L'ingenuità


La voglia atroce gli brucia il petto,
salita dal sangue e in esso trattenuta,
lo divora vivo...
un insieme di segni e tocchi
che hanno trafitto il centro,
il risveglio dal coma in una culla di carne...
e lei lo sa che la fame è tanta, troppa -
un poppante il seno succhia in preda alla follia-
anche lei ne è affetta, ma lui ha peccato...
come un calesse da uno stallone trainato,
dietro, un'urgenza carica di lava accesa
e decorata gentilmente.
Ere glaciali in attesa di un disgelo,
il terrore stampato in cielo di perdere
tutto senza averla avuta.
Nessun cuore può resistere
al gioco dei rimbalzi, dei rimandi
ad altri abissi irrisolti. Lui le chiede
di provare ad aggrapparsi a quel cuore,
al suo corpo, un tentativo di fuga
dalla gabbia costruita col fine
di rimanerne soffocati. Ma nulla
si pretende se non da sé
la sincerità estrema, costasse
pure il mettersi da parte e piano
guarire dal veleno iniettato
da una piovra che la testa stringe.
E dormire... dormire... dormire?
Perché dormire quando c'è da amare?
Allora? Di cosa vorrebbe scusarsi?
Solo il non aver ribadito più spesso
la pura passione con cui la scalderebbe
a liquefarsi negli occhi, le labbra...
scampare ai coltelli.



Parma, 15-19 Novembre 2012

Piedini al cielo


Intrappolati nella rete
della mia bocca come nuvole
si sciolgono... sfuggono
pretese sentimentali, ché stanno
i tuoi occhi stretti alla follia
di altre braccia... dov'è il mare?
Ne sento il fiato e m'incanta
lo strappo che questo buco scrosta
e potrai avere ancora baci
che ti arpionino la schiena...
sia l'onda in cielo
a portarmi il tuo sapore,
la pinna superiore a cui aggrapparmi
e se buono sarà il vento
profonda anche la scia.
Lascia la lingua fra le dita
dipingere il quadro salato
spruzzato di verdi pietrine
da legarti all'amo... è un'esca
l'aereo che atterra, più leggero
il pensiero fuso colle caviglie
appese a trainare su per l'aria
la balenottera blu... maestosità
di un solo suono, calmo piacere...
solco dell'affondo perpetuo.
Ai contorni, assolato, nuota un gabbiano.



Stintino(SS) e Parma, 4 e 5/6 Luglio 2012

Fine turno


Chiedi un abbraccio al niente
ma spunti da una frangia
che taglia l'occhio in fuoco
e automobili gemelle
-coccinella si strofina
contro goccia d'ardesia-
sorridono e aspettano
una foto che inutilmente
annebbierei (vedere sempre meno,
centrare significati accidentali)... la fuga,
asfalti che girano all'indietro
mentre cuori vengono conquistati
su altri palchi: colori diversi
da quello del coraggio omesso...
m'invento una stanchezza che sublimi
l'inacidita voglia in commiato gentile.



Parma, 28 Maggio 2012


Carpe fluminem


Ancora si dimenano mani
contro corrente che rotolò uova
dei giorni in cui tu chiedi tempo -
atto cieco la serrata della tua diga
ché solo ora posso travolgerti
o non rimane che pugno
di deserto, schiuma di vuoto
a tarparti le branchie
e ansimi, la terra ti batte.



Parma, 18 Maggio 2012

La domanda


Torniamo a noi
senza esserci stati,
dunque cominciamo
dal togliere strati...
provocazioni leziose e omissioni
di senso, dissenso in sè per il non essere
cercati e se cercanti mal posti...
abbassati sguardi, labbra disattese...
ma giù! giù le ambiguità emotive! 
impalcature paranoiche! che per te
se non si gioca è esponenziale ansia,
eppure, buona novella, l'ansia inesiste:
luogo deserto tra l'evidente e le mani,
mani bimbe inadatte ad afferrarlo...
piuttosto nascondersi e tremare che affrontare
il fuoco, meglio realityzzare che provare
a crescere, saltare il fosso...
colpa ancora del disinteresse per ciò
che scava, scintilla il pensiero - ben saldato
a concetti quali romanticismo e sensibilità...
rivoltano lo stomaco del cuore
tanto san di slogan oliati da rivenditori
di catene per umani denocciolati...
divago, colpisco, costruisco distanza. 
Invece so. Ti voglio. Così,
senza aggiungerti altro.
Allora me lo devi dire
se te lo chiedo-
passare agli atti,
stapparci, strappare
-è quel che vuoi
e te lo chiedo:

Vuoi scopare?



Parma, 19-20 Aprile 2012

Appendic(it)e


Dimmi che non sei sparita
come mai sei venuta, qui,
a scaldarmi mani, e
lombi, gambe, lobi
e altre appendìci
da strapparci

Sei apparsa:

Rombo profondo
a cui sta appesa
-notte in scia-
linea di volo

Deliquio di calpestìo
che neve sporca
sullo sfondo
squaglia

Lucina intermittente
d'insegna natalizia
in Febbraio
refusa

Ciocca di capelli di gatta
-ieri quattata Salomè
delle mie carezze-:
rigetto d'armadio

Della porta il solo battito: timbro
di folate che tagliano il naso
Fiore di schiuma salito
dall'onda ritratta

Bacio impresso alla maschera
che mi separa, spoglia,
migliora, traduce
dono dopo dono

Questi lampi di sigaretta sfumata
in ardente flautato pianissimo...
le parole a Te precipitate
senza ritorno



Parma, 20-24 Febbraio 2012


Il punto scoperto

Dis-astro:
disarcionato dalle stelle
Stritolato al centro
e nulla che lenisca

Una catena di occhi belli
Il guinzaglio verso il Limbo
Alcun castello savio, salvifico
L'eterna castrazione


Parma, 15 Febbraio 2012

Graffi sui vetri

Graffi sui vetri
bufera di ghiaccio a spine
ascensionali per le strade
nel petto, dietro gli occhi
uno scoppio, spettro di gas
fuoco fatuo, l'amore
dalle mani mancate
alla tua bocca, rimorsa...

Desistenza biscia tra i pori
Pace senza battito
Ragnatela nel pozzo...



Parma, 18 Gennaio e 10 Febbraio 2012