Felina
Mia micia sintetica e dolente
fatta ormai più di fenobarbitale
che dei molti peli e vibrisse,
con queste novità d'affetto
canino e voli dal balcone
manco fossi un gabbiano
ma anche per questo giro
lungo un giorno, ti ho ritrovata
un po' sbucciata e zoppa
ancora più accaldata
ma dai, intera.
L'aver smesso di concentrarmi
sul suono dell'universo
ha riportato forze torbide
in catene sequenziali
di un disagio poco edificante
e non starò certo qui
ad elencare, che solo a nominarle
le cose poi hai capito bene
il potere di realizzarle.
Ed è stato così che ti ho spinta
ed è così che il cinismo
va seppellito in profondità
per lasciare affiorare la luce
da ogni briciola, ogni corpo,
da me stesso immerso
nel paradiso che io so.
13 Giugno 2017
Il parto
La solitudine mi ha scolpito
a sua immagine e mancanza
e le connessioni risultano falsate,
complicate, denti serrati,
poi in un modo o nell'altro
giunge il momento del parto
il momento in cui il seme
che spari si materializza
se non vuoi friggere pezzo
per pezzo. Il travaglio
sarà una piazza dilaniata,
un rovistare nella spazzatura,
il delirio di quel che sfugge all'identità,
ma il bimbo con l'alfabeto stampato
sul corpo, è nuovo,
non ha colpa,
ha viso che si apre
e mani di girasole.
Quel che eredita rimane,
sintesi di un sentire
che diventa onda fresca
dopo il deserto.
E mi porta nel mondo
prima di me.
Ci guardiamo un po'
la somiglianza ci sorride
e in una corsa divergente
ognuno conquista la propria
rinnovata promessa di fertilità.
11 Giugno 2017
Segni d'amore e disamore
a S.
Primo segno
E se fosse mare
a voler prendere
il nostro cuore
cosa ne faremmo?
Seguiremmo il
sogno
di un piccolo
pescatore
che ha vinto un
giocattolo
di legno e ne fa
nave pirata
carica di un
bottino immenso
come l'amore
racchiuso in una parola
che materializza
nel buio, il sole.
2/01/17 Camogli
-
Secondo segno
Al bordo del mare
ci era facile
calcolare i
millimetri tra noi
di vicinanza,
e ancora non
bastavano
tanto era il
volerci inglobare
l'un l'altro,
poi un'onda più
grossa
e un poeta del
posto
ci ha trascinato
e io prendevo
carta e penna
e tu nuvola di
Luna
avevi già capito
tutto quanto.
3/01/17
-
Terzo segno
Sonno, leggero
portami lungo fili
d'oro
ai piedi della mia
Regina
io, cavaliere dai
piedi di vetro,
non a
sottomettermi
sì ad annunciare
che gli animali
nel bosco
si sono svegliati
e l'orso ha
voltato
l'ansa del
torrente.
Quel che sboccia
agghinderà le
stanze a festa
del Gran Palazzo,
e i bimbi già
danzano
vorticando intorno
agli occhi di lei:
con un gesto
ha rischiarato il
sogno.
3/01/17
-
Quarto segno
Senti il ghiaccio
pungente
di Gennaio?
E il peso degli
occhi degli altri
sui nostri baci?
E' questo il
prossimo passo,
il dissolvimento,
il sentirci noi
ovunque e comunque.
Sia l'ardore
fonte
d'ispirazione.
Sotto forma di
vapore
respirerà il
cuore.
4/01/17
-
Quinto segno
Un fulmine
addomesticato
è pur sempre un
fulmine...
rifornisce
d'energia
migliaia di case
in cui persone non
morranno
di freddo.
Certo non ci sarà
più
la meraviglia
sublime
dello spettacolo
squarcia-aria
e la vibrazione
che dirompe
e il bosco che
brucia.
Allora ti metti le
mani sul viso.
Un fulmine
addomesticato
è pur sempre un
fulmine.
5/01/17
-
Sesto segno
Mi siedo un attimo
e aspetto che
passino gli ippogrifi.
Li ha inviati lei
e il messaggio
dovrà essere
sicuramente
ardente.
Dismetto i vestiti
da lavoro,
indosso il volto
dell'amante,
le mani
pianificano
un'ascesi ai
confini delle ombre.
7/01/17
-
Settimo segno
Tu che dove passi
crei
e doni fiori di
loto,
allo stesso modo
nel mio petto.
Tutto si apre.
Il mondo è una
pieve illuminata
in cima al monte
dove le anime
amate
vanno a riposarsi.
8/01/17
-
Ottavo segno
Facciam l'amore
e facciam poesia,
facciamo
dell'amore, poesia,
poesia d'amore,
mentre ci amiamo
poesiamo...
mi tiri fuori il
mare
così lascio
schiuma d'onda
ovunque
e sorridi e
t'inebri
come Sirena
che a sé ha
catturato
il suo Ulisse.
10/01/17
-
Nono segno
Insieme ci
addormentiamo
davanti a Lemony
Snicket
e ci svegliamo col
sole
che proietta le
Alpi innevate:
Trasparenza
mostra quante
puntate
ancora abbiamo
della serie
dei nostri
abbracci.
La connessione
funziona benissimo.
Grazie.
14/01/17
-
Decimo segno
La meraviglia di
essere io ad amare,
ad essere amato,
una scheggia
di gioia
inaspettata e ancor più
in grado di
poterlo fare...
e ci penso e ogni
volta è incredibile.
-Io. Io? Tu con
me?
Tu meraviglia
assoluta!-
Ancora divago di
fronte all'entusiasmo
del ricevere, ma
so di che pasta sei fatta,
di che forza
lunare, che io mare salgo
attratto fino a
diventarti cielo attorno.
15/01/17
-
Undicesimo segno
Schiocchi di baci
dietro le quinte...
qualcuno fa una
giravolta e diventa
Il mendicante
senza memoria
sceso dallo Spazio
che lascia passare
la ballerina zoppa
guardata di
sottocchio
dal commesso
dimesso
che s'inchina alla
spocchia
della ricca
nullafacente.
Il critico d'arte
si mette in posa
e compete con le
ambizioni
dell'attore
attratto
dalle luci
oltreoceano
ed è tutto una
perdita di tempo
per la nevrotica
Clotilde
ed è tutto amore
per il poeta
dalle mani di
cristallo...
quell'amore
nascosto
che ci consuma.
24/01/17
-
Dodicesimo segno
Avevo un getto di
fuoco
fra le mani
da lanciare fra il
tuo cuore
e farne torcia per
le nostre notti
e i dis-astri:
cieli senza stelle.
Ed è ancora qui,
dietro questa teca
di silenzio
a lasciar la tua
stanchezza
esser dolce,
ritrovandoci alla
sorgente.
7/02/17
-
Tredicesimo segno
Sul tuo pallore e
gli occhi velati
navigo lento come
Rompighiacci
che fa Crack
immensi, rimbombanti
per l'aria vuota
intorno
e ritorno con
spiragli di Primavera
fra le mani, raggi
di sole
catturati da
legarti intorno al collo,
catene d'amore a
cui aggrapparti
se senti sotto i
piedi il crollo.
Sono qui, non mi
muovo,
non mollo,
ammorbidisco se cadi,
pavimento di
petali,
e risorgi mia
Donna fra le donne
in una densa nube
di note profonde
profumi nuovi,
gesti quotidiani
di bel silenzio
bollenti.
8 Marzo 2017
-
Quattordicesimo segno
E si spaccano le
nuvole
sul tuo dolore da
condire
sempre e solo
d'amore.
1/04/17
-
Quindicesimo segno
Mi lascio andare
all'amore
e sento quanto sia
più potente
di ogni pensiero,
ogni strascico,
ogni amputazione.
Anche ora che non
ci sei
e ci sei comunque
-come il sole,
come la grazia
delle tue mani da
cui escono
fiori di loto- io
sono io
e doso parole
gementi
di spropositata
bellezza,
la stessa
dell'anima
a cui attingono,
forza
esplosiva che
distrugge
ciò che è
distruttivo
e si prende la
libertà
di essere libero
sopra
i liquami
soporiferi dell'annullamento.
Perchè ogni
abbraccio
sia solo un
abbraccio
che nulla chiede
ma che risponde
folle
di vibrazioni, di
onde,
lacrime di gioia.
Le domande son
finite,
è tempo di vivere
con gli occhi
pieni di incanto.
E mai ci manchi la
poesia.
Riscoprirci nuovi:
la neve
ogni volta che
cade.
4/04/17
-
Sedicesimo segno
Anima dai bordi
bruciati
arràmpicati per i
vuoti
del tuo esserti
adagiata
e lo sai che ogni
passo
dev'essere
determinato,
sangue nella
roccia.
Mentre laggiù si
fa la guerra
non ti sei gettata
nella mischia
a difendere il
lupo dal cerbiatto.
Allora ambisci a
scalare
per ricordarti che
l'amore
è bellissimo
riflesso nella fossa
e foss'anche che
ci lasci le ossa
in questo bosco,
il cuore
avrà messo su gli
artigli.
Lungo qualsiasi
sentiero
arriva, cima che
sia,
anima dai bordi
infuocati.
9/04/2017
-
Diciassettesimo segno
Primavera,
lasci gocce di
sangue
per terra, le
porte sbattute
in faccia al tuo
amore.
Sboccia comunque,
anche dolorante,
che se c'era da
costruire, crescere,
affrontare, lo
farai da sola,
per chi vorrà
cogliere l'effluvio
del tuo ardire,
per chi si farà
inghiottire dal
vortice di polline,
per chi saprà
condividere fino
in fondo, senza la
presuntuosa
paura di
inconsistere,
chè mano nella
mano,
ramo intrecciato a
ramo,
sorrisi e mugolii,
anche la morte
diventa un fiore.
19/04/17
-
Diciottesimo
segno
Cos'avete
uccellini da cantare tanto
alle
quattro del mattino?
Siete
graffi sul vetro
al
secondo piano!
L'incubo
che mi sveglia
ogni
notte a strapparmi il cuore
per
farvi il nido.
1/05/17
-
Diciannovesimo
segno
Ogni
tanto i tuoi occhi
s'illuminano
allo specchio
posto
in fondo a una grotta
dell'oceano;
eccoti intero.
Così
tremano vene
crollano
muri
esplodono
paure.
Si
splancano le porte della ricezione.
Nel
disastro, il sentiero.
L'incubo
si scioglie.
Il
mattino torna a essere mattino.
5/05/17
-
Ventesimo
segno
Ho
fatto poesia o burla
Di molto e molto altro ancora
Faró, a volermi moltiplicare
Tramite il suono in parola
E disintegrazione di senso
Per ritrovarmi fulminato
Allo specchio, uomo
E particella, astro
E vortice bulimico.
Quel giorno l'occhio
Non piú ha permesso
Che nemmeno una briciola
Di luce sfuggisse, cosí
La mano sul tuo petto
S'é fatto carnivoro fiore.
Finito il suo pasto,
Appassito.
Di molto e molto altro ancora
Faró, a volermi moltiplicare
Tramite il suono in parola
E disintegrazione di senso
Per ritrovarmi fulminato
Allo specchio, uomo
E particella, astro
E vortice bulimico.
Quel giorno l'occhio
Non piú ha permesso
Che nemmeno una briciola
Di luce sfuggisse, cosí
La mano sul tuo petto
S'é fatto carnivoro fiore.
Finito il suo pasto,
Appassito.
23/05/17
-
Ventunesimo segno
Ci
rivolteremo di continuo nelle lenzuola
In attesa di una mano che plachi il cuore,
I flussi di irrequietezza tra le sinapsi
Fino a trovare il ritmo giusto, la battuta
Sull'accordo semplice, senza sincopi...
Lo sguardo magico, specchio muto,
Sentiero di montagna, lungo
Il sogno liquido di trasparenza.
Scavallare, giungere al tremendo
Abbraccio, fusi in un unico mare,
Tempesta, morte della morte.
Lieve galleggiare nel cielo
Il mattino. Le armi per terra.
In attesa di una mano che plachi il cuore,
I flussi di irrequietezza tra le sinapsi
Fino a trovare il ritmo giusto, la battuta
Sull'accordo semplice, senza sincopi...
Lo sguardo magico, specchio muto,
Sentiero di montagna, lungo
Il sogno liquido di trasparenza.
Scavallare, giungere al tremendo
Abbraccio, fusi in un unico mare,
Tempesta, morte della morte.
Lieve galleggiare nel cielo
Il mattino. Le armi per terra.
26/05/17
-
Ventiduesimo segno
Bruciano
le vene fino alla foce,
alla sorgente, il lago di lava
che precede ogni mossa.
Ogni fottuta ragione.
Esplode ancora il grido
nel silenzio, si fa occhio
di leone, mano che strappa
La pelle, pietra incisa su cui
Splende violento un nome.
Il nome. La sua grazia folle
Consuma i vivi, grati
Di essersi superati,
Avvicinati al sole,
Alla notte profonda,
Al senso del viaggio
Infinito che accompagna
Ogni cosa. Ora rinchiudetemi
Col mio amore in una scatola
Dalle pareti azzurre e un pavimento
Di bosco, così che i verbi
Si spengano, liberi d'esser
Soltanto immagini riflesse
Di altre immagini, di altre immagini,
Di altre immagini... il cadavere
Dell'ego, la dolcezza di un bacio
fra i seni, la veritá feroce
Di una poesia scritta all'alba.
alla sorgente, il lago di lava
che precede ogni mossa.
Ogni fottuta ragione.
Esplode ancora il grido
nel silenzio, si fa occhio
di leone, mano che strappa
La pelle, pietra incisa su cui
Splende violento un nome.
Il nome. La sua grazia folle
Consuma i vivi, grati
Di essersi superati,
Avvicinati al sole,
Alla notte profonda,
Al senso del viaggio
Infinito che accompagna
Ogni cosa. Ora rinchiudetemi
Col mio amore in una scatola
Dalle pareti azzurre e un pavimento
Di bosco, così che i verbi
Si spengano, liberi d'esser
Soltanto immagini riflesse
Di altre immagini, di altre immagini,
Di altre immagini... il cadavere
Dell'ego, la dolcezza di un bacio
fra i seni, la veritá feroce
Di una poesia scritta all'alba.
29/05/17
-
Ventitreesimo
segno
Allora
una vocina storta
Scende prima di sognarti
A dirmi: "Smetti di scrivere
Se vuoi dimenticare"
Ma che diritto ho io
Di spegnere il punto più caldo
Della mia anima? Di amputazioni
Ne ho subite e la penna
resta pur sempre
l'áncora di salvezza,
la bacchetta magica
che distende le ali.
Quindi scelgo di sputare inchiostro,
Digitare caratteri,
sia pure da fiamme e graffi,
in qualsiasi modo e stile,
che sian favole o invettive.
Vengano incomprensioni,
Indifferenze o applausi,
Ridano pure i demoni di pietra,
Ma che sempre mi avvolga
La musica a trascinarmi
In lunghi sospiri, dove ti vedo
Ballare nei prati e poi chinarmi
A baciarti i piedi, atto
Totale d'amore, la parte
Più bassa e sporca della vita
Diventa rugiada. L'eco
Di un pianoforte, l'uscita
Di scena, uno sguardo
Tra gli sguardi, il sapere
Di esser salvi.
Scende prima di sognarti
A dirmi: "Smetti di scrivere
Se vuoi dimenticare"
Ma che diritto ho io
Di spegnere il punto più caldo
Della mia anima? Di amputazioni
Ne ho subite e la penna
resta pur sempre
l'áncora di salvezza,
la bacchetta magica
che distende le ali.
Quindi scelgo di sputare inchiostro,
Digitare caratteri,
sia pure da fiamme e graffi,
in qualsiasi modo e stile,
che sian favole o invettive.
Vengano incomprensioni,
Indifferenze o applausi,
Ridano pure i demoni di pietra,
Ma che sempre mi avvolga
La musica a trascinarmi
In lunghi sospiri, dove ti vedo
Ballare nei prati e poi chinarmi
A baciarti i piedi, atto
Totale d'amore, la parte
Più bassa e sporca della vita
Diventa rugiada. L'eco
Di un pianoforte, l'uscita
Di scena, uno sguardo
Tra gli sguardi, il sapere
Di esser salvi.
30/05/17
-
Ventiquattresimo
segno
Esplode
un meteorite
Sul cielo d'Emilia
ma non me ne accorgo,
E m'interesso di ciò
Che non importa.
I segni dell'apocalisse
Li riconosco in altro:
La mia gatta che si contorce
L'ironia che si fa scherno,
schermo
Le risposte non date
Quelle non ricevute
O peggio, non comprese
Il senso di sospeso
che é soprattutto autosospensione
La mancanza di sintesi
che spesso basterebbe un sol bacio
o perché no, uno schiaffo.
Sul cielo d'Emilia
ma non me ne accorgo,
E m'interesso di ciò
Che non importa.
I segni dell'apocalisse
Li riconosco in altro:
La mia gatta che si contorce
L'ironia che si fa scherno,
schermo
Le risposte non date
Quelle non ricevute
O peggio, non comprese
Il senso di sospeso
che é soprattutto autosospensione
La mancanza di sintesi
che spesso basterebbe un sol bacio
o perché no, uno schiaffo.
31/05/17
-
Venticinquesimo
segno
Quando
son nato avevo trentasei anni
E ho imparato che i gatti
Per quanto ci provino
Non sanno volare
Che gli umani invece costruiscono
E talvolta si pérdono
Nelle proprie costruzioni
Poi non si perdonano.
Quando son nato avevo trentasei sogni
E tanto caldo, e tanta voglia
Di leccare pelli sudate
E di battere il ritmo
Su ció che mi capitava
Poi fuggire
Sbattere veritá
Per poterle rompere
Scrivere e aggiungere
Sale alla noia
Nascondermi nel primo vagito.
Quando son nato avevo trentasei bestemmie
Una più colorata dell'altra
Che in fondo l'arcobaleno
É un sorriso amaro del cielo
Dopo un litigio tra forze immense
E allora mi chiedevo
Quando son nato
Cosa avessi conservato al mio tempo
Se non il sangue disceso
Dalla rabbia di mia madre.
Quando son nato avevo trentasei occhi
Con cui osservare e meravigliarmi
Delle trentasei costellazioni
Che io stesso ho disegnato
Ancor prima d'esser nato
Mentre scalciavo stelle
Nel grembo siderale,
E sempre ambisco
A lasciarmi cullare.
E ho imparato che i gatti
Per quanto ci provino
Non sanno volare
Che gli umani invece costruiscono
E talvolta si pérdono
Nelle proprie costruzioni
Poi non si perdonano.
Quando son nato avevo trentasei sogni
E tanto caldo, e tanta voglia
Di leccare pelli sudate
E di battere il ritmo
Su ció che mi capitava
Poi fuggire
Sbattere veritá
Per poterle rompere
Scrivere e aggiungere
Sale alla noia
Nascondermi nel primo vagito.
Quando son nato avevo trentasei bestemmie
Una più colorata dell'altra
Che in fondo l'arcobaleno
É un sorriso amaro del cielo
Dopo un litigio tra forze immense
E allora mi chiedevo
Quando son nato
Cosa avessi conservato al mio tempo
Se non il sangue disceso
Dalla rabbia di mia madre.
Quando son nato avevo trentasei occhi
Con cui osservare e meravigliarmi
Delle trentasei costellazioni
Che io stesso ho disegnato
Ancor prima d'esser nato
Mentre scalciavo stelle
Nel grembo siderale,
E sempre ambisco
A lasciarmi cullare.
5/06/17
-
Ventiseiesimo
segno
Non
ho mai desiderato
Esser considerata bella
Non necessariamente,
Mi basta tenere un respiro
Di sorriso, un graffio
geniale nell'atto che mette
Su carta lo svolgersi
Dei mondi ulteriori
Strappando alla follia
Ogni sua stupida pretesa
Di annullamento, come
Le premure asfissianti
Come i doveri quotidiani.
Non dico certo di no
All'amore, ma lo apro
Come fiore rivolto
In miliardi di raggi
Allo spazio intorno
Ai sensi che s'invischiano.
Potevamo sopravviverci
Anima bella
A ogni legno di traverso
Tra le nostre pulsioni
E smorfie d'incomprensione,
Tra intense canzoni
E qualche attimo bruciato
Nella paura che libertá svanisse
Nel polline di Marzo,
Che sin troppo veloci
O troppo lenti i tuoi movimenti,
Mai un po' di tregua, fosse
Per dare aria all'entusiasmo
Così tappato,
O contemplarci a distanza
E amplificarci oniricamente.
Ti faccio ballare tra le mie parole
Nude e di terra e di foglie
E so che il tuo cuore
Ancora strappato, tornerá
A sciogliersi una volta
Disincantato dal mio sguardo
Di Medusa, mentre io libro
Su una corda e aspetto
Segni tra le nubi di passaggio
Che completino il quadro
Di un padre buono
Abbracciato alla sua bimba
Su un prato, alla sorgente.
T'invito leggero
A stringermi la mano.
Esser considerata bella
Non necessariamente,
Mi basta tenere un respiro
Di sorriso, un graffio
geniale nell'atto che mette
Su carta lo svolgersi
Dei mondi ulteriori
Strappando alla follia
Ogni sua stupida pretesa
Di annullamento, come
Le premure asfissianti
Come i doveri quotidiani.
Non dico certo di no
All'amore, ma lo apro
Come fiore rivolto
In miliardi di raggi
Allo spazio intorno
Ai sensi che s'invischiano.
Potevamo sopravviverci
Anima bella
A ogni legno di traverso
Tra le nostre pulsioni
E smorfie d'incomprensione,
Tra intense canzoni
E qualche attimo bruciato
Nella paura che libertá svanisse
Nel polline di Marzo,
Che sin troppo veloci
O troppo lenti i tuoi movimenti,
Mai un po' di tregua, fosse
Per dare aria all'entusiasmo
Così tappato,
O contemplarci a distanza
E amplificarci oniricamente.
Ti faccio ballare tra le mie parole
Nude e di terra e di foglie
E so che il tuo cuore
Ancora strappato, tornerá
A sciogliersi una volta
Disincantato dal mio sguardo
Di Medusa, mentre io libro
Su una corda e aspetto
Segni tra le nubi di passaggio
Che completino il quadro
Di un padre buono
Abbracciato alla sua bimba
Su un prato, alla sorgente.
T'invito leggero
A stringermi la mano.
6/06/17
-
Ventisettesimo
segno
Sará
tutto questo vento
A condurci
Abbracciandoci da dietro
Per le strade che rimbombano
Di finestre zoppicanti,
A cercare una risposta
Che non avremo mai
E la luna colta in flagrante
Si nasconde turchese
Dopo aver mangiato
I suoi nottambuli figli
Silenziosi e pazzi di desiderio
Occhi ululanti
Fianchi stanchi
Testa sbandata
Sigarette atterrite
L'agonia di una gioia
Che si strascica.
Il battito del sangue:
Litania violenta di
Dove sei
Dove sei
Dove cazzo sei.
A condurci
Abbracciandoci da dietro
Per le strade che rimbombano
Di finestre zoppicanti,
A cercare una risposta
Che non avremo mai
E la luna colta in flagrante
Si nasconde turchese
Dopo aver mangiato
I suoi nottambuli figli
Silenziosi e pazzi di desiderio
Occhi ululanti
Fianchi stanchi
Testa sbandata
Sigarette atterrite
L'agonia di una gioia
Che si strascica.
Il battito del sangue:
Litania violenta di
Dove sei
Dove sei
Dove cazzo sei.
8/06/17
-
Ventottesimo
segno
Schiacci
i tasti affamato
di terminare questo esperimento
di riversamento social
applicando poche correzioni
che talvolta fan piú danni quelle
che la prima intenzione.
Certo hai un progetto
improvvisato e di getto
come a volerti consumare
nell'ultima stanchezza
e dici "Non esser prolisso"
che mica é facile.
Mica é facile interessare.
La gente deve mangiare.
Cosí io digiuno. Di Giugno.
Non per chissá che:
il frigo è vuoto
e lo stipendio deve arrivare.
Con un pizzico di pigrizia,
perenne compagna fedele.
Mi prende fra le braccia
e nel crepuscolo mi porta
tra le primitive divinitá
che ridendo e burlandosi
si fan fuori come nemmeno
nel peggiore dei reality,
o giunge Prometeo
a bruciarli definitivamente.
Insomma, resto al di lá della soglia
a sollazzarmi con le visioni
che di qua il mio prossimo
personaggio giá m'ha promesso
essere un manichino
in mezzo al mare
e zero propensioni
ad umane fusioni. Effusioni.
Misera maschera,
ti affoghi sin da subito
il mio silenzio.
di terminare questo esperimento
di riversamento social
applicando poche correzioni
che talvolta fan piú danni quelle
che la prima intenzione.
Certo hai un progetto
improvvisato e di getto
come a volerti consumare
nell'ultima stanchezza
e dici "Non esser prolisso"
che mica é facile.
Mica é facile interessare.
La gente deve mangiare.
Cosí io digiuno. Di Giugno.
Non per chissá che:
il frigo è vuoto
e lo stipendio deve arrivare.
Con un pizzico di pigrizia,
perenne compagna fedele.
Mi prende fra le braccia
e nel crepuscolo mi porta
tra le primitive divinitá
che ridendo e burlandosi
si fan fuori come nemmeno
nel peggiore dei reality,
o giunge Prometeo
a bruciarli definitivamente.
Insomma, resto al di lá della soglia
a sollazzarmi con le visioni
che di qua il mio prossimo
personaggio giá m'ha promesso
essere un manichino
in mezzo al mare
e zero propensioni
ad umane fusioni. Effusioni.
Misera maschera,
ti affoghi sin da subito
il mio silenzio.
8/06/17
-
Ventinovesimo
segno
Come
mi piacerebbe saper non essere
attratto
da ciò che mi respinge
come
canta Niccolò che tanto
mi
accompagna così delicato
e
spolpante in certi viaggi
ma
com'è che mi fai così male
nelle
ginocchia
dietro
gli occhi
come
fossi stato per te davvero
un
incidente di percorso
che
ha spezzato un albero
indipendente
da qualsiasi causa...
non
è possibile
e
mi vien da dire che ci abbiam perso
entrambi,
per un'esclusione
senza
possibilità di replica,
per
delle intuizioni
-perchè
non sbagliate?
perchè
non frutto della tua di paura?-
che
han proiettato
immagini
al di là della possibilità
di
cambiamento. Assassinio.
Qualcuno
disse che eravamo sprecati
divisi,
e ci ho creduto
e
poi ho iniziato a tremare...
ci
fosse ancora il mare
sapessi
ancora rassicurarti
fissandoti
tra le braccia
e
lasciarti al tuo volo,
al
mio,
al
crollare delle colpe
dalle
cupole di dolore.
Si
capisce quanto poco ancora
ci
si capisca, e le parole, come vedi,
sbavano
sempre più.
9/06/17
-
Trentesimo
segno
Così
ci si confonde facilmente
e
si sovrappongono situazioni
come
fossero fotogrammi
di
un film in cui il protagonista
si
dimentica di andarsela a riprendere
e
lei a passo veloce va
e
indossa un abito nuovo
per
passi di danza da ripetere.
Con
un uomo imprudente.
Foss'anche
lo stesso di prima
fosse
pure, ci si confonde.
9/06/17
-
Trentunesimo
segno
Ho
ripreso ogni cosa con occhio
mimetico:
Angoli
nascosti dove vivono
gli
amanti
Custodie
di strumenti piene
di
fogli illeggibili
Lettere
appassionate lanciate fuori
dal
finestrino
Gesti
di mani sudate per litigi
contro
i muri
Espressioni
e trucchi, labbra viola
e
palpebre bagnate
Messinscene
di sogno per bambini
eterni
Gambe
avvitate e sessi connessi
empaticamente
Voli
di farfalle fatate, ombre
sulla
schiena, libri affilati...
Ho
ripreso ogni cosa:
non
certo i miei regali
non
certo la tua forma.
9/06/17
-
Trentaduesimo
segno
Divento
mai folle completamente
se
alla sera affacciato al balcone
case,
alberi, nuvole colorate
di
tramonto, lei, il cinguettare,
lo
strusciarsi della gatta,
il
ticchettare di qualcuno al computer,
le
bombe nelle piazze,
lo
starnazzare delle campagne elettorali,
lei,
lo sguardo offeso di mia mamma,
il
salutarsi degli anziani, i clacson,
l'odore
di carne alla griglia, lei,
la
sigla del telegiornale, la prima
stella
il flauto la chitarra lei
gli
inchini finali gli applausi
lei noi lei lei lei...
9/06/17
-
Trentatreesimo
segno
Declina
la mente e non tornare
sul
già dato, sull'indifferenza,
scivola
nel cielo di burro,
prendi
le ore per disegnare
un
paesaggio d'aria serena,
getta
d'un fiato:
scarica.
svuotati,
segna
il passaggio,
arricchisci
di baci la malinconia
e
diventa quel che sei
fogliolina
verde
scintilla
del cuore
fucilata
al tempo
muto
cantore
poesia
dedicata.
9/06/17
Marzo
Saranno pure giornate di sole
e
odori che trafiggono le vene
con
gli occhi vaganti lungo
sentieri
di piacere, ma vien
difficile
perdonare la vittima
incapace
di alzare la testa
a
insegnar la bellezza
al
carnefice, vittima
di
se stesso, della propria cecità
che
ha scelto proprio te
come
sua guida, ti ha messo
alla
prova e alla prova
le
tue paure, e tu?
Tu
hai solo saputo delegare.
Ti
ha rubato la merenda
o
ha schiavizzato il tuo popolo
o
ancora ha fottuto il tuo amore
e
bruciato la casa?
Ringrazia
di esserci ancora
e
di poterti ergere a passo fermo
dalle
tue ceneri, nuova luce
nelle
mani a costruire
quel
che ancora manca
o
che se c'è è corrotto.
I
tuoi agganci vulnerabili
sian
nascosti nella terra
tra
le foglie, mettan radici
forti
e sarà togliere l'ossigeno
all'incendio,
che se tra te
e
il tuo assassino c'è ancora
un
legame, vivi o no,
diventerà
ghirlanda
e
castelli di roccia.
Nessuna
speranza per chi
non
si farà mai un'opinione:
la
Primavera?
Solo
estetico sfondo.
26
Marzo 2017
Poesie di Paolo Cristallo
Un ciuffo di peli
felini
sul pavimento
statico
sfibrato dal sole.
Chi l'ha lasciato
lì
miagola nell'altra
stanza
e chissà se
piange
per la perdita
per un dolore non
decodificato.
Nelle sue pupille
vivono
pianeti in questo
condensato.
-
Stiamo fra queste
albe di ghiaccio e il cuore zampetta come cimice pancia all'insù. Mi
chiedi nuovi arpeggi con cui farti addormentare, ti porto in
spiaggia: il gabbiano morto ha preso male il vento e ora ti dispiaci
ma c'è ancora vento a scompigliarti la faccia, la posi sul mio
petto, ti quieti, sciogliendoti con le mani nelle mie tasche; senti
passare il primo pullman del giorno, una coppia di rifugiati ci
lancia un malinconico sorriso.
23/01/17
-
L'asfalto bagnato
ti invita a non uscire e rimani affossato in una pozzanghera nella
tua stanza, ma d'improvviso apri gli occhi e vedi i riflessi su
quello specchio liquido, spiragli in cui ti tuffi e ci sono pesci
tropicali, sequoie e stracci di nuvole ghiacciate, sorrisi di donne
coi loro figli, quadri dai colori intensi.
Ti giri e le tue
gatte si strusciano contro.
Le senti? Sono in
amore. Sempre.
6/02/17
-
Leandro (Il giocatore d'azzardo)
Volti e gabbi
o vieni gabbato,
se non ingabbiato.
Scopri le carte,
le rimescoli con
un frullio,
il re e la regina
si confondono
fino a perdere la
testa. La tua.
Il rischio è
alto,
la posta in gioco
ti esalta, esisti
perchè rischi,
altrimenti
al di sotto di ciò
è mare in
bonaccia
che ti uccide,
senza spasmi...
la monotonia in
cui la legge,
la convenzione
spesso ci costringe.
Un rumore alle tue
spalle
ti sobbalza:
fossero venuti
a prenderti? Non
importa,
non avrai della
tua vita le redini
-come chi del
resto?-
ma lo hai scelto
fino a far
dell'estremo, stile.
E nasconditi,
travestiti,
guarda con
sospetto
ogni ombra o
anelito di calore,
hai dalla tua la
costante
esplosiva emozione
del cowboy al
rodeo:
con tutte le sue
forze
a gambe strette
intorno
al dorso del
cavallo inferocito,
no e ancora no!
Con tutto il
sangue e il suo sudore
si crepasse il
cielo,
ci prova eccome a
non essere disarcionato.
9/02/17
-
Virginia (Invettiva ai mostri)
La sua spocchia
raccapriccia
coi suoi artigli
di plastica
pronti ad
affondare nelle carni vive
degli uomini
reali.
Per lei l'unica
ricchezza che vale
è l'unica a non
averne alcuna
fatta com'è di
menzogne e giochi
di specchi per
cadaveri ambulanti.
Si erge così a
schiacciare il prossimo
solo per quel
tanto che possiede
senza merito: la
sua esistenza
astiosa non è
concepibile senza.
Tanto che nemmeno
immagina
che in un mondo
privo di averi
nessuno è povero
veramente,
perchè niente è
in vendita,
tutto è dono, è
gioia.
Ma il suo nome
ricorda quanto
vergine sia il suo
cuore all'amore
foderato di dorata
glassa, non passa aria,
sorda alla
Primavera, se non al fruscio
del fiore di carta
e filigrana
che sì ha diviso
la naturale fratellanza
da farla scendere
in perenne guerra.
L'oscena
stupidità.
Quale compassione
allora, quale folle
atto di pietà per
chi non ne ha...
sia dunque il
mare, giustiziere supremo
a ingoiarla in un
fremito: lei,
i suoi mostruosi
simili,
il loro nero
Castello.
-
Paolino Cuore di Nonna
Oggi mi son
svegliato
e avevo una corona
in testa!
Nonna, mi
riconosci?
Io che mi muovo
delicato
e tutti mi
spaventano
con la loro strana
sicurezza
mentre io che
chiedo il consenso
per ogni passo.
Eppure mi han
fatto re!
Certo, il cuore
grande ce l'ho,
per te che mi
tieni sotto
la tua ala calda
come chioccia
col suo pulcino...
lo sbecchettio
fra le piume.
Nonna,
finchè ci sarò
non faràn
di te brodo! Ti
proteggo
con la mia spada
di dolcezza,
col mio sguardo
che dove cade,
ama, con leggiadra
timidezza.
Ti ringrazierò
mai abbastanza
per i sorrisi che
mi strappi
dalle lacrime
riservate
a mamma e papà,
così
di getto usciti di
scena?
Su questo palco
dedico
il mio regno anche
a loro,
e ancora a te,
alle tue rughe
fra cui mi
addormento.
13/02/17
-
Mi scaldo con il
cuore
prima di
avvicinare gli altri.
Potrebbe essere
un'avventura siderale
carica di fuochi,
magari non fatui,
che ti scotti se
non indossi
una pelle
ignifuga.
Allora piano ti
apri con le dita il petto
ti mostri
ti spogli
completamente
riconosci le
stelle
le abbracci
ad esse ti fondi.
27/02/17
-
Perseo
perso che ti sei
su questo palco
così come nella
tua testa
persisti nel
seguire il filo
che ti riporti al
centro del tuo cuore
come quel giorno
al mare
quando ancora la
luce
filtrava
attraverso una persiana
sul letto di colei
che ti teneva intero.
-
C'è un clap clap
che scompiglia
i frac dei
galantuomini
detti tali per i
loro soldi
magari fosse per i
modi
che aprino le
porte
a chi c'è rimasto
sotto.
Invece sono i
ponti
ad ospitare i
nobili
di cuore, e già
li vedo
i fiumi diventare
oro.
-
Da una spuma
d'onda
sorgi oh Donna, a
esplodermi
i sensi, tu che
dell'onda
erediti la curva e
la forza
e il sapore della
vita selvaggia
libera da ogni
giogo di potere
così criminale
quando si è fatto reale
a crederti schiava
solo perchè
il misero uomo la
tua essenza divina
non sapeva
amare...
ma come si fa a
non crederti
incarnazione della
Luna
quando la notte ti
specchi
nella tua infinita
liquida culla
che i miei occhi
si fanno gocce
di tenerezza, per
tutto il sangue
e l'anima e il
tremore
che alla tua
grazia sensuale
si vuole
abbracciare?
8/03/17
-
Ho trovato nella
tasca della giacca
una campanula
bianca, poi sono sparito...
ma solo per
tornare vivo e molteplice
a stupire ancora:
lince squarcia sillabe;
moscerino
solletica desideri; tartaruga
rosicchia
convenzioni, convinzioni;
galassia di note
silenziose; angelo
dalle mani di
fuoco che trasfigura
corpi a farli
ardere liberi nell'aria.
Ora qui, cristallo
d'Universo, vi dico:
“Lasciamoci
andare!
Siamo
il mare e la polvere
l'amore
e la paura
attraversiamo
l'abisso
sbricioliamo
gli Dei
diventiamo
finalmente Uomini!”
Aprile 2017
-
Pasqua
Suona un telefono
lontano
eppur mi chiedo:
che sia per me
quella voce in
attesa? Risponde ansiosa
una bimba: -Nonno,
hai preso l'uovo?-
e subito ride,
sollevata, innamorata.
Certo che è per
me quella voce;
ed è la mia:
si schiude il
fiore di ciliegio
il sepolcro di
Cristo
il becco del
pulcino
le mani del Budda
in mezzo al petto
e vedo lucido uova
appese
lungo i battiti
delle arterie
da rompere con
entusiasmo
e coglierne le
quotidiane sorprese,
dolci o amare, è
stupore,
è superarsi,
attimo per attimo.
15 Aprile 2017
-
25 Aprile 2017
C'è una
manifestazione fino alla Piazza
e una chitarra che
galleggia sul copriletto blu
e tutti cerchiamo
una liberazione
da ciò che ci
opprime
da ciò che ci
sveglia la notte col sangue in fiamme,
e la rabbia nei
pugni, e la mancanza negli occhi,
da chi si impone
col calcio del fucile
o con la promessa
che domani ci sarà
spazio anche per
te,
dalle fughe senza
sconti, dai finali illogici,
dal passato e dal
futuro,
dall'ego e i suoi
castelli mentali
in cui rifugiarci
quando non sappiamo
più ascoltare,
da chi fa anche
dell'arte un centro commerciale
coi turni sette su
sette, le offerte a buon mercato
valide per chi
“tanto va bene tutto” che in fondo
basta vendere, e
il cuore se ne va a puttane.
Da chi ha deciso
che è giusta la povertà,
dalle finzioni che
servono solo a sminuirti,
da noi stessi
quando non ci riconosciamo più
ma poi lo sai che
non ti sei mai conosciuto:
hai tutto un
oceano da esplorare
tiranni da
affrontare
miliardi di vite
da condividere.
Senti il vento e
ti ci butti a capofitto.
25 Aprile 2017
-
La canzone di Minuccio
Ascoltate miei
Signori
il vostro umile
cantore
che si presta a
raccontarvi
d'una storia di
dolore
d'una dama
innamorata
che nel letto si
consuma,
la sua anima
ammalata
e nessuno trova
cura
Ecco ora quel che
disse
prima di mandarmi
a Voi
con gli occhi
semispenti
e una fiala in
mezzo ai denti:
Se proprio devo
morir d'amore
che ad amare ci
vuol coraggio
quel che mi manca
a chiamarti per nome
quel che mi resta
di questo Maggio
Se proprio voglio
morir d'amore
sia il sogno in
cui mi stringi forte,
re del mio cuore,
cuor del mio regno,
poi null'altro
chiederò alla mia sorte.
Questo è quanto
mi lasciò la sua
voce
che io vi portai
spezzate la sua
croce.
Maggio 2017
-
Poesia dei teatranti ostinati
Vibriamo sulla
scena in attesa
del miracolo che
spenga il vento
nero che ci ha
spinto dentro
con tutti i
desideri abbandonati,
teschi notturni
nelle sterpi,
e le speranze
tradite, baci cuciti.
Sentite come
sbatte la porta
alle nostre spalle
ogni volta
che un sorriso
viene ucciso?
Ogni volta che un
cuore crepa
di silenzio?
Allora i nostri
occhi si cercano
ripetendoci:
“Passa, passa, passerà!
Perchè questa è
la legge...”
Sforzando di
crederci, di correggere
la rotta del
vascello destinato
alla tempesta, di
diventare altri,
personaggi di
fuoco, eroi e pazienti,
combattenti con
artigli a estirpare
la peste annidata
nel petto
pronta a
sciogliersi in un canto
che vola via, e si
perde un palloncino
nel cielo, le
storie al di là
del tempo,
racconti di uomini
e fantasmi, a noi
uniti ora
in un solo corpo,
il corpo stesso
del teatro:
medicina,
farfalla, sogno trasparente.
Ci siamo capiti,
ci siamo amati,
torniamo fuori e
siamo il sole.
13 Maggio 2017
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