Aracnofollia

"L'occasione fa l'uomo ragno"
Pippo Franco


Pioviamo dal cielo
lasciandoci scivolare
giù pei nostri sputi,
fulmini di seta.

Apri l'ombrello
per proteggerti?
Veleno cola dai bordi,
ne soffochi.

O resti a braccia aperte
con quella voglia di pulizia
che spoglia pelle e lingua
da bende e sarcofagi.

Così cadiamo goccia a goccia...
ulteriore piaga biblica
su corpi privilegiati

per elezione di frode:
investitura di odierni
cavalieri-faraoni

dall'incontenibile ronzio
d'insetto. Sinfonia nutriente
il loro scricchiolio terminale.

Spettri cangianti nella tela,
stupefacenti riflessi;
il sole che fa squarcio.

Infuocata nube terracquea
fra raggomitolamenti
e fusione d'orgasmi.

Nessuna sfida agli Dei
pietrificati da amore
non più corrisposto.


Parma, 8 e 9 Dicembre 2009.

Rapina a mano amata

Svolgere il proprio compito
fino in fondo
porta inevitabilmente
al crimine.
L'averti creduta mia
a titolo d'esempio:
tuo dono d'addio
una frode nel caveau
dell'anima, di lingotti
depositati come garanzia
per la nostra infelicità.

Mai richiedere interessi.



Parma, 7 Dicembre 2009

Figli

Paura di essere padri
a quali obbrobri ambulanti
ch'a malapena parleranno
per suoni ascensionali
e allergici agli abbracci,
solo abbracci a pagamento.


Parma, 26 Luglio 2009

L'attimo prima

L'attimo prima della poesia

Sul taglio del tovagliolo sporco
alla fine del lauto pasto
imbevuto fino alla sinfonia dei sensi

Tra le pieghe delle lenzuola
sfatte da sbattere al vento
come il fiero gesto consumato

All'incrocio di strade fumose
e rotonde perpetuate dall'ordine folle
che a sè stringe senza alcun suono dolce

Sospeso sulla lotta vissuta
verso un immaginato cambiamento
per l'uomo in bilico sul pianeta

e così cada come incudine
a pestare ogni convenzione
fin dentro l'oceano.

La morbida risacca
sgretola al riflesso
del tramonto africano.


Parma, 26 Giugno 2009















foto di Alessandra Renda

Disamistà


Amici
vi disconosco
uno ad uno
fino all'ultimo
non perchè peggiori
nemmeno migliori
è una deformazione
del mio apparato ricettivo
e zero buon senso
e ancore di assestamento
arrugginite
in fondo al mare
che tutto l'amore
fin qui ucciso...

mani sulla bocca
teneratroce



Parma, 23 Giugno 2009

A grani

sarà questo maggio
a rendermi - arrendersi -
l'assenza della mia pienezza

a legger versi d'altri
belli da dire ad amarli
diramati nelle vene

troppe sperse volte
avvolte su spire sparse
di caustica incapacità

scoperte come ho le mani
così indietro da corpi
sgregati eppur certi

per me certo che non afferro
non afferro! un pezzo di pane
almeno raffermo


Parma, 9 Maggio 2009

Amore amaro

Pulizie di casa
senza te tra i piedi
che vorresti il caffè.

Silente una nuvola
di fumo nella camera
da letto. Incenerito.

Apri la finestra
quando torni. C'è
un bacino sul davanzale.


Parma, 15 Aprile 2009

Immagine

La poesia è una bestemmia;
la bestemmia della poesia
contro il dio dei confini morti
maglie di nylon, strangolano
inventori di forme dell'ignoto
a farne propria immagine...
se innalzata a Istituto Sacro
bestemmia contro l'umanità
così ogni altra fantasia
è stata condannata

Anubi testa di cane.
Ganesha l'elefante che piange
sul latte versato,
del maiale invece
non si butta via niente,
le setole d'oro di Gullinbursti
men che mai.
Gesù l'agnello sacrificale
messo in croce e risorto
secondo le Scritture;
Giuda si è impiccato,
non sapeva Leggere.
Kama, Eros, Venere,
oggi è vietato amare

quindi
a mia somiglianza la tua assenza,
la tua assenza è una bestemmia
come la mia ritrosia.
Ti creo con rabbia,
fino a scagliarti;
isterici frammenti di vetro
schizzati nella pelle
a specchiare facce cadute
da un cielo imbalsamato

chiedono rispetto
in doppio petto
per le loro blasfemie,
io per le mie


Parma, 11 Aprile 2009

Notturno

Vorrei leggessi senza capire.
Senza illuderti di scovare il tesoro
in fondo alla ferita, che oggi
i santi hanno smesso di valere;
nemmeno più volano le aureole
delle lucciole tra i melograni
e le mani delle rosse contadine

Ma noi, immobili, a cosa serviamo?
Io con le strane soavi sensazioni
di morte che riesco a intrappolare
nel sommesso, poi risorto spavento
di riflesso, dopo aver vagato
a lungo, sotto assedio, attraverso
il gemito delle neonate foglie

Tu ti lasci appena sorridere
per un attimo dentro l'occhiata
lanciata furtiva già bastata
a riempire di quiete la tempesta
dei giorni d'abbandoni a venire.
Le tenebre fischiano; a tempo
flessuosi, si muovono i lampioni


Parma, 31 Marzo 2009


Chopin contro il Potere

Musica che sostiene Messaggio
Canzone

Messaggio che suggerisce Musica
Poesia

Musica che soffoca Messaggio
Suicidio per masturbazione

Messaggio che tiene sotto calcagno Musica
Verso delirante seduto in trono

Musica e Messaggio fusi assieme
Innamoramento nello sguardo,
quel Notturno incastonato


Parma, 28 Marzo 2009

Sua madre

Sentirti sorridere sul mio petto
-ma sei lontana
forse inesistente-
per evaporare
questa paura di sognare
stanotte
quella mano gelida
ad angolo cavo
come gli occhi di lei
di un dolore ultraterreno
così per lui
e su di me presto da lei
precipitato.

Domande come il merito
di averla riportata a terra
abbracciandola
i suoi baci
nessun merito
solo luna piena
troppo piena
stasera.


Parma, 10 Marzo 2009

Scatto

La tua bianca voglia
di essere scopata
si arpiona
vertebra dopo vertebra
su per la mia schiena
arriva alla nuca,
sudata voglia
a denti ficcati nel labbro.
Scatto.
Mi si gela la fronte
si bloccano le mani
-cosa succede?-
e crampi all'addome
secca la bocca
si sgretola il mio corpo
-cosa succede?-
precipita la voglia
nel nero baratro
che non sai.
Piange un solo occhio.


Parma, 2 Marzo 2009

Cesare era etero


Cesare era etero,
per togliervi il pensiero,
credo soprattutto fosse libero
in fondo ai begli sguardi
di tornare presto sul sentiero
delle struggenti inspiegate negazioni

Cesare era altro
da quel che ci si aspettava
quando ogni atto violento
contro il suo momento
quando il forte vento
schiaffeggiava il bavero sul volto

Cesare era etero
perchè diverso nel sorriso
regalato agli estranei
sottratto ai confidenti
desiderosi di spigliatezza
da immortalare in fotografia

Cesare era altro:
scaltro nel fuggire sbieco,
districarsi dall'aria bollente
sulle guance, da quel sesso
immesso nell'ordinario
svolgersi di vite a devastargli
la delicata intimità

Cesare è sparito
e più non so
se non d'amore, cristallo.


sul treno Parma-Bologna e ritorno
22-23 Febbraio 2009,
e Parma 25 Febbraio 2009

Zeitun

Mi chiamano bimbo
costretto a stare appeso
alla mamma così fredda, ferma,
-capelli sfuggenti dal velo arreso-
che ho smesso la fame, il sonno,
senza il fresco pane pieno
delle sue mani; la sua voce
m'inseguiva, accompagnava
fino al letto ora rotto.
Tutto rotto il tetto,
dei fratelli il pianto,
il richiamo del muezzin, del mare
il profumo, i vicoli dove correre,
le bancarelle del paese offeso,
i giochi, il sole, la sua pancia.
Non sento più niente...
e mi chiamano bimbo.


Parma, 11 Gennaio 2009
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Cos'è successo a Zeitun?

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SIDUN - Fabrizio De Andrè (da Mixer, 1984)