spudorata pRosa


Cosa c'entra? Che se ti amo
è alle lacrime, fino a riderne...
il passato incagliato non può
occludere il sorgere di altre strade,
come luce di un giorno d'Aprile
intrattenibile, e sì, lo dico io
che sai cos'ho rischiato col mio buio,
quanto ho raschiato, carni e colpe,
e poi se "Io è un altro", altro siamo Noi,
così di quell'inferno posso smettere
di non perdonarmi il gelo rappreso
nelle mani, posso smettere l'autocommiserazione
dell'incapacità a muovermi,
per tenere gli occhi aperti su te
a cui non voglio dare lezioni,
a cui voglio solo darmi ancor prima del mai
-come dev'essere stato?-.
E sia che metta in conto l'assenza, la fuga,
il rifiuto, e sia che tutto e ancora TUTTO,
si rivolga contro, ma è qui più in basso
che sfocia il calore, la poesia che porta
alla trasfigurazione del buco
in un cuore. E continuo a ripetermi:
-la caduta degli Dei si è consumata
nella testa- e rimane il così meravigliosamente
imperfetto, il termine di paragone: l'Uomo,
quello più bello, quello che ha il suono
dalla parte della vita, ristretta fino al Cosmo.
Gli altri sian pure fottuti, bestemmiati,
non sono uomini e mai lo sono stati
coi loro volti ghignanti a far che Terra
fosse merce di porco in porco.
Allora s'imparino canzoni
da baciarci quando cadono
le sere, sui lati del fosso
l'ondata d'amore ci sommerga.



(seguono e precedono carte da decifrare)


Parma, 22 Novembre 2011

Una cosa minuscola, come il cuore


Siamo baratri allo specchio
per un attimo tremibile
in abbraccio lacrimato

(e potessi cose che mai a nessuno,
che mai, chiuse a mille mandate,
da una così piccola porta ascose)

e ricordare spasimi di vino
un tram sopravvissuto
poi cicatrici, dormirci a lato



Parma, 20/21 Novembre 2011

Cornice


Caute e sottili le lettere
hanno preso la scia di un binario
vertebrale, risalito fino al centro
per avvicinare le mani al bel viso
un centimetro dal colpo, un soffio
che nessun contatto incise
decise come fottere il tempo,
quel minimo spazio fatto apnea
e dall'apnea cruda la solita spina
su cui caduta è la grazia di un bacio
dipinto colla nebbia. A ogni freddo
la sua infinita domanda morta



Parma, 17 Novembre 2011


L'ultimo p(r)ezzo


Notte (mia) cara,
ché ogni (s)volt-a(, lo )s-sai(,)
cost(ol)a passarla se non sì liscia
a fior di lisca: fiordo(a)eliso
da aurore viola(te) a evitar sf(r)ace(l)li



Parma, 7/8 Novembre 2011