E una mattina apri gli occhi


E una mattina apri gli occhi
che la pelle ha disegni mobili
come grovigli di serpi,
e succhiano sperma
da ogni cellula e insaziabili
si moltiplicano, arrivano
altre bocche folli a svuotare
il senso, rimane solo fame,
assoluta, tra le piaghe del tempo
tamburella sulle tempie,
e brucia, bruciano le chiese
con dentro parenti, insegnanti,
predicatori, dall'altare cade
uno specchio in cui dentro
ci sei tu, bambino arrabbiato
con lacrime di sabbia, rivoltato
torni serpe e torni apnea notturna
che il sonno è buono per chi
ha corde molli dalle mani
e non per chi le ha strette al collo,
simuli un sorriso per i fotografi
e frantumi il cuore in sassi
e disperi comprensione, ma il cielo
è troppo vasto per essere contenuto,
cerchi amore e tremi contro
i tuoi stessi muri, salgono le serpi
su per i piedi, dai amore e diventi
un lapidatore, le serpi si attorcigliano
al sesso eretto, urli un nome,
bestemmi e una vena si rompe,
cade il veleno, la fame si fa ombra
che ingloba il cortocircuito,
i silenzi hanno un sibilo
a lambire prede irraggiungibili.


Parma, 28 febbraio 2019


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