L'addio

Qui, giù per le tue scapole
scalfisco parole esatte
(ora ardono gli occhi,
spie sul cruscotto spalancate)

Dimentica, Notte! per una volta
Il fiato criptico del disamore...
Spezzata in sé, Croce
Sbra-nato il concepito
Io



Parma, 22-24 Dicembre 2011

Polvere


Eppure
Schiena
mai smetti l'attesa
Questi granelli di nebbia
che ci abitano
Noi, sempre più sfocati



Parma, 2 Dicembre 2011

spudorata pRosa


Cosa c'entra? Che se ti amo
è alle lacrime, fino a riderne...
il passato incagliato non può
occludere il sorgere di altre strade,
come luce di un giorno d'Aprile
intrattenibile, e sì, lo dico io
che sai cos'ho rischiato col mio buio,
quanto ho raschiato, carni e colpe,
e poi se "Io è un altro", altro siamo Noi,
così di quell'inferno posso smettere
di non perdonarmi il gelo rappreso
nelle mani, posso smettere l'autocommiserazione
dell'incapacità a muovermi,
per tenere gli occhi aperti su te
a cui non voglio dare lezioni,
a cui voglio solo darmi ancor prima del mai
-come dev'essere stato?-.
E sia che metta in conto l'assenza, la fuga,
il rifiuto, e sia che tutto e ancora TUTTO,
si rivolga contro, ma è qui più in basso
che sfocia il calore, la poesia che porta
alla trasfigurazione del buco
in un cuore. E continuo a ripetermi:
-la caduta degli Dei si è consumata
nella testa- e rimane il così meravigliosamente
imperfetto, il termine di paragone: l'Uomo,
quello più bello, quello che ha il suono
dalla parte della vita, ristretta fino al Cosmo.
Gli altri sian pure fottuti, bestemmiati,
non sono uomini e mai lo sono stati
coi loro volti ghignanti a far che Terra
fosse merce di porco in porco.
Allora s'imparino canzoni
da baciarci quando cadono
le sere, sui lati del fosso
l'ondata d'amore ci sommerga.



(seguono e precedono carte da decifrare)


Parma, 22 Novembre 2011

Una cosa minuscola, come il cuore


Siamo baratri allo specchio
per un attimo tremibile
in abbraccio lacrimato

(e potessi cose che mai a nessuno,
che mai, chiuse a mille mandate,
da una così piccola porta ascose)

e ricordare spasimi di vino
un tram sopravvissuto
poi cicatrici, dormirci a lato



Parma, 20/21 Novembre 2011

Cornice


Caute e sottili le lettere
hanno preso la scia di un binario
vertebrale, risalito fino al centro
per avvicinare le mani al bel viso
un centimetro dal colpo, un soffio
che nessun contatto incise
decise come fottere il tempo,
quel minimo spazio fatto apnea
e dall'apnea cruda la solita spina
su cui caduta è la grazia di un bacio
dipinto colla nebbia. A ogni freddo
la sua infinita domanda morta



Parma, 17 Novembre 2011


L'ultimo p(r)ezzo


Notte (mia) cara,
ché ogni (s)volt-a(, lo )s-sai(,)
cost(ol)a passarla se non sì liscia
a fior di lisca: fiordo(a)eliso
da aurore viola(te) a evitar sf(r)ace(l)li



Parma, 7/8 Novembre 2011

Cielemoto


-Mi ami-lano o mila-no?-
Giro dita nel succulento piatto
vuoto, ho problemi di digestione:

più digiuno meno affamo e
parlami pure che io svengo
perdo sangue dalle penne:

Nuvole sui palazzi crollano
Tramontana i capelli inonda
Sole nel petto: un rimbombo


(ho tanto freddo anche se è estate)

Parma, 12 Ottobre 2011

Fade out


Ho il pensiero di te: brucia.
Il mai che mi sei, importa:
la routine russa delle schivate: tocchi
disegnati sotto palpebra, microfoni
vergini delle sincerità più crude, come:
ora, dimmelo ora se mi vuoi lì
come ti voglio. Oppure: no.
Le finte di cuore, il mio che cade
e cade: si rimanda, si rimorde,
le ri-morti mangiano le vene,
comprendi: marcio è lo stagno.
Dicono: stai calmo:
lo sono, male ma lo ero già.
Ha stridori la città: infine strino.

Possono le distanze essere così atroci?

Ancora più fuori, colori...



Parma, 3-9 Ottobre 2011

L'appeso


Vieni a prendermi in cima
alla gogna, che qui anche gli alberi
son catene, rimbombi i nomi.
Ma non sai dove portarmi,
come riconoscere lo sguardo perso
da parole d'amore infuriate contro
elettrodomestici. Infilami le dita
nella presa allora, programma
le centrifughe, orbita lo zapping
degli umori, connettimi ad applicazioni
che sfasino l'immagine per l'etere.
Niente rimanga del mistificante mistico,
Mefisto, me fisso appeso al foglio,
se non la condanna.



Parma, 13 Settembre 2011

Imparare a leggere


E come potresti avvicinarti a me
se quello che sono: -Non sono-?
Se suono sogno, sbaglio,
alimento lo sbadiglio

E ti accorgi di questo nevrotico ripetermi
che non lascia scie colorate?
Una volta la parola chiave era Ghiaccio
, ghiaccio. G H I A C C I O

E poi cerchi la forma? Che vedi è
già cerchiata a mo(n)do nella somma
o una formula comune, lo specchietto
patetico che ti ho messo di fronte



Parma, 7 Settembre 2011

Ponte


Ricordi il ritorno
Un chiodo spezzato sotto il piede
Impantanato piangi le parti divise
Le piogge accese di sera
Automobili borbottano il tuo digiuno
Ti tocchi il naso con la matita che vibra
Materia che sfibra
Cancelli il punto
Il piombo, il suo equilibrio
Lo sguardo, riverberato stupro



Parma, 4 Settembre 2011


Ventidue Agosto Duemilaundici


In quello spazio tra l'amore
e ciò che lo nega
sono spalmato
come foschia, abuso d'impotenza
nel cielo combusto. L'orizzonte,
chilometri e chilometri di pornografia.
Ci fossero alberi - denti contro
cui raschiare l'incendio
capovolto.



Parma, 22 Agosto 2011

Capirai


Capirai, è tutto un gran zoccoleggiare.
Pensavi mi salvassi? Sai, sono il primo
a darsi, circuitando le prestazioni, svilite,
svitate. Il piacere se viene è un attimo
e la strada per il sospirato annullamento
deviata, allora si continua a coltivare
la mancanza, quella di un cuore da accudire,
portarlo fuori a fare i bisogni. Fuori.
Dentro il brodo rimasto a bollire.

Capirai, il crollo del capitalismo
arriva tardi, eravamo già nati
rovinati, i segni palesi, l'esistenza
dell'altro solo un altro modo
per stringere la propria, a forza
di richieste dai pori slabbrati, le asimmetriche
voglie a offendere l'unico senso
buono del gesto, a fendere il niente
che gronda dalle bottiglie, dai polsi.

Capirai, il rifiuto, frutto della marcescenza
da vendere al più fragile offerente, ferito.
Ciò che viene poi (verso spezzato)
è autocensura, perlopiù.



Parma, 8 e 14-15 Agosto 2011

Lettera al mare



Amor di poesia
"Vai con chi vuoi"
te lo dirò mai
assunto l'assurdo che mi sei
e le pietre che ti hanno lapidato
il cuore a far di esso pietra.
"Vai con chi ti vuole"
a nutrir di sconcezze sublimi
il mito della Storia,
la sua staccata monotonia estesa
e le onde che ne fan Memoria
come fotografie che creano un profilo
e ragioni di fede ai marinai:
un porto che sia, in fondo vale l'altro.
E pur potrà accadere
scorgere tra le acque una bottiglia,
in sè la mia pelle -capitata,
capitolante, capitolo chiuso-,
messaggio per vascelli fantasma:
"Amnesie maestose,
con le vostre fiocine
asportatemi la faccia,
vessillo fossile
all'amor di poesia"



Parma, 4 Agosto 2011

Fullscreen loser


Di cosa sai ombra proiettata
ai margini della notte? notte rivoltata
fra rare notifiche e stati di non connessione,
parole sbucciate, ritratti
in videocompilation, appesi agli stipiti
occhi bianchi, cieca astinenza,
crolli immutati, secolari
cortecce incise senza dita.
La volontà castrata
ben rappresentata dall'autolesionismo
consolidato fino a esser residenza,
osceno come squarci di risate
a massacrar le stelle
cadenti nei dimenticatoi
a senso unico, dopo l'ennesimo sogno,
il primo, dove ti rincorro nei corridoi
deserti di una biblioteca infinita,
torrida, ai limiti del rogo,
e ancora lì scrutarci dagli spazi
sotto le pagine sfogliate
mentre la pelle traspira pudore
che se non è amore fossero ettolitri
versati nelle bocche ingorde
per frantumazioni inenarrabili, crepe orride della terra,
non più risvegli col muschio sulle palpebre
e un roteare di canzoni d'addio dichiarato
utili ad alimentare il mordersi la lingua,
le labbra, che non percorrono dal fondo
il tuo sterno su, per puntellamenti precisi
all'ossessione -sesso e ossa-, all'altra
fossa depositarsi, posarsi
per l'ultimo breve, lentissimo tragitto:
la gola fino al mento. Non mento:
non so, non ti so.



Parma, 3 Agosto 2011

Insolazione


Ogni stazione un punto di tradimento
Gocce piovute da un albergo senz'amore
Lontana lei che si è abbandonata. Alla merda
e poi la tenia.
(Ex-amanti puttaneggiano competendo
ammiccamenti d'assalto dei fuori sede
Ardore d'inserimento
Il rassicurante mondo per psicopatici
in carriera dell'indierland milanese.
Destinazione: Africa orientale)
Volevo cancellare queste nuvole
e gustare il suono della lotta, lottando
col pensiero in mansarda,
a bauli chiusi.
Non conviene a nessuno la sincerità
cavata come schiuma inevitabile
del mare mosso implasticato.
Sarà un tango col coltello tra i denti
prima di addormentarmi sulla pelle ustionata.
Quale sonno sconsiderato, sbarrato
Tentacoli serviti all'ultima pulsione
Una lingua la sua cicatrice
Quale sonno tradotto in urla
o quelle degl'infanti, commestibili.



Camogli, Romito Magra, Parma
29 , 30 e 31 Luglio 2011

Così lontano, così vicino


L'angelo sospeso sopra il tempo è caduto per lasciarsi tormentare dal demone di cui si è innamorato, ed è il tormento a generare.
Sta a lui decidere se allontanarlo per non più bruciarsi e così tornare a visionare gli uomini; o muoversi verso la fonte, al respiro, il sangue in poesia che combatte per il messaggio di luce.
Oppure, l'immobilità nel sale.



Parma, 2 Luglio 2011

Verso Franz K.


Di ragnatele il privato, depravato bosco...
una camera, specchio d'ombra, trappole
circumnavigabili, non solvibili
ombre negli specchi
infinite insonnie, una sola narcolessia...
allergia da contatto vivo, a meno che
singhiozzo
-Amami Milena! Traduci, vestimi-
lama che traccia un ponte, arco di voce
sottratta ai doni orfici
invenzioni le costellazioni ma ci si aggrappa
come i deliri passati, da risparmiarmi...
-dove la raccogli tutta questa malinconia?-
ti venero, ora finalmente chiusi i punti,
la tessera premi, spremitura,
malattia trasmissibile via grafema
mentre le mosche cupide rosolano al vento
prima delle otto zampe,
è l'Estate avvelenata.



Parma, 19 Giugno 2011

Composizione tangenziale

Oasi a triangolo color
erba della dimenticanza,
fiori gialli sparsi e altri
bassi serbatoi di moltiplicazione,
qualche sacchetto qua e là
avanzata magia della specie,
quattro frecce d'emergenti
voglie risucchiose in crescendo,
camion che contropelo ruggono,
raso sole in bottiglie scollate.


Parma, 5 Aprile 2011

Masticanza

M'incontri per caso - se la strada
non si squarcia nel mentre, lascia
la bocca esser prigione ai blablà e hihihì

L'unico gesto d'amor che mi puoi:
fottere violentemente, di più,
più tosto, oppure la solita finzione

La lontananza delle immagini trasmesse
di bombe su dittature e di troiai editoriali
e devastazioni ed è propaganda di Stato-quo

che non guarda... buttami per terra invece
battendo col tuo sangue, contro le pareti
grattugiare fino a far dimenticar di me(no?)

Aprire l'occhio impastato colla palpebra
d'un Polifermo che stupido è solleticare,
strappalo giù di trave e via a mare

poi qualcosa tornerà come sorpresa
perchè anche tu ardi d'esser presa
morsa sotto nuca (sì, i gatti), lacrima

ove il mal di mondo v'è racchiuso
e tramite papille roteanti saperlo
l'uomo, solo, al metabolismo infuso



Parma, 25 Marzo 2011

Atomica Limbica Luna

Albeggia una Luna
indicibile di gravidanza
innescante il principio
del circo dello Zodiaco,
lo zoo di Dio
a corna sparate su
Tre-poli girati,
nuclei che tremano.



Parma, 20 Marzo 2011

Temporale di Primavera, maledetta

Al riflesso nascosta nel finestrino
fiorita coi pilastri diluviati in prima linea
(trincee lungo i corpi questi sguardi)
cola il suo nasino
e non posso nemmeno pregare
affinché smetta
quel vociferare nello slabbrato telefonino
(non torna indietro, si accumula ritardo)
a nulla vale preoccuparsi
(se ho fame?- proprio non capisci
che ho il bisturi dalla parte dell'inchiostro
oh ri-verso in me!)
sprechi sinapsi
(abbiamo vino?- ti chiedo poi
togliendoti al premio Campiello 2004)



Milano-Parma, 19 Marzo 2011

Fruscio

Non importa, non importiamo
e nemmeno importuneremmo.
Implodiamo.
Al minimo fruscio
implodiamo,
e fosse almeno felino
per quel taglio egizio,
il contatto col magnetico
inconoscibile
da spingere nel sasso
il fantasma che le mani
s'è fottuto,
a me che piacciono dita
abbastanza lunghe
per scivolare su tasti
e farla godere da una parte
a lato, da qui a dove,
lo svisceramento
del cosmo



Parma, 27 Febbraio 2011

Nemmeno più un barlume

Nemmeno più un barlume
di voce
se posi l'orecchio
sulla bocca del pozzo

"Addosso,
mi muoio adesso"

non ha avuto lacrime da bere
non ha tracciato strade su corpi
non ha ceduto gli sguardi
ha rifiutato le viole
arse

Nella gola la terra del fondo



Parma, 26 Febbraio 2011


White room

Che ti divori la noia, come leopardi
affamati la mattina
nella giungla di clacson in panne
o in festa per vecchie dagli occhi neri
metastasi ai piedi
i loro panni da immolare

Hai mai urlato abbastanza
da sentirla
con te nudo
sulla cima più alta?
scomporla...

in acido piombo
e affilate notti alla fine
le occhiaie dei santi
erezioni estinte

e se di quelle quattro sigarette
te ne fossi tenuto una, per una volta
ci avessi creduto, magari lei...

(il bagno è freddo più del letto
la bottiglia non molla un battito)

dio come moriamo
amore

da qualche parte



Parma, 15 Febbraio 2011

Vacche magre

Ora che non è che la sua stessa ombra
-digiuni che prosciugano le ossa,
i "nonostante" che non le disse,
alcun meritarsi l'amore-
può estinguersi
liberamente

Espiri nelle nebbie

Il dubbio resta su quale vestito
listare il lutto



Parma, 14 Febbraio 2011

Fair play

Gli spettatori del calcio se ne fregano
degli abbandoni
in miseria
di chi non ha palle da far sudare
ma porte in faccia
cuori espulsi

Osano accennare a un'òla


Parma, 13 Febbraio 2011

Oracolo

I semafori cantano
la litania dei no
e "non la vedrai"...
camion infiammabili
gli fanno il pelo.
In salotto a camino spento
uno Schiele si frantuma
sui tasti del pianoforte.

Lo sputtanamento è totale.



Parma, 12 Febbraio 2011

Bachi da sera


Crisalidizzare

(Te



Me)

in poesia
mossa a pena.
Bisbigliarsi al volo
nel precipitar delle stanze.

Avessimo labbra vicine
per rami da bruciare.



Parma, 11 Febbraio 2011

Voce

stessi zitta, stessi zitta ancora
più di quanto riverberi
le mie prigioni
sarei lì a leccarti da terra
e assolverei i giudici
dalle condanne fatate,
folklore le stragi

scavo insenature nei corpi
sbalzati dal carro carnascialesco...
esseri cannibali, calibani...
feste del sangue, movimenti
slabbrati,
un ultimo grido
prima della moda



Parma, 9 Febbraio 2011

Pizza-express

Amore lontanissimo, più delle statue,
hai la faccia che si macera,
sia fatta la tua nolontà...
rimarrà il pensiero triste, fossile
in atmosfera tra la magra luna
e gli errori di rotta, l'ennesima volta...
le sigarette fumate
per disprezzo di sé, altissimo

Manca la forza, il sospiro fatale
da compiersi prima dell'inizio giro
nelle corsie degli ospedali,
chissà quale il letto della resa
"...scopra pure, ché la possa irriconoscere
definitivamente"
a passi falsi ho ballato
il canto delle sirene

Testa matta, nostalgia nei sogni,
scena spudorata di un abbraccio
dato al telefono chiuso, lacrime chiodate
e occhi crocifissi... tutto questo
è sempre e solo piccolo guadagno,
un fare consegne a domicilio
divorando con gusto la strada...
qualcuno lascia la mancia
gli altri non hanno fatto la guerra



Parma, 7/8 Febbraio 2011

Fili sulle strade


Mentre interpreti, dunque fingi
-"finta è questa Primavera che fa
godere del girare senza guanti"-
che sia grave ogni respiro
gravido del germe eterno
prima e poi l'incidente vitale,
succede per strada una quiete
dove i palazzi dagli opposti lati
si lanciano sguardi d'amore
da perderti d'imbarazzo commosso.
Solo i baci sanno spogliare l'anima
e anche se il debito le sopravviverà
stendi le palpebre ad asciugare,
il finale vien da sè.



Parma, 6 Febbraio 2011

Quello che vogliono

In tensione se mi graffiavo
pur di piangere in qualche modo,
l'agilità del criceto chiuso nella ruota-
poi dare senso a tutto pur di togliere
ossigeno al salice
e perdere la vista al bordo.
Le parole continuano a fare quello che vogliono
e niente ho spiegato davvero. Le parole:
quello che gli altri vogliono.
Le rughe del corpo nel buio
mentre la sua assenza stride
e poco mi offenderebbe se...
poco importa, il quark
è più grande di me.
Consolazioni e crimini spesi a peso di grumo
se non raccontati a chi ne farebbe strage...
orripilante è solo lo specchio;
nemmeno le flotte batteriche! le nostre
si coalizzerebbero per quali sorprese.
Non salto dalla sedia,
giro l'angolo dove hanno apparecchiato
di fretta la carcassa logorroica
"non tagliarti, non tagliarti più!
solo io posso succhiare il puro rimasto"
e mi eclisserò dietro la gente mentre
vedrò che dalla balbuzie si può guarire
ma già tacevo.
Dalle bugie, dagli anelli regali -
regalàti
la fuga non tiene.



Parma, 3 Febbraio 2011

Il mio amore

Così la vittoria
è di chi dedica e dimentica.
-MDA
Lo senti questo scrosciar violento
delle cascate in orizzontale?
senza gravità vorrei dire
se gli angeli offrissero
mani da afferrare e
meno puntini di
alienazione

(Signorina Inesistenza,
cosa combatterai dunque?
La sua immobilità? La normalità
dietro le strascicate contraddizioni
di un ergastolano?
Oggi i nomi sono sordi
e ci si rivolta dentro le parentesi)




Parma, 2 Febbraio 2011

Esagelo

Asfissiare in totale assenza d'equilibrio
Peso d'amor(fo)
"Qualcuno m'ha dato del surreale
eppur'implodo"
Se ti sapessi ti assaporerei
ma il Vuoto ha in me le sue radici



Parma, 31 Gennaio 2011

Calcare

I palchi son tanto piccoli
o poco siam capaci di concentrare
l'inconsistenza, (de)vasta la bufera...
basta un qualsiasi incidente
a far crollare le dighe
trattenute, a contaminare il golfo.
I filtri limitano il fluire
dei rubinetti sulla pelle
pur pulita e così sfalsata.
Ogni giorno un pensiero regredisce
dall'immagine mentre niente dà più senso
ai denti che un bel calcio di rovescio.

Còlmati fra le sue intermittenze.


Parma, 29 Gennaio 2011

Occhio di vuoto

Blocco tagliato.
Participio remorto
al pulviscolo controsole.

L'eterno non detto
appeso ai punti. Ai ponti.
Il gesto è amputazione.

Appena un miagolio incrina
l'incanto, la fissità
che tracima nel vetro.



Parma, 25 Gennaio 2011

Melancolia

L'ombra nel deserto
all'ora di punta attraversa
il viso del bimbo spettinato
con le foglie in riva al sogno
"Sfiorisca la bella strega
se sfuggente l'appassisse"
Una mela ogni pianto


Parma, 23 Gennaio 2011

Apro la finestra e parole...

Apro la finestra e parole
come bestiole strusciarsi
nell'erba ghiaccia e cicatrici
sulle braccia mute bisciando
aprir le bocche
a risucchiar la notte.


Parma,
un'alba di uno dei primi dì
di Gennaio 2011

The dark side of the Station

Sotto la rete di nebbia
in metallo, disossati occhi.
Passeggeri ciechi d'un'alba
d'amore in siccità -così
assente la sorgente sanguigna!-,
sì la città proceda gli usuali
suoi fischi per niente fiacchi.
Croci stilizzate sospese su
tram-atizzati vortici...
tentativi di scompisciarle:
strobospecchi e labirinti al neon;
Puk, il folletto evaso di telefono;
overdose d'intralci televisivi;
parole esploste come strazi:
il cuore negli atomi di Dalì.
Prima che il treno parta
mai più si riperda al peso
di attimi piombati, se vero fosse
tutto in concorso per l'oblio.


Milano -> Parma, 14 Gennaio 2011



Me meno Me

(non) sto.
pura virtualità.
virtù delle ali.
sia tutto virtualità:
simalati, dissimili,
simulacri.

e tu, il tuo sogno:
il fondo della tomba.
il tombino per la fogna
in cui tuffarmi. truffarmi
con Graziani dalle cuffie
che di grazia dà lezioni.

Parma, 9 Gennaio 2011