cortocircuito,
i silenzi hanno un sibilo
a lambire prede irraggiungibili.


Parma, 28 febbraio 2019


Un'alba di fine Inverno


Un'alba di fine Inverno
si erge dai monti innevati
che al sole resistono,
collo che spicca dalla schiena
orlata e rossi capelli in cima
raggruppati; una canzone
urlata ci evidenzia, ci avvicina,
e fremo, esplode pazza
la mia voglia di mangiarti
e la sicurezza con cui ti scopo
vuole essere la stessa
con cui posso viverti,
con cui devo fluire
disarginato verso la vita,
e ci lavoro con arnesi
e mani nude, per afferrare
il cielo in cui ti ho spalmato
e ti suono con dita forti
mia arpa, lacrime d'amore.



Parma, 23 febbraio 2019

Il mio cuore bacia il tuo


Il mio cuore bacia il tuo
così, semplicemente, appassionatamente,
che tutto quel che abbiamo da costruire
lo costruiremo, contro le paure
e le mancanze, quelle sì da distruggere,
e ancora essere orchestra
che se talvolta dissonante,
svelante unicità prolifica,
pienezza di momenti,
cadenze e rinascite,
e mai perdere il desiderio
di venirci addosso, incontro,
dentro, che abbiamo scelto
di esserci, e ci sono, ci siamo,
imparo a rassicurarti, rassicurarmi,
scoprirmi, ascoltarti in miglioramento,
donarmi nudo e placido, prenderti
belvamente per quel che sei,
e quel che sei è la mia benzina,
così i nostri occhi non si nascondano
a quelli dell'altro, così i tuoi occhi
sono fonte di sensibilità estrema
a cui non rinuncio, mi nutri.


Parma, 21 febbraio 2019

Lasciati trafiggere da dardi


Lasciati trafiggere da dardi
distensivi e sguardi tenui
e affamati, che l'aria si frappone
all'ansia, alle aspettative
così fuori dalle mani,
che quelle colgono solo
quel che nel cuore è disegnato,
graffiti rupestri in attesa
di lanterne speleologhe,
e nulla ti distragga mai
dal percorso, nemmeno io
che ti accompagno amorevolmente
lungo le coste e intorno alle spirali
per uscirne più forti dall'altra parte,
e certo ho le mie turbe coi fiocchi
ma insomma, ho anche baci
e reazioni e scemenze e luce
da condividere con te e la pazienza
è un albero da arrampicare
in cima alla collina
e tu sei l'angelo in mezzo
alla scena che muove il vento
dentro le mie rughe.


Parma, 20 febbraio 2019

Tagliami come aquilone


Tagliami come aquilone
e srotolami e tienmi con mano
ferma che ti trascino via
fin dentro l'aura dorata 
della luna e silenzi vorticosi
e notti che non dormono 
e vibrazioni del sangue
fino a sfociare in un campo 
dove nei cerchi gli alieni 
hanno fatto casa 
e noi gocce di fame perpetua
ci imbocchiamo come uccellini
come lupi che sbranano l'alba
ed esausti i respiri sono zolle
pronte a rigermogliare,
barca che ci culla
il domani.


Parma, 19 febbraio 2019

Ora non ricordo


Ora non ricordo se fu a me
che fu detto: "No, con la vita
non ci siamo proprio!" o a qualcuno
con cui m'identificai, che van bene
le parole e tutto, ma poi la mia pazzia
è questo silenzio in cui m'ingarbuglio,
che se vi riaffioro ne esco striminzito
o deviato in personaggi estremi e ancor di carta.
Questo silenzio. Folle.
Battito di testa contro uno specchio.
Mani ghiacciate che scricchiolano.
Urla e morsi e porte sbattute contro un bimbo.
L'amore che prova a uscire e poi si tappa,
esce e poi si schianta.
Un silenzio che è un abisso.
Rumore di costole, si staccano dallo sterno,
vola cuore ora!
E luce dal basso verso l'alto
e musica in ogni angolo
a compensare questo silenzio irrisolvibile
e desideri inespressi che chiudono
gli occhi piuttosto che odiare ed essere
odiato. E non saper come fare a respirare,
sin dal primo giorno.
Allora insisti Amore, tienimi unite le ossa.


Parma, 17 febbraio 2019

Insomma, che a parlar di me...



Insomma, che a parlar di me
sono il primo a prendermi a schiaffi
e vorrei solo lasciarmi sgretolare
lungo le rive e avere cieli al posto
degli orologi, così catturare l'ultimo
spicchio di sole come a volerci tenere
accesi insieme, contro i demoni,
contro i freni, contro la paura di essere
se stessi, fosse per evitare di ferire,
eppure sentiamo quanto calmi
lievitiamo come semplici pagnotte
e lasciamo che sia l'amore
a trasportarci oltre i ronzii
e i tremori del midollo,
così sarà sempre la prossima poesia
a farti girare ancora di più la testa,
e poi chiudere gli occhi sul mio petto,
i miei sulle tue gambe, gemere di piacere,
scrollarsi la cenere, sficcare gl'inutili
chiodi e spiccare dolcemente il sonno,
la sicurezza della tua schiena posata
nel nido del mio cuore, che suona
come un'arpa nel vento.


Parma, 16 febbraio 2019

Preghiera alla Leggerezza



T'invoco Leggerezza a tenermi sulle ali
e vedere il paesaggio con occhio pulito
e portare fuori dalla bocca acqua fresca
ininterrotta. Leggerezza, tienmi lontano
dalle scorie ossidate intorno al cuore,
fammi riconoscere, fammi sentire amato
oppure no, ma per quel che sono, intero.
Leggerezza, gettami nella mischia
una volta uccisa la paura del giudizio
subìto e poi conficcato nelle carni altrui,
che debbo render conto a me stesso
di quel che faccio, senza le mie stesse
mani a stringermi la gola. Leggerezza,
ti scrivo con le lacrime perché ancora
non so dire abbastanza e ho ancora troppe
penne, e la rabbia mi consuma ed è ansia
angosciosa e il passato è un cassetto pieno
di cianfrusaglie che piombano la casa,
atmosfera stantia. Leggerezza, non è
questione d'esser brillante e spiritoso,
a volte mi capita, ma di sopravvivenza,
di braccia che si muovono, di respiri
aperti, di sangue che fluisce, d'esser vero
come animale e coraggioso come l'amore.


Parma, 3-4 febbraio 2019

Amore mio


Amore mio, questo freddo
s'infila e ci sfida, ma abbiamo
sangue e la neve si ferma
a non farci sbandare, dritti
l'uno verso l'altro e poi lontano
a cacciare via i musi truccati di dubbi.
Amore, ho ancora voglia di spolparti viva
e mettere a tacere i pensieri,
indirizzarti gesti che vadano oltre
il solo preservarci dai pericoli
e che tu, cuore che si muove,
abbia un'eterna fame,
che le mie mani t'imboccano.
Amore, chiuditi nei miei occhi
e leccami la vita,
che il tempo si risolva da sè.


Parma, 1 febbraio 2019

Sette gennaio


Scesa che sei nel tuo corpo
come fiocco di sole sul terreno
indurito dall'inverno, voltata ti sei
a stupirti del paesaggio
che si costruiva intorno,
contro le facce di demoni
oppressivi a venire. Radicavi
e fiorivi tra le ombre vesuviane
a trarne movimenti da portare
nei gesti, spogli quando le apparenze
si sfaldano e rimangono gli incontri,
i momenti intensi che ti accarezzano
e sorride ogni cellula come quando
siamo stesi e indifesi, io e te
a sette giorni di distanza, io e te
vicini nell'accaderci fino a rinascere
e nascere oggi, mio spasimo
meridionale, brillio sul crinale,
linea di fuoco che in un getto
il ghiaccio spalanca, i tuoi occhi
frantumati dall'amore, spalmato
augurio, il migliore che ti possa fare.


7 gennaio 2019

FiloSofia


Il tuo nome è pensiero.
Il mio. Pensiero che striscia
fra gl'interstizi delle pareti
a lambirmi i sensi, e si struscia,
e mi erge incandescente, o dolce
s'acquatta dietro le palpebre
e mi lascio andare di riflesso
sull'impercettibile onda addosso
allo scoglio. A volte è nodo
irrequieto di ruvida corda
che mi stringe e mi porta a sfidare
la mia staticità, il trattenermi
che mi manda in malora il sangue,
e mi chiede: "ma scegli o marcisci?".
Il tuo pensiero è forte
e mi scaraventa, specchia
il me intero nelle sue crepe
e la luce che le attraversa,
e ringrazio il pensiero Sofia,
io filosofo a sondare
la Storia che ci crea.


Parma, 29 dicembre 2018

Parola

Parola incastrata nell'aria
che mi separi dalle cose distanti
e fredde e secche, disunione
del mio corpo che ancora sbatte
contro il muro della non-reazione
o tardivamente riparare gesti
taglienti, calibrati con occhio
velato, disonesto, mani esageratamente
premurose, e cada la parola
a fulminarmi sulla via d'uscita
del cuore, mi sia chiaro
che si può essere quel che si vuole
giorno per giorno, il mio amore
che vuole il tuo bene mai
ti possa sopraffare, che non è male
non dover fare tutto insieme,
animali non siamo braccati
l'uno all'altro, nemmeno maschere
che si raccontano favole, sì ali
che si spingono sul mare aperto
dalle nostre tasche, follie
istintuali che si mangiano addosso
e la parola crolli, crolla la normalità
dell'accontentare l'altro, accoltellare
i desideri, così bisogna che bruci
anche questo foglio, non prima d'avertelo
detto, e poi sognare di scoparti
e scopare via ogni parola.


Parma, 28 dicembre 2018

Satelliti



Desoggettizzare il roteare
di un pianeta circondato
da luci e velocità diverse
che guardano il centro
posato nel suo fuoco.
Attrazione e spinta.


Parma, 16 dicembre 2018

Corpi celesti



Nevica stanotte la scia d'una cometa
ch'è polvere del nostro amore
vissuto e che non si ferma
e torna sotto forma di un primo
bacio a lungo atteso e frantumato
in tanti altri baci, cristalli
che attraversano i nostri corpi
e ancora si allungano nello spazio
a richiamar storie di Cristi nati
a breve, noi stessi che ci salviamo
e ci scaldiamo dalle fosse
scavate, riempite d'impeto
e rovesciate, tesori che affiorano,
e sotto tutti questi astri precipitati
un solo mare, soffice liquido tempo
che scioglie i sensi, soffoca le spine.


Parma, 16 dicembre 2018

Sovrapposte pietre

Sovrapposte pietre
sotto il freddo sole,
anime in movimento
alla ricerca di racconti
che vivano sul tempo,
sulle cose dimenticate,
sui silenzi ammuffiti.


dicembre 2018