Palloncino


E si puó volare
e sostenersi
con l'aria che ci muove
e sopra i muri
che già si sbriciolano
vedersi svegliare
con pupille in fiamma
chè qui dev'esserci amore
per liberarsi, una forza
leggera e turbinante,
fiducia che s'apre
a scambi di particelle
e no, non so esprimere
ogni battito veloce
ogni cambio d'umore...
mi rilancio
mi abbandono
scoppio in te.


Parma, 24 Maggio 2018

Invece


Perchè ogni tanto
non taccio, non mi sto fermo?
Come cactus che sul balcone
s'ingrassa, come fermata
d'autobus che aspetta,
come marmo prima
di farsi Pietá, come lunga
pausa che prepara l'assalto...
Sí sí certo, lo so fare benissimo
ma anche senza pensieri?
Anche senza lasciarmi
sopraffare da conati neri?
Ecco dunque le scosse
più vere, quelle che increspano
certi silenzi e le mani
che si muovono lente
sulla tua pelle, a irrigidire
l'atmosfera, a contrastare
la Primavera. E invece?
Invece lecca, ammira
le linee, ascolta i respiri,
godi il fluire degli occhi,
sragiona il contatto che freme,
impara la favola che dice
"Che pace grande che hai!"
"Per assaporarti meglio
bambina mia!"
La morale seppellita
insieme ai rumori di fondo.


Parma, 23 Maggio 2018

In mezzo al mondo


Voglio regalarti un fiore:
non so quale, come, quando
e di che colore, manca
solo il gesto eppur già lo vedo
tra i tuoi capelli, con il tuo odore,
e i nostri occhi che riflettono
gli uni gli altri il proprio ardore,
e nel frattempo come vedi
spezzo l'attesa che un po' mi trema,
per desiderio di tenerti stretta
per paura di rovinare tutto,
con poesie che ora scrivo
solo per te, con canzoni
che ti dedico, coi pensieri
che si rincorrono, e non saranno
fiori ma accontentati se puoi,
accontentati della mia obliquitá
e starò ben attento a cercare
di non fartela andare di traverso...
insomma cuoricino profumato,
ti ho sognato abbracciarmi
in mezzo al mondo
e lì mi son dissolto in un sorriso
che poteva esser pianto, è caduta
ogni spina dal mio gambo
ogni crepa dal mio muro
e il muro stesso con la sua edera
per lasciarti quel bel fiore
tra i capelli... le mani, le labbra
che si schiudono piano, piene.


Parma, 12 Maggio 2018

La discrezione


E poi succede a volte mi risucchi
d'improvviso l'irruente voglia di baciarti
ovunque io sia, magari al risveglio,
magari un attimo prima di scivolare
sulle foglie bagnate del sentiero,
e poi succede a volte invece
di doverti resistere, tra un silenzio
e uno sguardo accennato,
e poi il ronzio di tutte le cose
e l'impossibilitá di stare fermo
piú di qualche battito.
E la discrezione, la descrizione
del tuo viso che oggi mi racconto
chiuso nel mio scrigno, mordendomi
un labbro come fosse il tuo,
che è il mio, che è il tuo...
e mi piace sorriderti se mi parli
dei viaggi che farai, mi ospito
in una tua cellula cardiaca
a navigare per i tuoi mari
d'immagini e d'incontri,
e sento un po' più di libertá
briciola per briciola come un Pollicino
che si scopre un passetto alla volta
in un fluire ch'è condivisione
tra fiaba e calore animale...
e poi succede a volte di catapultarti
in qualche scena pornografica
o in sdoppiamenti da thriller
o insieme a qualcuno più bello di me
e poi succede a volte invece
che solo le mie mani sul tuo collo
sono vere, i tuoi occhi chiusi,
gli avvicinamenti depensati,
la quiete che non chiede.


Parma, 9 Maggio 2018

Apnea


Bello come lupo che aspetta
la preda con sguardo di ghiaccio
e come lepre che aspetta
il momento di rendersi imprendibile
e dito di schiacciare  l'immagine
nel ricordo, e innamorato
il gesto che la sciolga, 
e flauto l'attacco che apra
la melodia, e cielo l'alba,
petto la fine dell'apnea,
poeta l'incastro magico,
guerriero l'avversario,
e come chi non aspetta
che farsi lago di cristallo,
senza più bisogno
di aspettarsi...


Parma, 3 Maggio 2018

Ventisei Aprile Duemiladiciotto


Mattino al cimitero
a cantarmi che "giace qui
la mia imbecillità", a cercare
una connessione, una linea di pace
che mi sieda muto e costante,
a perdonare se non mi è stato
installato il sentimento
dell'entusiasmo, ma tanti
altri modi di darmi e nevrosi.
Allora tra gli avelli e le ombre
saluto il mio angelo solitario
e la Primavera che mi fa molesto
dorma un poco, eppure invoco
il fuoco, la sua forza distruttrice
a voler che mi bruci la casa
con tutte le cose e sporcizie
accumulate, esattamente
come nel cuore e nella mente.
E se arriva la violenza esterna
a sfasciare il sacco lasciato
sulla strada, ben venga,
ben vengano le scosse
a smuovere il residuo,
la vita che ammuffisce,
il pianto che non esce,
la liberazione del giorno dopo.


Parma, 26 Aprile 2018