La tagliola

Un po' innamorato un po' deluso
Aria fresca, rappresa.

I miei due cuori,
un po' celato un po' frainteso uno,
l'altro esposto ma gelato, contraffatto

Un po' rigiro le frasi
un po' vorrei non averlo fatto

Solo due cuori,
satelliti di un buco nero
di entrambi nevrotica eclissi

Un po', ancora un po' e ti catturo.
La tagliola a vuoto ha già scattato?

Forse due cuori,
lo scontro diretto: il palpito
in via di fuga dalla cerniera aperta

Un poeta? Piuttosto sasso sbucciato;
imprimimi quel sorriso un po' sottomesso

Gli ultimi due cuori,
miliardi di dita da cui farsi vibrare,
violenza del sole, distensione del viso



Parma, 30 maggio - 9 giugno 2008

La molla

Oppure prenderti,
senza lasciare cicatrici
a spolpatura avvenuta

Stanca come me
sei di sognare?
Allora perderci


Parma, 19 maggio 2008

Ciak si monta

Come fingere di girare un film.
Entrare nel supermercato
ed esclamare al culetto biondo
con il cestino pieno
di prodotti biologici
e integrali
che ha proprio il viso adatto
per la parte della figlia
indesiderata di una coppia
cattolica dell'alta imprenditoria.
Che poi almeno una slinguazzata
se non una strusciata
si fa presto a mettercela.
Mica fesso Silvio Muccino.



Parma, 22 marzo 2008

Hero

L'arte del silenzio
-leggera pienezza-
invade, consuma, eleva
il rumore dello scontro
-percorso verso il fondo-
fra le aspre ragioni-roccia.

Senti quella pace
che più s'allontana
più arde d'esser posseduta?
Senti il sibilo
della penna-spada
già chiedere scusa?

Il piano su cui posare
la mano libera evoca
gemiti fluttuati dalla storia.
Il sacrificio attira petali
per la novità recidiva.
Chi ancora odia si salvi, se può.


Parma, 20 marzo 2008

All'alba dell'ultimo Inverno

Bianca stagione violenta.
Mi manca il respiro.
Il respiro con cui dichiararti tutto il mio disprezzo.
Tu che ogni sospiro di leggerezza
tenti di soffocare;
ricopri le creature di piombo
e acido lisergico.
Ho aspettato il tempo per partire
appoggiato al davanzale
di notte,
una sigaretta:
-Nessun segnale dal cielo?-
Così non ho visto i lupi passare;
più tardi, le loro orme.


-A che proposito ti sei espresso?
-Come per giustificare un piccolo movimento apparentemente scomposto.
Bastano pochi tratti di pennello.

Le labbra

Avevo appena smesso di pensarci,
quando il treno è passato.
Sulla mia testa s'intende.

Da quando il prezzo del biglietto è aumentato
ho cominciato a nascondere poesie sotto il materasso
e nessuno può dire ci sia un legame.

Il cuscino sulla rotaia,
buona posizione di partenza.
I giornali m'incarteranno come il pesce.

Guscio di noce che scricchiola e libera
labbra morse come fossero le tue.
Avevo appena smesso di pensarci.


Parma, 20 febbraio 2008

Dalla prigionia del ragno

Strisciate pure contro il mio petto
insetti dai seni rigonfi di fiele.
Aprofittate dell'assenza di volontà
per succhiare l'ultima goccia nel barlume.

Neanche l'odio sono riuscito ad imparare.
Quel passo pesante mi sorpassava
come un razzo lanciato dalle vittime
e sulle vittime destinato a rimbombare.

La ragione s'è impantanata nell'abisso.
Il bimbo nel cantuccio della buia stanza,
la ragnatela ne divora il singhiozzo.
All'uomo siano amputate le braccia.

Insetto che ti trasformi in angelo
- inconsapevole beatitudine del gesto asessuato -
ora ti attraverso, ora la maniacalità asfittica
ora la dissolvo nella gigantografia di un sogno:

Scie di violini violano la violenza
di ogni spazio chiamato privato.


Parma, 11 febbraio 2008

25, 31 dicembre... e allora? Buona festa della rinascita del Sole, Buon compleanno... e allora? ...sì, grazie...

Duemilaotto ordigni nucleari
non piovuti dall'alto
La distruzione non scende per volontà divina
Soprattutto quale volontà?
Il loro è un Paradiso avvelenato
Bolle di puss
sul pianeta arrotolato
Palle di Natale
appese dalle mani
di creature putrescenti
Virus ridono di Messia stuprati
Il Cristo confuso
e il suo nome è il tuo
Tu, costretto a tenerlo segreto
il granello di sabbia dorato
che odia lo scrigno
sogna l'onda
il profumo del sole
la carezza della notte

Abeti addobbati
rapinati di dignità
La favola del presepe
era così bella
finchè anche gli angeli
si sono stancati

Ma ci sei tu bambina,
tu che sai ridere e piangere
così come si deve fare
mi chiedi ancora di giocare
Ti stringo forte
La fonte d'acqua
lenisce l'arsura
altrimenti inspiegabile


Parma, 29 dicembre 2007

Alle prime luci d'Inverno

Ora sei tu a pretendere vicendevolezza,
nel senso opposto.
Come può acconsentire al tuo desiderio di lasciarti
lasciarti stare
senza che tu non abbia dato nemmeno una leccata
a quel francobollo acido
che è la sua essenza violacea?
Pupille rigirate verso
giungle innevate
città mute
stellati abissi.
Davvero puoi decidere di vedertelo sfuggire
basandoti solo sui miraggi riflessi
contro il suo involucro tremante?
La tua danza sciolta
è la sua reiterata resurrezione
istante per istante.
I suoi baci sulla tua gola
il piacere sintomatico
da non sottovalutare.
Invece di giustificazioni su giustificazioni
la maschera asfissiante;
puro raziocinio, fredda lama
che alla fine il cuore ti spacca.


Parma, 22 dicembre 2007

Frammenti

Partiti appena nati
mai arrivati
lasciano di stucco
eppure non cade il trucco
come l'idea di giustizia: per Mastella
che sia lui a non finire in cella.

Filari di bombe a grappolo,
acini che bimbi poi recidono,
la rossa vendemmia invertita:
pigiatura di ossa,
succo d'innocenza
per sempre persa con la vista.

Grazie a Garlasco
forse è meglio se esco:
stringeremo legami
parleremo di viaggi
baceremo col vino
e alle tre,
roventi verso casa,
ci sbolliranno al fresco.

Come minimo mi merito
una scomunica
ma siete tutti così buoni
con la tunica.
Quasi quasi mi dispiace
che mi pento, mi dolgo
e volo subito in missione di pace.

L'unica sicurezza il disagio:
il lavoro randagio
e il lavoratore al guinzaglio;
il medico cinico e zoppo
cura e sa ben recitare:
in prima serata sembra
un paradiso l'ospedale.

Fai bene Stella
alle spalle lasciarti le voci
inseguirti sulla spiaggia
caricarti di fumo e gridare,
ma anche la luna è terrorista
la sua luce brucia, Stella,
i suoi raggi lacerano, Stella,
in un fremito frammenti ovunque...
la luna salta in aria.


Parma, 25 novembre 2007

Oltre la violenza

Oltre il tuo sguardo il rifugio
Oltre lo schermo il fuoco segreto
Oltre lo scatto la camera oscura può far giustizia delle intenzioni
Oltre le lenti la nebbia in cui perdersi e liberarsi
Oltre le parole le mie mani
Oltre le parole la sete
Oltre la nave pirata il folletto aereo
Oltre il vino un ballo è quello che ci vuole
Oltre il sangue anche la foresta ripercorre il ciclo
Oltre i programmi la pubblicità è meglio
Oltre la campagna elettorale il canone RAI
Oltre i Rom il razzismo virale di chi appeso ai vertici dall'ultima spiaggia ci vuole con se trascinare
Oltre l'umiliazione la vendetta deve saper aprire il cielo
Oltre il muro il buco è da considerare
Oltre il desiderio viene un corpo come profumo di caffè
Oltre l'amaro una sigaretta ci vuole


Parma, 6 novembre 2007

Piccolo flusso to Gaza's baby

come sentire il buco allargarsi poi stringersi e tu come un fesso guardi le tue dita sbattere contro il palmo ghiacciato e pensi che da qualche parte ci debba essere un pulsante che annulli questi suoni negativi catatonici snervanti che si propagano nell'aria sferica e da un certo angolo di cuore sai che non puoi far altro che resistere viaggiare andare a cercare quegli occhi neri di bambina in mezzo a tutta quella distruzione in mezzo a un mondo che non gli ha offerto altro che violenza e vestiti di gas e lei bellissima profonda nella passione imporsi per non crollare imporsi come una dea fatta per essere sentita e amata non come bambola gonfiabile e sterile che girandomi indietro nella memoria vedo dalla sua scatola rovesciarmi addosso strati incessanti di polvere come sopra gli stivali indifferenti del soldato al check-point che nemmeno oggi farà congiungere le mie minuscole cicatrici a quelle sue ferite aperte da bambina occhi neri decisi fissi terribili da non poter sopportare solo... shukran habibi!


Parma, 20 ottobre 2007


Ottobre Nero

Sono la vipera che inietta veleno nel tuo muro;
fra le maglie di questa rete di confini
che incatena l'umanità e ne frammenta i cuori
mi divincolo e strappo minuti di silenzio
dal troppo rumore accecante di cervelli
e quella sensibilità addormentata
si limita a svolgere il suo compito imposto,
preconfezionato, a uso marketing.

Lo Stato è morto perchè è stato
e io vedo solo cio che è
io ho fame di quel che sarà
per l'uomo, solo per l'uomo.

Un fulmine diagonale
m'ha tagliato stanotte
e la ferita ha vomitato odio.
Ho visto ancora lei,
Palestina urlante
mangiata dai vermi,
il maggior scandalo dei nostri tempi,
punto di partenza da cui cominciare
a combattere affinchè le armi cessino
di scintillare e d'infuocare sentimenti
fino a sterilizzarli,
fino a renderli agl'istinti di cannibalismo.

Sono la serpe strisciante sotto il tuo muro
e il mio veleno lo farà implodere,
deve necessariamente implodere!

La dolce vergine m'ha liberato dal suo tallone
e ora stacchiamo chiodi dalla croce.


Parma, 5 ottobre 2007

Quadro a impronte musicali

Prendi di lui solo la fragilità, non la ridondanza, e tienila in bocca, impastala sotto la lingua versandogli sopra cascate di violini dell'overture del Tannhauser, fino a quando camminando troverai un campo tenuto a maggese e un pianoforte secco che gracida tra foglie rosse, e lì sputala tra le corde arrugginite; ascolta la sintonia tra il tiepido crepuscolo e i riflessi dorati delle morbide colme sanguigne note evaporate da quei tasti per troppo tempo rimasti intoccati.


Parma, 14 settembre 2007

Come stai?

Il cuore rannicchiato in spigolo di tavolo granitico
Il cuore, le sue pareti tremanti, dentro ragnatele e l'eco di pulsazioni non sue
Fuori bombardano


Parma, 13 settembre 2007

Pupi tremanti e violenti

Il fondale salato, implacabile stringeva dai piedi all'ombelico tanto che la smorfia sembrava sorriso, invece era ghigno.
Un ghigno che rimbombava tra cave calcaree e faceva fremere i colli delle bestiole accostate ai dolci specchi d'acqua, rimasugli di un'età dell'oro mai dimenticata, oppure immerse come mandorle nel miele, piccole gocce elettriche nella vampa solare.
Il movimento pesante da mammuth appena svegliatosi dall'ibernamento passato in granita al gelso, premeva e sbatteva come contro l'inefficienza di un piccolo ufficio postale stantio tanto che la priorità pareva essere solo una vorticosa presa in giro, per poi ritirarsi sulla propria zanna, gengivite inadatta a qualsiasi moderna cura.
Lo guardavano così impantanato friggere e trasformarsi in statua di lava.
Lo sgretolamento avvenne in un lampo di pupilla e il calore lo rese malleabile pasta di cacao alla vaniglia che anestetizzò ogni sua irritabilità irritante e placò quelle parole a singhiozzo che se non eran dardi, piccole meduse che a via di invocarle rompono la pelle appena sfiorata l'ultima onda.
Sulla via del ritorno la brezza crepuscolare fece scattare la lucertola nell'ennesimo tentativo di fuga tra quei pungiglioni interrogativi ultrarazionali sparati dall'insetto e le perenni fiamme laceranti boschi e genti di una Sicilia oziosamente fremente.
Bucce di limone a spirale intorno alle dita, al contatto con la narice inaspriscono il lucido distacco, fin quasi al punto di benedire l'inspiegabile bisogno di quotidiana dose di disagio.


Sicilia e Parma, luglio-agosto 2007

Colpi di afa

Passi di elefante sul tetto rovente scombussolano la concentrazione del sonno.
Non riesce bene a mettere a fuoco le immagini dietro le palpebre, sente solo suoni
frastagliati come cocci di voci sensuali che chiamano oppure spaventate spaventano.
Passi di elefante scendono nella stanza e il loro ritmo tenta ancora di andare a scavare nel passato quello che non riesce a catturare nel presente; l'odore di marcio fermerà in tempo.

Passi di lucertola contro muri rossi di un supermercato surgelato e il passaggio di quella sinuosa sudata vitella più volte osservata - con il pensiero che più volte ne ha morso la nuca, le cosce -
lo ha fissato - che attendesse un muggito di saluto? -;
tra gli scaffali s'è trasformata in merce anche la rigida posa nel fingere di essere al di sopra dell'atmosfera, quando invece è chiaro: lo sbalzo di temperatura è dovuto all'incontrollato sconcerto di chi brucia dentro ogni principio di iniziativa - la mancata incornata al manto rosso passione.

Passi di farfalla erano quei post-it staccati così in fretta in confronto a questi altri passi d'elefante - tutta rugosa memoria, niente rapida conquista - pestanti le mani.

La concisione seppur confusa, determina,
invece le risatine disinvolte gettate lì tra una sconnessione e l'altra
sono inevitabile spazzatura che ritorna e lo sommerge,
a mala pena respira,
a mala pena si trattiene dal non passare gl'istanti a rinfacciare tradimenti.


Parma, 17 luglio 2007

Presupposizioni

Lo so che hai un debole per me, per le mie ossa.

Lo so di essere fin troppo - o troppo poco, non so - ambiguo, per essere affascinante.

Lo so che l'umorismo arriva non ragionandoci troppo su, il saggio lo sa;
ormai è tardi: devio verso il buio pesto.

Lo so che le guerre sono inevitabili finchè si coltivano confini: vermi da difendere che si sdoppiano all'infinito.
Lo spirito di patria è un pretesto, un altro, per godere di facce semiaperte come cozze e il loro frutto spappolato.
Lo dovresti sapere che non esistono nè confini nè patrie, semmai popoli, culture, differenze tra individui.

Lo so che ci sono occasioni poco recepite come fonti di pieno silenzio,
invece mi prende la voglia di lasciar partire gomiti sui musi.

Lo so cos'è che non fa abbaiare i cani in città di notte nonostante la luna;
solo dall'altra stanza gemiti, come se fosse ancora ovvio che tutto si debba adempiere in natura.

Lo so cos'è che mi allontana: nervi aggrumati come meduse avvinghiate su una croce di sterile acciaio. Croce che dalle viscere succhia piombo fuso.
Tocca: scariche di veleno elettrico.

Non saprò comunque chi sei.
Intrecci morbidi fra le nostre mani bastano a rendermi dipendente.


Parma, 25 giugno 2007

composizione in assenza

.








spazio nero









sfumature colorate possibili









in punto fossile









sfumature colorate mobili









spazio bianco








.


Parma, 16 giugno 2007

Minima

Saper tenere la penna in mano
per non far cadere l'oca.


Parma, 14 giugno 2007

Schiuma

Circondati da un mare di donne
e nuotare con scioltezza
e non semmai limitarsi a galleggiare,
rende la pesca assai improbabile


Parma, 8 giugno 2007

Post-afterhours

Cartavetranti note incise
nella palpebra semispenta
e otto gocce di bargnolino
sodomizzanti papille vergini
come cristalli di angeli
tremanti di purezza.
Il vento è siccità
che strappa ormoni
del più voglioso fradicio sesso
dalla pelle giallastra di nicotina
per incenerirli in un lampo
di ghiaccio rosso scagliato
da occhi neri affondati
in fango di miele.

(...se non mi si fossero atrofizzate le ali sarei già volato via da questa bagnarola dove ancora mi basta godere del sole che riesco ad assorbire, e non mi deve importare dei tesori nascosti nelle stive che se solo provo ad accennarne mi tagliano la gola.
Se solo si fermasse qualcuno dei tappeti ronzanti tra la mia testa e il cielo per darmi un passaggio, e invece gli ennesimi turisti della domenica se la ridono, eccome se se la ridono, come se lo spettacolo quotidiano del crimine fosse stato ideato appositamente per il loro sollazzo.
Anne non mi ha mai considerato, così bella e violenta non sa che farsene di me, eppure mi tiene.
Ho l'impressione di essermi rapito da solo per darmi una certa importanza.
Ero io ad essermi innamorato di lei e questo è veramente paradossale.
Stamattina ho avuto un dialogo con una mosca la quale mi ha consigliato che posso pur sempre buttarmi a mare.
Ho visto d'improvviso un riflesso argentato provenire da sud: una balenottera azzurra ci sta venendo incontro,
forse è il momento buono.)


Parma, 29 aprile 2007

Frammenti di una mente scomposta

Il processo di inaridimento globale ha già trasformato questo posto in deserto.

Io ormai cammino a ritmo di vuoto.

Mi guardi e capisci che ho perso i fondamentali mentre attraversavo gli ultimi barlumi di speranza.
Cosa voglio ora da te?

Ti ho offesa mentre te ne stavi sdraiata sul ponte della nave, quella su cui sono stato rapito senza che venisse richiesto alcun riscatto.
Tu ti abbronzavi senza crema e aspettavi un mio miracolo, ma non ho più alcuna polvere magica; riportami alla foce.
Intanto me ne resto sull'albero maestro a guardarvi armeggiare con le vostre scintillanti sciabole.
Una è caduta e ci ha aperto in due: vediamo ora chi annegherà per primo.

Fratello d'anima, se ti presto i miei documenti domattina la polizia non s'accorgerà che siamo diversi.

Nel tempio porto le mie pietre preziose e le sacrifico al divino Bacco:
"Ti prego, donami la capacità di trasformare tutto ciò che tocco in nuda e pura sostanza... violenza..."
"Non importunarmi! Piuttosto perchè non vai da Apollo a chiedere per te stesso un pò di struttura?"

Un bambino palestinese accarezza il muro, questo crolla: "Di là c'è sempre stato l'Eden!? Perchè me l'hanno tenuto nascosto? Non sono io ad avere peccato..."
Un bambino israeliano: "Scusami, eccoti l'ultimo morso della mela rubata..."

Fantasma Leggiadria ha toccato il fondo nel momento stesso in cui Fantasma Allucinazione camminava a ritmo di vuoto

Io ormai zoppico a ritmo di onda


Parma, 9 aprile 2007

Saturo di no

I.

come evitare le cattiverie
come evitare le cattiverie gratuite
ma tutte le cattiverie sono gratuite?
allora perchè le gratuità sono considerate buone,
direi da persone generose?
certe cattiverie sono considerate tali quando invece sono verità scomode
ma tutte le verità sono scomode?
preferirei non rivelarlo
gli amici potrebbero capire
e non sia mai
mica li posso perdere senza averli prima illusi fino in fondo!

così ho preso l'ascensore e sono sceso su saturno
il pianeta malinconico
e incrociando una abitante del posto
le ho dato della puttana: mi si era subito attaccata addosso
invece il fatto è che più lontano vai più l'italia e il suo tipico masculo passionale
siano percepiti come irresistibili
il pianeta era davvero malinconico

Parma, 1 marzo 2007

-
II

il pianeta malinconico almeno aveva una sua dignità
e non faceva pesare il proprio stato
a discapito di tutto il sistema solare
anzi, era proprio la sua malinconia
a generare ammirazione in venere
così lucente e soave nel suo amore
incondizionato per ogni calda vibrazione
il pianeta triste invece sembrava chiedere pietà
da ogni lato lo si guardasse,
e la faccia era sempre quella
e non si poteva che disprezzarlo

dopo 2 giorni passati insieme sotto le lenzuola
lei mi chiese di sposarla
quindi non era una puttana
piuttosto non voleva farsi sfuggire
l'occasione caduta dal cielo
perchè li dove stava lei
il genere maschile si riduceva
ad apparire superiore alle parti
come piccolo manichino immune
dalle onde elettromagnetiche
che attirano verso il primordiale abisso


Parma, 2 marzo 2007

Questione di spazio

Mettevo la freccia a sinistra ogni qualvolta volessi superare un mezzo più lento del mio.
Mettevo la freccia a destra ogni qualvolta volessi parcheggiare sul lato della strada, ma non in Inghilterra.
Mettevo le quattrofrecce ogni qualvolta volessi fermarmi laddove la legge non lo consentiva e qualcuno avrebbe potuto farmelo notare assai fastidiosamente.
A volte la freccia non la mettevo, direi anzi spesso, o perché non c'era anima viva nei paraggi, o perchè le mie mani s'erano addormentate sul volante mentre il passeggero mi sorrideva con terrore, o perché dopo aver girato mi accorgevo di non essere in macchina bensì fra una pagina e l'altra di un libro.
Mettevo la freccia in mezzo ogni qualvolta volessi superare me stesso, per perdermi in un bosco di alberi-pietra.

Parma, 28 febbraio 2007

Arrivò alla coscienza...

Arrivò alla coscienza:
puro fuoco.
Mise le mani avanti
per paura di incenerire,
così retrosaltò nel nero
estraneo consueto paesaggio.
L'alcolico angelo lo sbarrò:
"Idiotissimo verme,
dimentica la tua razionalità implosiva!"
e lo investì con la spada
che spacca la pesca ibernata
uscendone succo lavico
rosa zucchero secco
a cospargerlo,
difenderlo dal Nulla demente.
Poi tra le fiamme
dei lussuriosi
lo catturarono nuovi occhi
come l'eterno
rappreso nel diamante.

Parma, 27 febbraio 2007

Le torri pendono verso est...

Le torri pendono verso est e le nuvole agitano le code.
Presidenti di tutto il mondo, disintegratevi.
Le figlie hanno i seni amputati e i colonnelli si leccano le dita.
Portami a fare un giro su me stesso.
I gelati si sciolgono a gennaio e tuo padre puzza di pulito.
E' mezzanotte e trentasette del 27 febbraio 2007
e Dio non mi ha ancora telefonato per consegnarmi la rassegna stampa.

Parma, 27 febbraio 2007