Ecco, la mia faccia giá la sapete,
è inutile fotografarla mentre mangio
focaccia di Recco seduto in spiaggia
dopo un bagno freddo da far urlare
le ossa, come quel finale di sogno
in cui scagliati contro una madre
indifferente, una serie di vattene
disperati da bruciare gli occhi.
La rabbia in ogni cellula,
cementata viva.
Il paese è pacifico deserto
da attraversare: ogni vicolo,
la brezza, l'onda lieve che bacia
la riva, il contorno delle colline
a farmi da corona, il richiamo
dei gabbiani volteggianti nell'azzurro
pastello o in attesa di elemosinare
un avanzo del mio pasto, deserto
anche le poche persone presenti,
anziani francesi giocatori di bocce:
figure metafisiche attutite come la neve
del Sillara riflessa da vicino sulla Cisa,
e attutiti certi giudizi fosser'anche
ingenui e precisi, dedicati e depositati
da pulpiti ben poco presentabili.
Li sciolga lo iodio insieme
al catarro incrostato in gola.
Quasi nudo, dietro me
misurate decorazioni luminose
a quest'ora spente, e sorrido
nell'ipotizzare l'invenzione insidiosa
del mio "Concerto malinconico di Natale".
Moneglia, 17 Novembre 2017
Apofenia
Cerco nei numeri e nei nomi
connessioni da cui inventare conclusioni,
cerco nei gesti dolci e nei tuoi occhi
la chiave che disserri la gabbia,
cerco di svegliarmi dal coma
e trarre braccia dal mare,
cerco di ridurre al minimo i consumi,
cerco bocche da pescare,
cerco di evitare feste affollate
e follie da spiegare,
cerco di smettere il compiacimento
nel dolore, le persone lamentose,
cerco un viaggio che mi sconvolga
che sciolga i legacci ai polsi,
cerco nelle date i ritorni
e nei ritorni ricordi buoni,
cerco canzoni da incantare,
cerco di far sorridere
mi trovo a sorridere,
cerco fantasmi
svelo lenzuola.
12 Novembre 2017
Varchi
Corpi in corsa verso varchi
aperti portanti sopra
arcobaleni per scagliarsi
contro scogli e cogliere
dell'altro il meglio spruzzato
dalle arterie: fili rossi
di pupazzi ricrea materie,
mattine radioattive dove
l'occhio socchiuso filtra
la coltre e trema la morte.
4 Novembre 2017
Dissonanze
Dissonanze aperte sotto le dita
non foss'altro per non lasciare
così sospeso e muto quel sentire strano
che insomma non puoi nemmeno
palesare più di tanto
come dipinto ricco di particolari
da accecare il passante
e allora via di due pennellate
gettate e distorte
via di scricchiolar di foglie
via di sigarette e oscenitá
via di sguardi obliqui e parole
tagliate col limone
via la punteggiatura
via la comprensione la compressione
il freno frigido dell'addomesticabile
senza seni e senza mani
al loro vagabondare i cani
4 Novembre 2017
Rinoceronte
Leggero come rinoceronte
attaccheró al soffitto
l'ultimo sospiro di piacere,
l'ultimo anelito di attenzione
nei miei confronti, e scaravolteró
i meandri fino a trovare la causa
degna di riversamento, che ce n'é
da combattere a unghie dentate
fino all'esplosione del momento.
Saranno ancora metafore
le lance da affondare
nel ventre del nemico
o secco come cipresso
precipiteró intero?
La parola é nuda.
Lava di ghiaccio.
Sangue acido.
Amore armato.
La parola é nuda
e la vanitá padroneggia.
24 Ottobre 2017
Improvvisa-monte
Aveva proprio bisogno di disintossicarsi
dalla cittá, di attraversare la fatica da solo,
di scrollarsi il "dovere" dalle dita,
e lassù... lassù... che incanto!
(il mare lontano; il suo amore)
Poi giù nel bosco una volpe
curiosa e furtiva
in cui un po' si rispecchiava...
e ancora non gli bastava:
tutta quella bellezza gli chiedeva
di svuotare la mente completamente,
così un prato...
dall'abbandono il pericolo: una serpe velenosa!
"Via! VIA! VIA!"
Finalmente gl'importava più di nulla.
Orfano di radici
ho adottato il cielo.
24 Ottobre 2017
Divinità
Dei colori che si fanno più intensi quando decadono.
Dei battiti che si riallineano al pensiero quando si raffreddano.
Dei corpi che bastano a se stessi quando si fondono.
Dei porci che razzolano nella loro merda, eppure li mangiamo.
Dei silenzi in cui mi rinchiudo quando ho male dappertutto.
Dei gesti gentili che elargisco quando ho bene dappertutto.
Dei cieli d'ossa e cemento e ogni spiraglio di luce
é una liana a cui aggrapparsi.
Dei ricordi che più li uccidi e più tornano vivi come bestemmie.
Dei ragazzi camminano per strada e le loro urla
sono la cosa più semplice del mondo.
Dei tempi persi e quelli conquistati e infine dilatati.
Dei sorrisi e dei pianti, dei gridi di battaglia, dei suoni buoni,
dei sogni in cui sarebbe bello rimanerci o ancor meglio, di farne nuovi.
Degli dei e degli eroi, come degli amori che sono ridicoli,
che sono polvere, che sono desideri di esseri irrealizzati.
19 Ottobre 2017
Poesie per un'escursione nel bosco
I. Introduzione al silenzio
Shhhhh! Shhhhhhh!
V'inizio al silenzio.
Il silenzio.
Quel silenzio che fa godere
appieno della meraviglia,
dell'esistenza,
della luce che cade obliqua
e risorge dietro gli occhi
a scoperchiare l'organo divino
della contemplazione che si nutre
di silenzio e lentezza
fino a portare nel regno del mistero,
della fantasia, l'arcano che si fa carne
ed entriamo in contatto con il segreto
acceso, con ció che sembra andato
ma é sempre presente:
nei cicli di vite
in trame intrecciate di fiabe
ai sensi che si sciolgono in amore
come nell'amore qualsiasi
messinscena é reale...
i colori delle stagioni ci vestono,
folletti zompettano fra le vene,
le ombre degli alberi sono streghe
che ridono prima di bruciare,
chitarre e flauti e parole
armi di poesia nelle mani
di selvatici pastori,
frusciar di lupi fra le foglie,
noi stessi animali e fantasmi...
passi che si muovono
sul ponte sospeso,
specchio d'acqua
e non saremo Narciso e nemmeno Ofelia
sí l'increspatura stessa del vento
e in silenzio, come sassi alchemici
tocchiamo il fondo: dorati scrigni
per chi ancora ci cercherá...
Shhhhhh!
9 Ottobre 2017
-
II. La fata innamorata
Su col vento di mare
con il polline e la magia
mi son lasciata trasportare,
ho attraversato il crinale
fino a scollinare, fino a cadere...
impigliata in cima all'abete
non so quanto ho dormito,
certo ho aperto gli occhi ed era notte...
un'ombra rossa, veloce
rotolava davanti ed io
di nuovo libera di fluttuare,
allora volli sapere chi d'un tratto
m'aprí il cuore che di clorofilla
sgorgava, e dove mi muovevo
scoppiavano le more
fiorivano le stelle...
"Chi era? Chi era?"
Lo volevo con me, lo volevo accarezzare
ma non riuscivo a tenerne il passo...
appariva, scompariva tra le rocce,
ghignava fuggendo dalle case
e vacche e cavalli scalpitavano
nelle stalle con le loro feconde trecce.
-Prendi i miei capelli
e legali stretti alla tua scia!
Se mi faccio lupo t'avvinghierai
alla mia criniera e giù insieme
a valle ad affogarci di sangue?
Se divento albero cavo, verrai
a rifugiarti nel mio tronco
quando il sole ti minaccerá?
Se fermo il tempo cesserai
di saltare senza tregua
mio piccolo matto folle folletto?
Ecco invece mi hai contagiato
e sbatto come civetta ferita
fra le fronde, chè sembran valanghe
d'inizio Primavera i miei pensieri!
Io che realizzavo i vostri sogni
chi si cura ora dei miei desideri?
30-31 Luglio 2017
-
III. L'uomo selvatico
Il gregge adesso dorme
e il latte fermenta a generare
universi che ora ch'é sera
rimiro tra il fitto del bosco
perdendo lo sguardo nel cielo,
e ascolto alberi, rocce, linci e volpi,
fanciulle dell'acqua con cui
fare l'amore, che ho tutto d'assorbire,
da trasmettere, nulla da tremare:
il pericolo accade se ti fermi
e pesi la tua paura
ma qui ogni cosa m'è sorella
fatti come siamo della stessa terra
con cui mi sporco le mani
e volo leggero a conquistare
energia liquida al centro del petto
e altri cosmi ancora.
Eccolo il grande faggio rimasto muto
per secoli e secoli, indicarmi una galassia
col suo ramo piú alto, e racconta
di creature rimaste imprigionate
fra il proprio riprodurre ossessivo
frutti vuoti dai suoni tintinnanti,
poi si rompono e nessuno aggiusterá;
di pietre di fuoco scagliate contro
altre creature, e incendi che sono
matricidi, e non ne capisco il senso!
Non capisco quando dice di confini,
di vergogna e altri mali cosí
snaturali, cosí orrendi.
Mi sveglio, torno a inerpicarmi
a passo lento, nudo
in questa calda estate.
Lecco muffe, sguscio serpi,
spezzo e fascio tronchi,
strozzo cervi, apro fiumi,
disimpiglio dalla barba
precipitate stelle.
31 Luglio 2017
-
IV. Notte di un fauno
La pulsione... dico, la pulsione
a possedervi uno ad uno
o tutt'insieme, a trarre da voi
ogni goccia di piacere, e a rimandarlo,
che in fondo se siete saliti fin quassú
era proprio quello che volevate,
se vi siete lasciati incantare
dai suoni del mio flauto sin dall'inizio,
fino a stringervi intorno alla mia ombra.
Vi ribrezza la mia figura caprina?
Che importanza ha? Ora che la notte
mi cela, vibrate solo del mio folle
desiderio, lo spirito selvaggio
che aleggia in questi posti,
che nutre ogni singola foglia
ed é fulmine incastonato
nell'occhio del lupo, del cinghiale
e anche nel vostro...
io lo vedo, io lo so come siete fatti
quando rompete i freni della vostra mente,
quando il vino scioglie ogni illusione della ragione
e non fate piú distinzione
tra ció che é giusto e ció che é bello.
Ora che Apollo con la sua lira
s'é girato dall'altra parte,
ora che le Ninfe, sensuali
quanto vili, si sono annegate,
ora che il mio Capricorno
è ben stampato in cielo,
ora che le libere streghe
danzano sulle cime,
io vostro Fauno, vostro Pan,
vostro Diavolo, v'invito
a unirvi al mistero che sono,
al disordine che risorge
attimo per attimo, gettando via
il giudizio che vi piomba i piedi,
giorno per giorno, e le vostre ali
si aprano ad accogliere il senso del volo.
Adesso che siete già un po' più miei
e io vostro, non posso soffermarmi
oltre, devo correre a sedurre
altre anime e altri corpi
all'infinito, così, con le parole
di Puk, per ora, vi saluto:
"Vi auguro sogni felici
se sia ben vero che siamo amici
e ad un applauso tutti vi esorto
poichè ho promesso che ad ogni torto
a voi usato per insipienza,
gentile pubblico, faremo ammenda!"
3 Agosto 2017
Piccoli labirinti
Piccoli labirinti
in cui perdersi
e ritrovarsi,
contorcersi
e distendersi,
chè la mente non è
una linea piatta
-quelli sono i morti-
ma una strada di montagna
che porta alla propria vetta,
una scala di lettere,
un mazzo di poesie
da regalare, di cui nutrirsi
come mucche al pascolo,
un luogo dove ogni guerra
è solo una storia
è solo un fantasma
e se non lo è lo sarà,
così fra le pagine
si sdraiano bimbi
tiran su la copertina
cantano una fiaba
sognano disegni
insegnano agli adulti
che ogni legno
se si fa cigno
è un incanto.
30 Settembre 2017
Macerie
Qualcuno stringa mio figlio
ancor prima che esista,
ho mani occupate
a scrostare tramonti.
Qualcuno estragga il mio amore
dalle macerie,
ho braccia arrugginite
dalle intemperie.
Qualcuno asciughi i miei occhi
dalle tue lacrime,
è un mese, più di mille
che torni a bucare la camera dei sogni,
a riempire ogni angolo della mia empatia.
No, il Natale non m'importa poi
se non sul tuo divano abbracciati
a guardarci un film.
No, non m'importa poi
dimostrare chissá cosa,
le ombre svaniscono come te
e i vaffanculo ricacciati in gola.
Ognuno si ritrova
a parlare di se stesso
per quanto in modo astratto
per quanto di riflesso.
Ognuno ha i propri graffi
i suoi strazi in fondo al petto
a masticar macerie
cadute giù dal tetto.
Per quel che mi riguarda
sopravvivo e scrivo,
mi perdo nei ricordi,
ne faccio lastrico e ci cammino.
Sì, giro le dita, sguscio un pistacchio,
conto i giorni che mi rendano al sole.
Sì lo so, mi sfugge sempre
dell'abbandono la ragione
e aspetto solo un altro
Sì, cambio le carte, non chiedo perdono,
anche il desiderio più bello può diventare prigione.
Sì lo so, mi sfugge sempre
dell'abbandono la ragione
e aspetto solo un altro sì...
26-28 Settembre 2017
Tramontando
(rieccomi)
al centro
(rotto come tuorlo)
dissolto
(dipinto)
come riesco a girare intorno
e a restare innocente?
(il pensiero è esterno)
il silenzio è assenza
(non giriamoci intorno)
Fiascherino, 21 Settembre 2017
Transfelinazione
Ecco una coda, pendolo
e termometro delle emozioni
senza giustificazioni da parare
in faccia ai giudicanti
e alle stupide paure,
una coda da sventolare
quando mi sento amato
o sono pronto a consumarmi
intero, da arrotolare
se ricordo che la vita
mi cattura in tutti i suoi spasmi
e rilascio miagolii e tornano
carezze di balsamo,
da strusciare contro gambe
frementi e notti silenziose.
31 Agosto 2017
Condizionale
Se esistessero chiavi semplici
per accedere alla via del coraggio
verso scelte che portino
non certo a una soluzione certa
pretendendo sia quella giusta
sin dal primo colpo, ma quantomeno
ad aprirsi all'imprevisto, al viaggio,
allo scorcio di giustizia su un paesaggio
così sconcertante, disseminato
di cadaveri e teste piegate
a disperarsi per così poco amore,
a riconoscere fratellanze a chilometri
e sguardi che ti accelerino il battito,
se sapessimo abbattere il silenzio
quando è solo maschera vile
che non ti accresce, che non fiorisce,
se cancellassi il condizionale
da ogni intenzione e verso
avrei già preso il volo
sopra il precipizio.
25 Agosto 2017
Tuorlo
Galleggia il cranio
sullo specchio del cielo.
Sono uno, cerco ornamenti.
Ho una risposta che scorre
e parla, parlano i sassi
sul fondo del letto,
parlano i tuoi occhi
limpidi e sordi
in cui anestetizzo
i miei nervi tirati
e lascio andare la sfiducia.
Reciproca. Sconclusionata.
Così letale dentro
il labirinto del definito.
Liquido è il sogno e liquido è esserci.
Ci sei, ci sono, ci siamo
qui nel mezzo del marmo
e galleggiamo inscalfibili,
cadesse pure la montagna.
Giochi d'ombre i nomi.
Sotto lingua il calore del centro.
Varsi, 18 Agosto 2017
Amami in silenzio
Amami in silenzio.
Non spiccicare fiato.
Attaccati alla mia schiena
e sii patella e muschio
mentre io scorro nel mio letto
e ambisco ad esser goccia
che si spanda dentro il lago
del tuo occhio.
Ho un sasso sotto il piede,
lo schiaccio
fino a sentirmi dall'altra parte.
La risposta è nel tuffo.
Varsi, 7 Agosto 2017
Letture estive...
Letture estive
da fare ad alta voce
nell'intimo crepuscolo
al limitare della perversità
di un sogno oscuro
che si fa sibilo folle
tra la folla discreta
e le foglie timide nel muoversi
per paura di rompersi
e lasciare alla parola
il potere di farsi zanzara
affamata d'ogni goccia
segretamente rossa,
apertamente viva.
26 Luglio 2017
Geyser
Si dice non sappia esprimere
i propri sentimenti, o forse
lo fa in altro modo, per lo più
con maschere sbieche
frasi verticalizzate
effetti boomerang
o ancora, quel che prova
ribolle sotto cicatrici
e da qualche altra parte
esplodono inaspettati geyser
da cui bisogna stare riparati,
allontanarsi, magari pregare,
scendere a valle, godersi
i benefici delle acque termali.
22 Luglio 2017
Fluidità
Gli occhi si muovono
sulle cose che si muovono
sugli occhi che si muovono...
respiri, foglie, notizie
più o meno vere, amori
e giustificazioni, e non di rado
se non sei di marmo
anche nella sacca scrotale
è un feroce vorticare.
19 Luglio 2017
Ricordi d'infamia (sul Monte "anima in" Penna)
Superare i propri limiti:
se hai caldo abbi ancora piú caldo,
fino a disidratarti: inerpicarsi
a tutto sudore e gustarselo
con la lingua sulle labbra.
Lo vedi l'oceano?
Vabbeh, un piccolo oceano.
L'unica via di mezzo, per me:
fare la media di sensazioni estreme:
il nulla e il tutto.
6 Luglio 2017
Anello del Ventasso
Della bellezza, che non è mai troppa
anche quando mi buca gli occhi
che è l'unico modo che ha per salvarmi
dagli abissi. Giochi di ombre e luci
fra abeti bianchi e grandi faggi,
odori silvestri che dico: non si possono
"fotografare" anche questi?, spiazzi
nel bosco che spazzano la ragione
e gocciolo, e sale una fottuta voglia
di condividere ancora col fantasma
appiccicato alle ossa come resina,
il sublime e il selvaggio; e cosí è ogni
volta che provo sensazioni estreme.
(Anche se sei assente, ti arriverà
come punta di spillo nella fronte.)
Continuo a salire, sentieri ruvidi
che si buttano sul lato aspro,
miriadi d'insetti a far d'aureola:
avessi capelli, questo lieve vento
d'un lucido pomeriggio di Luglio
avrei già superato il Cristo trasfigurato,
che a proposito, passando in automobile
davanti a una chiesetta, poco prima,
la Madonna aveva le fattezze di un Budda
e in braccio il bimbo, ho scelto
di sorridere compiaciuto.
Insomma, nel quaderno sulla vetta
ho scritto: Paradiso.
Cosí trascinato da energie sacre
mi siedo a torso nudo, scalzo,
su un prato dolce giú dal crinale,
inizio la mia preghiera universale,
due farfalle alle mie spalle s'accoppiano,
finisco, non me ne accorgo e butto
il mio zaino sul loro stelo d'erba.
Merda. Vita, morte: restano avvitate
l'una all'altra in un ballo d'amorte...
non si staccano. Che significa?
Il solito dramma shakesperiano.
Con una sventolata d'asciugamano
provo a liberarle: ecco. Staccate.
Chi credevo viva con le ali piú rosse,
è morta, l'altra moribonda. Merda.
Cerco di perdonarmi e vado giù,
un'altra estasi, un altro spirito del bosco,
un faggio dalle mille mani intrecciato
ai suoi servili vicini, il sole ingoiato,
i raggi ragnatele appese.
Ringrazio. Il lago vibra
e s'innamora di sè, i pescatori lì
dal mattino lanciano qualche urlo
forse a contrastare la proverbiale
mutezza dei pesci, le campane
attaccate alle mucche si avvicinano
ch'entrano a mezza gamba in acqua,
la famigliola sul ponte le guarda,
le bestie si abbeverano e cagano,
fantastici spruzzi, il cane abbaia felice.
Supero la bucolica scena, mi metto
al quieto pascolo, mi metto al passo
fino alla sospirata prima sigaretta.
Parma, 5 Luglio 2017
Faccio le salite...
Faccio le salite
a spezzarmi il fiato
e il cuore
e poi adagiarmi
su note di tango
e poesie di sangue
sopra i sassi
sulle rive del lago
beato, a lenire
fosse anche per poco
o per sempre
la fatica del sentirmi
al posto sbagliato.
Parma, 2 Luglio 2017
Travalico il segno...
Travalico il segno
oltre il foglio
a stamparmi sul retro
del figlio giá vecchio,
giá sveglio dal sogno
che mi respira dentro.
Parma, 16 Giugno 2017
Spazi
Altro amore cade
aspro dalle mani
distillato d'albicocche nevrotiche
a riempire vuoti
esilii cardiaci
gabbie mobili.
Altro amore sale
che c'è sempre da buttarsi
a polverizzarci le ossa,
cosí galleggiare rotanti
attorno allo stesso punto
di rottura, di sutura.
Gli anelli di Saturno.
Parma, 16 Giugno 2017
Felina
Mia micia sintetica e dolente
fatta ormai più di fenobarbitale
che dei molti peli e vibrisse,
con queste novità d'affetto
canino e voli dal balcone
manco fossi un gabbiano
ma anche per questo giro
lungo un giorno, ti ho ritrovata
un po' sbucciata e zoppa
ancora più accaldata
ma dai, intera.
L'aver smesso di concentrarmi
sul suono dell'universo
ha riportato forze torbide
in catene sequenziali
di un disagio poco edificante
e non starò certo qui
ad elencare, che solo a nominarle
le cose poi hai capito bene
il potere di realizzarle.
Ed è stato così che ti ho spinta
ed è così che il cinismo
va seppellito in profondità
per lasciare affiorare la luce
da ogni briciola, ogni corpo,
da me stesso immerso
nel paradiso che io so.
13 Giugno 2017
Il parto
La solitudine mi ha scolpito
a sua immagine e mancanza
e le connessioni risultano falsate,
complicate, denti serrati,
poi in un modo o nell'altro
giunge il momento del parto
il momento in cui il seme
che spari si materializza
se non vuoi friggere pezzo
per pezzo. Il travaglio
sarà una piazza dilaniata,
un rovistare nella spazzatura,
il delirio di quel che sfugge all'identità,
ma il bimbo con l'alfabeto stampato
sul corpo, è nuovo,
non ha colpa,
ha viso che si apre
e mani di girasole.
Quel che eredita rimane,
sintesi di un sentire
che diventa onda fresca
dopo il deserto.
E mi porta nel mondo
prima di me.
Ci guardiamo un po'
la somiglianza ci sorride
e in una corsa divergente
ognuno conquista la propria
rinnovata promessa di fertilità.
11 Giugno 2017
Segni d'amore e disamore
a S.
Primo segno
E se fosse mare
a voler prendere
il nostro cuore
cosa ne faremmo?
Seguiremmo il
sogno
di un piccolo
pescatore
che ha vinto un
giocattolo
di legno e ne fa
nave pirata
carica di un
bottino immenso
come l'amore
racchiuso in una parola
che materializza
nel buio, il sole.
2/01/17 Camogli
-
Secondo segno
Al bordo del mare
ci era facile
calcolare i
millimetri tra noi
di vicinanza,
e ancora non
bastavano
tanto era il
volerci inglobare
l'un l'altro,
poi un'onda più
grossa
e un poeta del
posto
ci ha trascinato
e io prendevo
carta e penna
e tu nuvola di
Luna
avevi già capito
tutto quanto.
3/01/17
-
Terzo segno
Sonno, leggero
portami lungo fili
d'oro
ai piedi della mia
Regina
io, cavaliere dai
piedi di vetro,
non a
sottomettermi
sì ad annunciare
che gli animali
nel bosco
si sono svegliati
e l'orso ha
voltato
l'ansa del
torrente.
Quel che sboccia
agghinderà le
stanze a festa
del Gran Palazzo,
e i bimbi già
danzano
vorticando intorno
agli occhi di lei:
con un gesto
ha rischiarato il
sogno.
3/01/17
-
Quarto segno
Senti il ghiaccio
pungente
di Gennaio?
E il peso degli
occhi degli altri
sui nostri baci?
E' questo il
prossimo passo,
il dissolvimento,
il sentirci noi
ovunque e comunque.
Sia l'ardore
fonte
d'ispirazione.
Sotto forma di
vapore
respirerà il
cuore.
4/01/17
-
Quinto segno
Un fulmine
addomesticato
è pur sempre un
fulmine...
rifornisce
d'energia
migliaia di case
in cui persone non
morranno
di freddo.
Certo non ci sarà
più
la meraviglia
sublime
dello spettacolo
squarcia-aria
e la vibrazione
che dirompe
e il bosco che
brucia.
Allora ti metti le
mani sul viso.
Un fulmine
addomesticato
è pur sempre un
fulmine.
5/01/17
-
Sesto segno
Mi siedo un attimo
e aspetto che
passino gli ippogrifi.
Li ha inviati lei
e il messaggio
dovrà essere
sicuramente
ardente.
Dismetto i vestiti
da lavoro,
indosso il volto
dell'amante,
le mani
pianificano
un'ascesi ai
confini delle ombre.
7/01/17
-
Settimo segno
Tu che dove passi
crei
e doni fiori di
loto,
allo stesso modo
nel mio petto.
Tutto si apre.
Il mondo è una
pieve illuminata
in cima al monte
dove le anime
amate
vanno a riposarsi.
8/01/17
-
Ottavo segno
Facciam l'amore
e facciam poesia,
facciamo
dell'amore, poesia,
poesia d'amore,
mentre ci amiamo
poesiamo...
mi tiri fuori il
mare
così lascio
schiuma d'onda
ovunque
e sorridi e
t'inebri
come Sirena
che a sé ha
catturato
il suo Ulisse.
10/01/17
-
Nono segno
Insieme ci
addormentiamo
davanti a Lemony
Snicket
e ci svegliamo col
sole
che proietta le
Alpi innevate:
Trasparenza
mostra quante
puntate
ancora abbiamo
della serie
dei nostri
abbracci.
La connessione
funziona benissimo.
Grazie.
14/01/17
-
Decimo segno
La meraviglia di
essere io ad amare,
ad essere amato,
una scheggia
di gioia
inaspettata e ancor più
in grado di
poterlo fare...
e ci penso e ogni
volta è incredibile.
-Io. Io? Tu con
me?
Tu meraviglia
assoluta!-
Ancora divago di
fronte all'entusiasmo
del ricevere, ma
so di che pasta sei fatta,
di che forza
lunare, che io mare salgo
attratto fino a
diventarti cielo attorno.
15/01/17
-
Undicesimo segno
Schiocchi di baci
dietro le quinte...
qualcuno fa una
giravolta e diventa
Il mendicante
senza memoria
sceso dallo Spazio
che lascia passare
la ballerina zoppa
guardata di
sottocchio
dal commesso
dimesso
che s'inchina alla
spocchia
della ricca
nullafacente.
Il critico d'arte
si mette in posa
e compete con le
ambizioni
dell'attore
attratto
dalle luci
oltreoceano
ed è tutto una
perdita di tempo
per la nevrotica
Clotilde
ed è tutto amore
per il poeta
dalle mani di
cristallo...
quell'amore
nascosto
che ci consuma.
24/01/17
-
Dodicesimo segno
Avevo un getto di
fuoco
fra le mani
da lanciare fra il
tuo cuore
e farne torcia per
le nostre notti
e i dis-astri:
cieli senza stelle.
Ed è ancora qui,
dietro questa teca
di silenzio
a lasciar la tua
stanchezza
esser dolce,
ritrovandoci alla
sorgente.
7/02/17
-
Tredicesimo segno
Sul tuo pallore e
gli occhi velati
navigo lento come
Rompighiacci
che fa Crack
immensi, rimbombanti
per l'aria vuota
intorno
e ritorno con
spiragli di Primavera
fra le mani, raggi
di sole
catturati da
legarti intorno al collo,
catene d'amore a
cui aggrapparti
se senti sotto i
piedi il crollo.
Sono qui, non mi
muovo,
non mollo,
ammorbidisco se cadi,
pavimento di
petali,
e risorgi mia
Donna fra le donne
in una densa nube
di note profonde
profumi nuovi,
gesti quotidiani
di bel silenzio
bollenti.
8 Marzo 2017
-
Quattordicesimo segno
E si spaccano le
nuvole
sul tuo dolore da
condire
sempre e solo
d'amore.
1/04/17
-
Quindicesimo segno
Mi lascio andare
all'amore
e sento quanto sia
più potente
di ogni pensiero,
ogni strascico,
ogni amputazione.
Anche ora che non
ci sei
e ci sei comunque
-come il sole,
come la grazia
delle tue mani da
cui escono
fiori di loto- io
sono io
e doso parole
gementi
di spropositata
bellezza,
la stessa
dell'anima
a cui attingono,
forza
esplosiva che
distrugge
ciò che è
distruttivo
e si prende la
libertà
di essere libero
sopra
i liquami
soporiferi dell'annullamento.
Perchè ogni
abbraccio
sia solo un
abbraccio
che nulla chiede
ma che risponde
folle
di vibrazioni, di
onde,
lacrime di gioia.
Le domande son
finite,
è tempo di vivere
con gli occhi
pieni di incanto.
E mai ci manchi la
poesia.
Riscoprirci nuovi:
la neve
ogni volta che
cade.
4/04/17
-
Sedicesimo segno
Anima dai bordi
bruciati
arràmpicati per i
vuoti
del tuo esserti
adagiata
e lo sai che ogni
passo
dev'essere
determinato,
sangue nella
roccia.
Mentre laggiù si
fa la guerra
non ti sei gettata
nella mischia
a difendere il
lupo dal cerbiatto.
Allora ambisci a
scalare
per ricordarti che
l'amore
è bellissimo
riflesso nella fossa
e foss'anche che
ci lasci le ossa
in questo bosco,
il cuore
avrà messo su gli
artigli.
Lungo qualsiasi
sentiero
arriva, cima che
sia,
anima dai bordi
infuocati.
9/04/2017
-
Diciassettesimo segno
Primavera,
lasci gocce di
sangue
per terra, le
porte sbattute
in faccia al tuo
amore.
Sboccia comunque,
anche dolorante,
che se c'era da
costruire, crescere,
affrontare, lo
farai da sola,
per chi vorrà
cogliere l'effluvio
del tuo ardire,
per chi si farà
inghiottire dal
vortice di polline,
per chi saprà
condividere fino
in fondo, senza la
presuntuosa
paura di
inconsistere,
chè mano nella
mano,
ramo intrecciato a
ramo,
sorrisi e mugolii,
anche la morte
diventa un fiore.
19/04/17
-
Diciottesimo
segno
Cos'avete
uccellini da cantare tanto
alle
quattro del mattino?
Siete
graffi sul vetro
al
secondo piano!
L'incubo
che mi sveglia
ogni
notte a strapparmi il cuore
per
farvi il nido.
1/05/17
-
Diciannovesimo
segno
Ogni
tanto i tuoi occhi
s'illuminano
allo specchio
posto
in fondo a una grotta
dell'oceano;
eccoti intero.
Così
tremano vene
crollano
muri
esplodono
paure.
Si
splancano le porte della ricezione.
Nel
disastro, il sentiero.
L'incubo
si scioglie.
Il
mattino torna a essere mattino.
5/05/17
-
Ventesimo
segno
Ho
fatto poesia o burla
Di molto e molto altro ancora
Faró, a volermi moltiplicare
Tramite il suono in parola
E disintegrazione di senso
Per ritrovarmi fulminato
Allo specchio, uomo
E particella, astro
E vortice bulimico.
Quel giorno l'occhio
Non piú ha permesso
Che nemmeno una briciola
Di luce sfuggisse, cosí
La mano sul tuo petto
S'é fatto carnivoro fiore.
Finito il suo pasto,
Appassito.
Di molto e molto altro ancora
Faró, a volermi moltiplicare
Tramite il suono in parola
E disintegrazione di senso
Per ritrovarmi fulminato
Allo specchio, uomo
E particella, astro
E vortice bulimico.
Quel giorno l'occhio
Non piú ha permesso
Che nemmeno una briciola
Di luce sfuggisse, cosí
La mano sul tuo petto
S'é fatto carnivoro fiore.
Finito il suo pasto,
Appassito.
23/05/17
-
Ventunesimo segno
Ci
rivolteremo di continuo nelle lenzuola
In attesa di una mano che plachi il cuore,
I flussi di irrequietezza tra le sinapsi
Fino a trovare il ritmo giusto, la battuta
Sull'accordo semplice, senza sincopi...
Lo sguardo magico, specchio muto,
Sentiero di montagna, lungo
Il sogno liquido di trasparenza.
Scavallare, giungere al tremendo
Abbraccio, fusi in un unico mare,
Tempesta, morte della morte.
Lieve galleggiare nel cielo
Il mattino. Le armi per terra.
In attesa di una mano che plachi il cuore,
I flussi di irrequietezza tra le sinapsi
Fino a trovare il ritmo giusto, la battuta
Sull'accordo semplice, senza sincopi...
Lo sguardo magico, specchio muto,
Sentiero di montagna, lungo
Il sogno liquido di trasparenza.
Scavallare, giungere al tremendo
Abbraccio, fusi in un unico mare,
Tempesta, morte della morte.
Lieve galleggiare nel cielo
Il mattino. Le armi per terra.
26/05/17
-
Ventiduesimo segno
Bruciano
le vene fino alla foce,
alla sorgente, il lago di lava
che precede ogni mossa.
Ogni fottuta ragione.
Esplode ancora il grido
nel silenzio, si fa occhio
di leone, mano che strappa
La pelle, pietra incisa su cui
Splende violento un nome.
Il nome. La sua grazia folle
Consuma i vivi, grati
Di essersi superati,
Avvicinati al sole,
Alla notte profonda,
Al senso del viaggio
Infinito che accompagna
Ogni cosa. Ora rinchiudetemi
Col mio amore in una scatola
Dalle pareti azzurre e un pavimento
Di bosco, così che i verbi
Si spengano, liberi d'esser
Soltanto immagini riflesse
Di altre immagini, di altre immagini,
Di altre immagini... il cadavere
Dell'ego, la dolcezza di un bacio
fra i seni, la veritá feroce
Di una poesia scritta all'alba.
alla sorgente, il lago di lava
che precede ogni mossa.
Ogni fottuta ragione.
Esplode ancora il grido
nel silenzio, si fa occhio
di leone, mano che strappa
La pelle, pietra incisa su cui
Splende violento un nome.
Il nome. La sua grazia folle
Consuma i vivi, grati
Di essersi superati,
Avvicinati al sole,
Alla notte profonda,
Al senso del viaggio
Infinito che accompagna
Ogni cosa. Ora rinchiudetemi
Col mio amore in una scatola
Dalle pareti azzurre e un pavimento
Di bosco, così che i verbi
Si spengano, liberi d'esser
Soltanto immagini riflesse
Di altre immagini, di altre immagini,
Di altre immagini... il cadavere
Dell'ego, la dolcezza di un bacio
fra i seni, la veritá feroce
Di una poesia scritta all'alba.
29/05/17
-
Ventitreesimo
segno
Allora
una vocina storta
Scende prima di sognarti
A dirmi: "Smetti di scrivere
Se vuoi dimenticare"
Ma che diritto ho io
Di spegnere il punto più caldo
Della mia anima? Di amputazioni
Ne ho subite e la penna
resta pur sempre
l'áncora di salvezza,
la bacchetta magica
che distende le ali.
Quindi scelgo di sputare inchiostro,
Digitare caratteri,
sia pure da fiamme e graffi,
in qualsiasi modo e stile,
che sian favole o invettive.
Vengano incomprensioni,
Indifferenze o applausi,
Ridano pure i demoni di pietra,
Ma che sempre mi avvolga
La musica a trascinarmi
In lunghi sospiri, dove ti vedo
Ballare nei prati e poi chinarmi
A baciarti i piedi, atto
Totale d'amore, la parte
Più bassa e sporca della vita
Diventa rugiada. L'eco
Di un pianoforte, l'uscita
Di scena, uno sguardo
Tra gli sguardi, il sapere
Di esser salvi.
Scende prima di sognarti
A dirmi: "Smetti di scrivere
Se vuoi dimenticare"
Ma che diritto ho io
Di spegnere il punto più caldo
Della mia anima? Di amputazioni
Ne ho subite e la penna
resta pur sempre
l'áncora di salvezza,
la bacchetta magica
che distende le ali.
Quindi scelgo di sputare inchiostro,
Digitare caratteri,
sia pure da fiamme e graffi,
in qualsiasi modo e stile,
che sian favole o invettive.
Vengano incomprensioni,
Indifferenze o applausi,
Ridano pure i demoni di pietra,
Ma che sempre mi avvolga
La musica a trascinarmi
In lunghi sospiri, dove ti vedo
Ballare nei prati e poi chinarmi
A baciarti i piedi, atto
Totale d'amore, la parte
Più bassa e sporca della vita
Diventa rugiada. L'eco
Di un pianoforte, l'uscita
Di scena, uno sguardo
Tra gli sguardi, il sapere
Di esser salvi.
30/05/17
-
Ventiquattresimo
segno
Esplode
un meteorite
Sul cielo d'Emilia
ma non me ne accorgo,
E m'interesso di ciò
Che non importa.
I segni dell'apocalisse
Li riconosco in altro:
La mia gatta che si contorce
L'ironia che si fa scherno,
schermo
Le risposte non date
Quelle non ricevute
O peggio, non comprese
Il senso di sospeso
che é soprattutto autosospensione
La mancanza di sintesi
che spesso basterebbe un sol bacio
o perché no, uno schiaffo.
Sul cielo d'Emilia
ma non me ne accorgo,
E m'interesso di ciò
Che non importa.
I segni dell'apocalisse
Li riconosco in altro:
La mia gatta che si contorce
L'ironia che si fa scherno,
schermo
Le risposte non date
Quelle non ricevute
O peggio, non comprese
Il senso di sospeso
che é soprattutto autosospensione
La mancanza di sintesi
che spesso basterebbe un sol bacio
o perché no, uno schiaffo.
31/05/17
-
Venticinquesimo
segno
Quando
son nato avevo trentasei anni
E ho imparato che i gatti
Per quanto ci provino
Non sanno volare
Che gli umani invece costruiscono
E talvolta si pérdono
Nelle proprie costruzioni
Poi non si perdonano.
Quando son nato avevo trentasei sogni
E tanto caldo, e tanta voglia
Di leccare pelli sudate
E di battere il ritmo
Su ció che mi capitava
Poi fuggire
Sbattere veritá
Per poterle rompere
Scrivere e aggiungere
Sale alla noia
Nascondermi nel primo vagito.
Quando son nato avevo trentasei bestemmie
Una più colorata dell'altra
Che in fondo l'arcobaleno
É un sorriso amaro del cielo
Dopo un litigio tra forze immense
E allora mi chiedevo
Quando son nato
Cosa avessi conservato al mio tempo
Se non il sangue disceso
Dalla rabbia di mia madre.
Quando son nato avevo trentasei occhi
Con cui osservare e meravigliarmi
Delle trentasei costellazioni
Che io stesso ho disegnato
Ancor prima d'esser nato
Mentre scalciavo stelle
Nel grembo siderale,
E sempre ambisco
A lasciarmi cullare.
E ho imparato che i gatti
Per quanto ci provino
Non sanno volare
Che gli umani invece costruiscono
E talvolta si pérdono
Nelle proprie costruzioni
Poi non si perdonano.
Quando son nato avevo trentasei sogni
E tanto caldo, e tanta voglia
Di leccare pelli sudate
E di battere il ritmo
Su ció che mi capitava
Poi fuggire
Sbattere veritá
Per poterle rompere
Scrivere e aggiungere
Sale alla noia
Nascondermi nel primo vagito.
Quando son nato avevo trentasei bestemmie
Una più colorata dell'altra
Che in fondo l'arcobaleno
É un sorriso amaro del cielo
Dopo un litigio tra forze immense
E allora mi chiedevo
Quando son nato
Cosa avessi conservato al mio tempo
Se non il sangue disceso
Dalla rabbia di mia madre.
Quando son nato avevo trentasei occhi
Con cui osservare e meravigliarmi
Delle trentasei costellazioni
Che io stesso ho disegnato
Ancor prima d'esser nato
Mentre scalciavo stelle
Nel grembo siderale,
E sempre ambisco
A lasciarmi cullare.
5/06/17
-
Ventiseiesimo
segno
Non
ho mai desiderato
Esser considerata bella
Non necessariamente,
Mi basta tenere un respiro
Di sorriso, un graffio
geniale nell'atto che mette
Su carta lo svolgersi
Dei mondi ulteriori
Strappando alla follia
Ogni sua stupida pretesa
Di annullamento, come
Le premure asfissianti
Come i doveri quotidiani.
Non dico certo di no
All'amore, ma lo apro
Come fiore rivolto
In miliardi di raggi
Allo spazio intorno
Ai sensi che s'invischiano.
Potevamo sopravviverci
Anima bella
A ogni legno di traverso
Tra le nostre pulsioni
E smorfie d'incomprensione,
Tra intense canzoni
E qualche attimo bruciato
Nella paura che libertá svanisse
Nel polline di Marzo,
Che sin troppo veloci
O troppo lenti i tuoi movimenti,
Mai un po' di tregua, fosse
Per dare aria all'entusiasmo
Così tappato,
O contemplarci a distanza
E amplificarci oniricamente.
Ti faccio ballare tra le mie parole
Nude e di terra e di foglie
E so che il tuo cuore
Ancora strappato, tornerá
A sciogliersi una volta
Disincantato dal mio sguardo
Di Medusa, mentre io libro
Su una corda e aspetto
Segni tra le nubi di passaggio
Che completino il quadro
Di un padre buono
Abbracciato alla sua bimba
Su un prato, alla sorgente.
T'invito leggero
A stringermi la mano.
Esser considerata bella
Non necessariamente,
Mi basta tenere un respiro
Di sorriso, un graffio
geniale nell'atto che mette
Su carta lo svolgersi
Dei mondi ulteriori
Strappando alla follia
Ogni sua stupida pretesa
Di annullamento, come
Le premure asfissianti
Come i doveri quotidiani.
Non dico certo di no
All'amore, ma lo apro
Come fiore rivolto
In miliardi di raggi
Allo spazio intorno
Ai sensi che s'invischiano.
Potevamo sopravviverci
Anima bella
A ogni legno di traverso
Tra le nostre pulsioni
E smorfie d'incomprensione,
Tra intense canzoni
E qualche attimo bruciato
Nella paura che libertá svanisse
Nel polline di Marzo,
Che sin troppo veloci
O troppo lenti i tuoi movimenti,
Mai un po' di tregua, fosse
Per dare aria all'entusiasmo
Così tappato,
O contemplarci a distanza
E amplificarci oniricamente.
Ti faccio ballare tra le mie parole
Nude e di terra e di foglie
E so che il tuo cuore
Ancora strappato, tornerá
A sciogliersi una volta
Disincantato dal mio sguardo
Di Medusa, mentre io libro
Su una corda e aspetto
Segni tra le nubi di passaggio
Che completino il quadro
Di un padre buono
Abbracciato alla sua bimba
Su un prato, alla sorgente.
T'invito leggero
A stringermi la mano.
6/06/17
-
Ventisettesimo
segno
Sará
tutto questo vento
A condurci
Abbracciandoci da dietro
Per le strade che rimbombano
Di finestre zoppicanti,
A cercare una risposta
Che non avremo mai
E la luna colta in flagrante
Si nasconde turchese
Dopo aver mangiato
I suoi nottambuli figli
Silenziosi e pazzi di desiderio
Occhi ululanti
Fianchi stanchi
Testa sbandata
Sigarette atterrite
L'agonia di una gioia
Che si strascica.
Il battito del sangue:
Litania violenta di
Dove sei
Dove sei
Dove cazzo sei.
A condurci
Abbracciandoci da dietro
Per le strade che rimbombano
Di finestre zoppicanti,
A cercare una risposta
Che non avremo mai
E la luna colta in flagrante
Si nasconde turchese
Dopo aver mangiato
I suoi nottambuli figli
Silenziosi e pazzi di desiderio
Occhi ululanti
Fianchi stanchi
Testa sbandata
Sigarette atterrite
L'agonia di una gioia
Che si strascica.
Il battito del sangue:
Litania violenta di
Dove sei
Dove sei
Dove cazzo sei.
8/06/17
-
Ventottesimo
segno
Schiacci
i tasti affamato
di terminare questo esperimento
di riversamento social
applicando poche correzioni
che talvolta fan piú danni quelle
che la prima intenzione.
Certo hai un progetto
improvvisato e di getto
come a volerti consumare
nell'ultima stanchezza
e dici "Non esser prolisso"
che mica é facile.
Mica é facile interessare.
La gente deve mangiare.
Cosí io digiuno. Di Giugno.
Non per chissá che:
il frigo è vuoto
e lo stipendio deve arrivare.
Con un pizzico di pigrizia,
perenne compagna fedele.
Mi prende fra le braccia
e nel crepuscolo mi porta
tra le primitive divinitá
che ridendo e burlandosi
si fan fuori come nemmeno
nel peggiore dei reality,
o giunge Prometeo
a bruciarli definitivamente.
Insomma, resto al di lá della soglia
a sollazzarmi con le visioni
che di qua il mio prossimo
personaggio giá m'ha promesso
essere un manichino
in mezzo al mare
e zero propensioni
ad umane fusioni. Effusioni.
Misera maschera,
ti affoghi sin da subito
il mio silenzio.
di terminare questo esperimento
di riversamento social
applicando poche correzioni
che talvolta fan piú danni quelle
che la prima intenzione.
Certo hai un progetto
improvvisato e di getto
come a volerti consumare
nell'ultima stanchezza
e dici "Non esser prolisso"
che mica é facile.
Mica é facile interessare.
La gente deve mangiare.
Cosí io digiuno. Di Giugno.
Non per chissá che:
il frigo è vuoto
e lo stipendio deve arrivare.
Con un pizzico di pigrizia,
perenne compagna fedele.
Mi prende fra le braccia
e nel crepuscolo mi porta
tra le primitive divinitá
che ridendo e burlandosi
si fan fuori come nemmeno
nel peggiore dei reality,
o giunge Prometeo
a bruciarli definitivamente.
Insomma, resto al di lá della soglia
a sollazzarmi con le visioni
che di qua il mio prossimo
personaggio giá m'ha promesso
essere un manichino
in mezzo al mare
e zero propensioni
ad umane fusioni. Effusioni.
Misera maschera,
ti affoghi sin da subito
il mio silenzio.
8/06/17
-
Ventinovesimo
segno
Come
mi piacerebbe saper non essere
attratto
da ciò che mi respinge
come
canta Niccolò che tanto
mi
accompagna così delicato
e
spolpante in certi viaggi
ma
com'è che mi fai così male
nelle
ginocchia
dietro
gli occhi
come
fossi stato per te davvero
un
incidente di percorso
che
ha spezzato un albero
indipendente
da qualsiasi causa...
non
è possibile
e
mi vien da dire che ci abbiam perso
entrambi,
per un'esclusione
senza
possibilità di replica,
per
delle intuizioni
-perchè
non sbagliate?
perchè
non frutto della tua di paura?-
che
han proiettato
immagini
al di là della possibilità
di
cambiamento. Assassinio.
Qualcuno
disse che eravamo sprecati
divisi,
e ci ho creduto
e
poi ho iniziato a tremare...
ci
fosse ancora il mare
sapessi
ancora rassicurarti
fissandoti
tra le braccia
e
lasciarti al tuo volo,
al
mio,
al
crollare delle colpe
dalle
cupole di dolore.
Si
capisce quanto poco ancora
ci
si capisca, e le parole, come vedi,
sbavano
sempre più.
9/06/17
-
Trentesimo
segno
Così
ci si confonde facilmente
e
si sovrappongono situazioni
come
fossero fotogrammi
di
un film in cui il protagonista
si
dimentica di andarsela a riprendere
e
lei a passo veloce va
e
indossa un abito nuovo
per
passi di danza da ripetere.
Con
un uomo imprudente.
Foss'anche
lo stesso di prima
fosse
pure, ci si confonde.
9/06/17
-
Trentunesimo
segno
Ho
ripreso ogni cosa con occhio
mimetico:
Angoli
nascosti dove vivono
gli
amanti
Custodie
di strumenti piene
di
fogli illeggibili
Lettere
appassionate lanciate fuori
dal
finestrino
Gesti
di mani sudate per litigi
contro
i muri
Espressioni
e trucchi, labbra viola
e
palpebre bagnate
Messinscene
di sogno per bambini
eterni
Gambe
avvitate e sessi connessi
empaticamente
Voli
di farfalle fatate, ombre
sulla
schiena, libri affilati...
Ho
ripreso ogni cosa:
non
certo i miei regali
non
certo la tua forma.
9/06/17
-
Trentaduesimo
segno
Divento
mai folle completamente
se
alla sera affacciato al balcone
case,
alberi, nuvole colorate
di
tramonto, lei, il cinguettare,
lo
strusciarsi della gatta,
il
ticchettare di qualcuno al computer,
le
bombe nelle piazze,
lo
starnazzare delle campagne elettorali,
lei,
lo sguardo offeso di mia mamma,
il
salutarsi degli anziani, i clacson,
l'odore
di carne alla griglia, lei,
la
sigla del telegiornale, la prima
stella
il flauto la chitarra lei
gli
inchini finali gli applausi
lei noi lei lei lei...
9/06/17
-
Trentatreesimo
segno
Declina
la mente e non tornare
sul
già dato, sull'indifferenza,
scivola
nel cielo di burro,
prendi
le ore per disegnare
un
paesaggio d'aria serena,
getta
d'un fiato:
scarica.
svuotati,
segna
il passaggio,
arricchisci
di baci la malinconia
e
diventa quel che sei
fogliolina
verde
scintilla
del cuore
fucilata
al tempo
muto
cantore
poesia
dedicata.
9/06/17
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