L'appeso


Vieni a prendermi in cima
alla gogna, che qui anche gli alberi
son catene, rimbombi i nomi.
Ma non sai dove portarmi,
come riconoscere lo sguardo perso
da parole d'amore infuriate contro
elettrodomestici. Infilami le dita
nella presa allora, programma
le centrifughe, orbita lo zapping
degli umori, connettimi ad applicazioni
che sfasino l'immagine per l'etere.
Niente rimanga del mistificante mistico,
Mefisto, me fisso appeso al foglio,
se non la condanna.



Parma, 13 Settembre 2011

Imparare a leggere


E come potresti avvicinarti a me
se quello che sono: -Non sono-?
Se suono sogno, sbaglio,
alimento lo sbadiglio

E ti accorgi di questo nevrotico ripetermi
che non lascia scie colorate?
Una volta la parola chiave era Ghiaccio
, ghiaccio. G H I A C C I O

E poi cerchi la forma? Che vedi è
già cerchiata a mo(n)do nella somma
o una formula comune, lo specchietto
patetico che ti ho messo di fronte



Parma, 7 Settembre 2011

Ponte


Ricordi il ritorno
Un chiodo spezzato sotto il piede
Impantanato piangi le parti divise
Le piogge accese di sera
Automobili borbottano il tuo digiuno
Ti tocchi il naso con la matita che vibra
Materia che sfibra
Cancelli il punto
Il piombo, il suo equilibrio
Lo sguardo, riverberato stupro



Parma, 4 Settembre 2011