"Questi nervi strangolano l'anima.
Primordiale desiderio represso.
Vuoto d'impotenza che divora."
Versi come d'adolescenza chiusa
nell'egocentrografia esistenziale,
a ciclici fiotti la penna sfiatano.
Mai Dante sarebbe scivolato
in tali sabbie per esprimere
la grandezza del suo conflitto,
e io vanitoso stupido fiero
delle castigate emozioni: scimmiette
da far piroettare al circo di paese.
Quante liriche senza coraggio,
smusicate, spade da passeggio...
a chi diavolo vuoi che scavino?
Ridicola merda, tacila quindi
e onora Pavese, che al termine
del suo emistichio, a freddo, si spezzò.
Parma, 24 Febbraio (e 17 Aprile) 2010