Stanchezza di Dicembre


Ossa e muscoli e teste
e pance che si rivoltano
in torcimenti che alla sera
ti fanno gli occhi insofferenti,
la pelle freddata, battiti spenti,
sia per essersi dati oltre
i confini del proprio corpo
sia per avanzi di stagione
che strappano al tempo
altro tempo che straborda,
ma avrai ancora mani
che ti tengano attaccata
all'amore, a pensieri
fluttuanti su ronzii esaurienti,
avrai ancora poesie
in cui sei il centro
e io scheggia impazzita
a ruotarti intorno,
a invocare silenzi
e letarghi al termine dei quali
sorrisi e viaggi
idee e primavere,
tu strega che mi leghi
in un cerchio di desideri,
tu schiava del mio
flusso d'incoscienza.


Parma, 14 Dicembre 2018

Fitta


Mi stuferò di te se tu ti stuferai di me
che vuole essere una promessa
oppure una nuova canzone
ma tu continua pure a sognarmi male
che al risveglio ti amerò meglio
continuiamo pure a cadere
che ci raccoglieremo interi
e vicini e col fiato caldo
in una mangiatoia di roccia
e se la ferita che ci portiamo dietro
continua a sgorgare è miele e resina
in cui avvolgerci, e tu continua
a salirmi sopra, a cercarmi
che ti tengo stretta contro le paure
e condividiamo cielo e strade,
guerre da vincere, bellezza fitta
e sussulti e sospiri che affondano
nella terra e affiorano nitidi cuori.


Parma, 5 Dicembre 2018

Fotografie di Sofia


I.

La radura ci fa scendere
dall'auto: tu catturi campanili,
io catturo abbracci.
La radura trasporta misteri cristallini
ad adempiersi in forme ombrose,
i miei occhi ai tuoi radunati.

Parma, 7 Novembre 2018


II.

Il giorno in cui la saggezza
dei grandi alberi ci insegna,
intrecciandoci di rosso,
sdraiati a essere terra
viva, foglie che sanno
smuovere le costole.

Parma, 9 Novembre 2018


III.

Passa l'intossicazione urbana
sulla cima tra le cime arrossate
con il vento a rabbrividir le mani,
i nostri occhi grati di tanto bene
espresso in un quadro senza domande,
solo foglie e baci.

Parma, 13 Novembre 2018


IV.

Si prendeva fuoco nel decadere
dei nostri passi verso l'orizzonte,
si prendeva fuoco e ci prendeva
la voglia di succhiarci il sole
tra un ramo e una mano, spogli
di foglie attaccate alle schiene.

Parma, 15 Novembre 2018


V.

La prima sferzata di gelo circonda
il centro caldo della commozione,
estatica, e ci svuotiamo, ci stanchiamo,
ci carichiamo di sublime animalità,
inerpicati l'un l'altro precipitiamo
s'un materasso di nubi e spensieri.

Parma, 21 Novembre 2018


VI.

Indichi un'altezza sufficiente
da dove poter dire che si è felici
disegnando tramonti all'infinito,
che quaggiù qualcuno atrofizza
gli orizzonti decretando che odiare
è meglio, e felici sono i ciechi.

Parma, 28 Novembre 2018

Frullato


Frullami nella tua gioia
che fiorisce sotto l'inaspettato
sole, passeggiando insieme
a caccia di oggetti e vestiti
e inesauribili parole che sappiano
d'amore, regali che ci scambiamo
e concretizzano quel che nel sangue
vive, ogni giorno più acceso,
ogni giorno più certi l'un dell'altro
che ancora cresce la mia stretta
intorno alla tua bellezza, fame
di farti godere, fame di saperti
pienamente esausta nel percorso
che ti realizza, fame della tua fame,
che mai mi basta il tuo corpo,
che si lascia andare, il luccicare
dei tuoi occhi, fotografie con cui
mi passi il tuo mondo che provo
ad attraversare con versi innamorati
e tutto questo è condividere, ascolto
profondo, tutto questo è uccidere
demoni che urlano che domani
ci saranno abbandoni, che anche
se dovessi tradirmi sarò di già lontano,
che forse proprio perchè lontano
allora tradito, ma non è questo
di cui volevo parlare, è la vicinanza
bestiale, è la gioia con cui mi frulli,
sole che mi sei da mezzanotte a mezzanotte.


Parma, 26 Novembre 2018

Piano folle


Sono belle le parole quando sgorgano
spontanee, come alle spalle le mani
che ti vogliono, e le idee che ancora
sanno stupirci e tutti quei pensieri
in cui sei il centro che emana energia
e mi trasporta via, oltre il freddo
e il mal di ossa. Scricchiolano
le dita sui tasti che suonano
melodie violacee e danzano i sospiri
nell'attesa di gesti folli, sconvenienti
e sporchi, la tua pelle contro
la mia bocca, così dimenticare
il quotidiano equilibrio sui vuoti
e proporsi storie dove i fiori
diventano abiti e le assenze
campi da coltivare, che sono belli
anche i silenzi, le pause, le notti,
quando sono spazi da incidere
quando il tuo nome è mio tatuaggio segreto
quando progetto il tuo rapimento
ed essere arrestato nella gabbia
dietro il tuo seno.


Parma, 19 Novembre 2018

Strage


L'assassino che vaga a vuoto
fra cellule e vittime che gli diano
il coraggio di adempiere l'atto,
intanto si consuma fra corsi di teatro
a caccia di maschere che lo anticipino
e in prove d'amore come notti fredde
nei boschi a dormire, a sviscerare
di lei i sospiri, a inertizzare veleni,
a sublimare stanchezze con docce
di Cohen a lavare gli scarti,
e poi chitarre e penne che tornano
intorno alla sua voce criminale
come fossero armi caricate a salve
per un'anima fin troppo bella,
e poi progettare come buttarsi
tra genti diverse su strade nuove,
lontane da chi uccide democraticamente
e ancora fra disabilità varie e la sua,
scoordinamento emotivo, raptus implosi,
vasi intasati, a dirsi che anche qui
farà una strage, che tanto nessuno
si difende, che tanto i giornalai
sopravvivono grazie al sangue
versato copiosamente.


Parma, 12 Novembre 2018

Quella volta


Quella volta in cui mi son detto
"E' giunto il momento di uscire da me stesso!"
e quella volta in cui la notte
mi ha appiccicato alle sue pareti
con una fottuta paura di perderti,
e quella volta che ho estratto
una parola a caso, come se fosse
la chiave per svelare l'irrisolto
e ancora ho lanciato remi per prendere
il largo, e ho provato a fare qualcosa
come abbracciare qualcuno alla porta
e quella volta che hai dormito al mio fianco
con lo stomaco che faceva temporali
"Ma hai mangiato amore mio?"
e una mosca a ronzare nella stanza
fuori stagione e io che gli giravo intorno
e il suono del tuo sonno placido
a rassicurarmi, che non abbiamo da scusarci
nemmeno se a volte fuori sincrono
nemmeno se sfuggono sfaccettature
e quella volta in cui ci si spingeva
a capofitto uno addosso all'altro
ed erano solo bestemmie d'amore.


Parma, 9 Novembre 2018

Peccato antico


Perdona se puoi le ansie
in cui m'invischio, sospendo
il mio agire, peccato antico,
e sono qui a offrirti anche
le mie fragilità più sottaciute,
più vergognose se tolgono
aria all'amore, e sai invece
quanta forza nel farsi splendere,
prendere, aprirsi al mare.
Quanto lavoro da fare, scavare
nella roccia a mani sanguinanti
per trovare la vena d'oro...
la sorgente che rinnova, il sorriso
che affronta ogni guerra, l'urlo
la codardia spezza, musica
traduce questo rovente sentire,
l'attesa un'altra promessa
da mantenere, e so quanto
mi riconosci, ti riconosci,
quanto poco c'è da perdonare
molto più da accettare
molto più da mettere carne
al fuoco e spolpare fino all'osso.


Parma, 7 Novembre 2018

Turni notturni intorno a un nome


Cominciare a buttarsi in avanti
verso un vuoto o mare che sia,
osare e osare, farsi male contro
una scogliera che va sgretolata,
certo, testata dopo goccia e vedi Sofia,
ancora qui di notte a scriverti
che questa serie di parole potrei intitolarla
"Turni notturni intorno a un nome"
e sia anche che non sia così bravo
a saper incoraggiare e a sprizzare emozioni
di qual natura si voglia, bloccato
da un lato, come chi ha subito
un'emorragia cerebrale e anche in questo
caso la mia impassibilità di facciata
nel dimostrare affetto verso un amico
e poi sotto le costole un epicentro
e il terremoto che scuote le mani,
l'empatia che scoppia sotto inchiostro
e sono ancora vento impetuoso nell'abbraccio
che ti scalda, che ti prendo su da un cielo
dove l'Autunno cade e ci sembra
di essere foglie e voglie e soli adagiati
tra le vette e foto che mangiano il tempo
e senti Sofia, mentre dormi come i sogni
escono dalle nostre paure.


Parma, 30 Ottobre 2018

Voce di luce


Voce che diventa luce
e poi ombra e poi silenzio
e fra le tempie rimbomba
un vento caldo che sa di malattia
così è spina da lato a lato
del petto sì innamorato, sì rotto
quando la lancetta va fuori posto
e perde il sincrono con l'anima
che lo riempie, per eccesso o mancanza
o deviazione del senso di controllo
che anche la comprensione va costruita
come la pazienza, come i movimenti
sopra un palco che è rovente
quando la mente si dissolve in baratro
e allora quelle mani tese a dire
"Non annegherai perchè ti prendo
e non arrenderti ché la tua espressività
è gioia in divenire!"
e allora questa spina da estrarre
questa voce ch'è febbre
e lo sgorgare tra foglie
di un battito che ci tenga stretti
e a farci coraggio in qual modo avvenga
non è un crimine, seppur è violenza
che va fatta anche solo per scrollarci
un po' di nebbia dagli occhi,
e lasciar spazio alla luna nel sonno,
nella voce ch'è luce, ch'è ombra,
ch'è silenzio.


Parma, 25 Ottobre 2018

Rondini


Vorrei saper buttare parole di getto
cariche d'un potere istantaneo
come gesti guerrieri e atti magici,
il pensiero di te che si riversa
come minestra bollente a scaldare
ogni mio atomo; parole che sappiano
anche tacere, a lasciarti i tuoi momenti
per ritrovarti, per espanderti, per riposarti;
parole che addolciscano, una goccia di miele
nella gola arrossata; parole violente
a strapparti piacere, lingue, mani, corde,
le tue ossa vibranti; parole in ascolto,
tu che cresci fra le cose che fai,
che immortali, crei e regali;
parole che accompagnano e mettono
su ruote il desiderio di scoprire
la vastità di questo pianeta;
parole musicali, canzoni dedicate
alle tue labbra, rondini in volo
verso il mio nido, cuore e rifugio;
parole che non so ma che compongo
sperando siano un tuo sogno beato,
bagno termale per cellule stanche;
parole commestibili a render gioia
al tuo palato; parole in cui riconosci
il mio amore, foss'anche imperfetto,
che sfocia nel tenerti viva
nel tenerti aperta
nel tenerti tesoro nell'isola
in mezzo al mio sentire infinito.
E queste parole che finiscono
dritte a te, in questa notte tra le altre.


Parma, 20 Ottobre 2018

Marinaio


Il cervello imbambolato
come nuvola imbalsamata
su cime taglienti: l'inazione
congela e trema il flusso,
anche la lava si spegne.
Sono quei giorni ch'è meglio
non dire, il pericolo bussa,
il senso di rovina si fa emicrania
e se la ride. E poi non sai
dove mettere le mani. Nemmeno
su lei che si muove e s'apre
incantevole, labbra a rondine
che ti squarcerebbe non poterne
godere, non saperle rivolte
al tuo viso, volare sul cuore
che l'ama, lama incrinata
da attimi d'identità confusa
e sono quei giorni: l'Autunno
impazza, più fragili le ossa.
Perdona luce in cammino
questo reflusso viola
tu che migri verso il tuo centro
migliore, io che mi chiudo un po'
e ingelosisco, ma mai mi stanco
di vederti brillare, le braccia strette
e il tuo collo, la voglia animale
con cui ti premo, fino a questa notte
come tutte le notti che sono culle
per le tue cellule che bacio
e ne faccio costellazione,
ispirazione per il marinaio
ad affrontare gli abissi.


Parma, 5 Ottobre 2018

Sacrosanta


Sacrosanta lentezza della vecchiezza
dopo aver corso e ucciso
dopo aver soccorso chi
dopo aver mosso cosa
Sacrosanto sguardo che fotografa
l'Universo pieno e vuoto
una ruga nel deserto da seguire
fino a sfociare, fino a sentire
lacrima di un ricordo
la visione del sè raccolto
e coperto in un angolo di letto
così poi aspettare
Sacrosanto tempo che passa
e non essere triste
anche se finisce il mondo
è la paura a farci coraggiosi
e poi placare la frenesia
del dovercela fare a tutti i costi
quando siamo già al posto giusto
e non saremo tristi
chè non ti perderò
non mi perderai.


Parma, 2 Ottobre 2018

Caravan


Ci buttiamo in questo viaggio
insieme, fare nostro un mezzo,
una nave da strada e i nostri
occhi curiosi e i cuori affiatati,
ci buttiamo a distruggere voci
che implorano staticità, noia,
il non rischiare nulla per non
crescere di un solo passo.
Ma noi abbiamo fame
di movimenti e brividi,
scorci e tagli, connessioni
con la terra, il mare che ingoia,
le nostre mani fuse in un rombo
ch'è sangue, ch'è fede nel desiderio
di noi.


Parma, 24 Settembre 2018

Comfort zone


Sia chiaro che poesia 
è bestemmia contro
il quieto vivere, che di quieto
ha poco, soprattutto ansie,
doveri, capirci chissà che
ed esprimersi comunque,
a cuore marcio.
E' solo un'altra bestemmia,
un po' meno esplicita,
un po' più "vieni qui
e lecca le mie parole".


Parma, 20 Settembre 2018

Merendine


Al tuo risveglio si spiegano
le mie ossa molli, rotte
dai sogni d'abbandono
che se ci penso è un'ossessione,
sei l'ossessione; verso lo spingersi
e prenderti con tutti i nervi
che non scappi una sola goccia
di te, di te fra i tuoi mille impegni
e le stanchezze ci bruciano
come sassi di catrame
e lo so, non è facile alimentarsi
bene, sempre, a volte si scartano
merendine veloci per supplire
ai buchi, si finisce per riversarsi
male, a girare gli occhi con pupille
strette, mentre la tua pelle vuole
sciogliersi, aprirsi al graffio,
alla mia forza, senza dubbi,
alla mia poesia, frusta e spiraglio.
La tua bellezza
contro i miei sbagli
di approssimazione,
di amor che trema.


Parma, 17 Settembre 2018

Sei


Sei il mio angelo del peccato in cui affondare per trovare qualcosa che non somigli al pensiero, qualcosa che mi faccia cadere la testa per essere legno da scolpire in linea che si unisca alle tue ali.
Sei occhi di pioggia che illuminano la mia penombra, ma ora riposa e sogna un tuffo dentro un nido di mani che ti accolgono, scaldano, proteggono dalle gocce acide, parole deformi, dal disamore delle facciate di case abbandonate.
Sei caravan alla scoperta del tempo che muore e lascia tracce vive, paesaggi eterni su cui muovere passi leggeri, incontri con gente aperta al cuore, e t'accompagno, e impariamo la libertà di essere liberi, animali che si annusano, curiosi girasoli.
Sei fotografia appesa alla parete della mia rétina, che lambisco con silenzi, notti in adorazione, con quel che ancora deve nascere, crescere, prendere forma nelle bocche affamate, nei libri da scrivere
E sei ancora quel che vuoi, fuori dai giudizi, dentro la tua bellezza, e se fossi te non cambierei nulla se non quel che cambierei in me, il meglio che possa fare per spantanarmi ed essere migliore, anche per te.
Ma dicevo, angelo, riposa che soffio il tuo bel nome a spegnere l'inessenziale, ora che l'Autunno regala malinconia, sospiri intraducibili, uova in cui gomitolarsi.


Parma, 6 Settembre 2018

Farfalle


Ci giriamo dentro
e viaggiamo con il cuore
a costruire una strada
che ci porti allo stupore
e cadano una dietro l'altra
le paure; il nostro amore
ci reinventi, puliti
e pulsanti; si scioglie
il tempo stretti nella pelle
che ci scambiamo
per diventare due farfalle
che succhiano il mondo.


Agosto 2018

Duro e spietato...


-Duro e spietato
sarò, duro e spietato!-
Mi grido nel cervello
contro i momenti d'ansia
che mi regalo e mi confondono,
contro ciò che disturba il sonno,
contro i pretesti che scatenano
bufere e contro gli incubi
che parlano di amori cacciati
in malo modo, e sarò duro
e spietato con corde e catene
per vederti godere, per sentirmi
sicuro di legami che vibrano
oltre le parole attaccate
agli scarichi delle latrine.


Parma, 20 Agosto 2018

Campane


Suonano campane a vita
di note sanguinanti e di luce
nell'alba scrosciante dell'uomo
che si dissolve in altri cicli
ché la morte si lascia dire
fino alla dolcezza esplosiva
d'un abbraccio strappato
al vuoto del cuore imbecille


Parma, Agosto 2018

Il nemico


Il giorno in cui Aretha è morta
era un giovedì, oggi. Che passi via
e porti con sè le travi e i ponti crollati,
gli occhi che non parlano,
e lascia spazio, prendersi con decisione
e camminare lungo i boschi con gli sciami
d'insetti che t'assalgono e poi sdraiarsi,
desiderare uno squarcio di verità
dal cielo al petto, alla bestia
che scalpita contro il pensiero,
contro il significato che appioppiamo,
così cadono le cose, appesantite,
uccise dal nemico,
pungiglione, ferita d'ansia,
e non tappeto, e non pelli sudate.


Boschi di Carrega, 16 Agosto 2018

Quanto basta


Due insicurezze non è che fanno una sicurezza
e quanto vorrei bastassero le mie carezze
a farti sentire amata, quanto basta
a far sì che le mie cazzate smettano
di allontanarti, quanto basta a far sì
che le mie cazzate smettano,
per essere specchio vero del mio cuore
che trema ancora così tanto
a un solo spiffero di brezza
e ora che ti sento spingermi via
con fermezza, so quanto basta
a far diluviare sull'onda
che si frange, quando dovrebbe
invece travolgerci.


Lerici, 13 Agosto 2018

Tormentone


Su la playa dell'amor
si dissipa il tuo dolor
e m'incanta la tua schiena
che ribolle sotto il sol
così scrivo il mio tormento
sotto forma di canzon
mentre dormi s'una musica che gira
e più veloce vortica il mio cuor

Oh mio soffice mare di luce
e carne da mordere
sono qui che ti nuoto
e mi lascio affondare
a trovare sul fondo
il vuoto che splende per noi

Sopra il monte arrossa il ciel
e s'accende il tuo stupor
a dar fuoco alle mie labbra
e avvampiamo di passion
poi abbracciati ci scaldiamo
alla notte diam color
fino a esplodere di gioia
far di noi una sola vibrazion

Anima bianca, le mie mani accolgono i tuoi sospiri
e inebriata dal mio volerti lasci che a me io ti attiri
Ti porterei in ogni angolo di mondo
a farti sentire quant'è profondo
e magico il nostro esserci senza sosta
un viaggio lungo dell'amor la costa


San Sebastian, 3 Agosto 2018
e Parma, Novembre 2018




Sala d'aspetto


Ci sarà un giorno in cui farò scoppiare
una guerra anch'io, che ripulisca
gli stracci dai fallimenti, per distrazione,
senza scuse. Sensa senso.
Quel giorno in cui non si dovrà più
conquistare fiducia, ma solo come
una mosca, ronzare l'atto primordiale.


Saragozza, 30 Luglio 2018

Mare, Andata e Ritorno



I.

Tratteggi a sbalzi lungo
la tua playlist casuale
e giunge la voce belvica
che succhia via il midollo
così brucia l'atmosfera,
le tue mani sul volante
dritti fino all'affondo.


II.

Piedi scottano rossi sulla sabbia
e pensieri sconvenienti da far sorridere
l'autostrada che poi suona Hotel California
e calmi col tramonto tra i monti
ai lati, abbiamo pelli salate
che parlano per noi,
che attendono carezze pulsanti.

(e una foto fatta assieme
per provare che valiamo il controluce,
il mare che ci attraversa a vicenda)


Autostrada della Cisa, 5 Luglio 2018

Gracchìo


Tocco il tuo dolore
Assorbo i tuoi sorrisi
Respiro la tua voglia
Divento noi
Invento un cuore
che oltrepassi
le nebbie, i silenzi
e una cornacchia
ci chiama
senza risposta.


Parma, Luglio 2018

Eclissi


Sparirà la luna anche
dai vostri visi stupefatti,
stuprati da troppa luce
e rumori che san di cripta,
criptati già sulla punta della lingua
che alle bocche arrivi un sorriso
che basti a cambiare l'ombra...
della Terra sulla Luna, che non veda
il Sole, che spettacolo altro!
Alto mi muovo su queste schiume
marine e mi accompagno
a un cuore appeso a un gancio
come maiale, che c'è da gocciolare
e riprendere la mano gentile
per non affogare, per far scorrere
amore tra una riva e l'altra
che nessuno si salvi da solo
che soli si diventa Narciso,
a rifletter troppo si rompe lo specchio
a caderci dentro. E più non torna la luna.
Occhio pallido. Battito di palpebra.


Parma, 27 Luglio 2018

Vento


È il silenzio la musica ora
Una vena mi pulsa sulla caviglia
Oggi non scrivo poesie
Oggi amare mi calma
Non cerco immagini
Linee piatte e amache
Questa penna e i tuoi occhi
Un po' di sporcizia nei gesti
Arrivare in fondo al foglio
Riprendere daccapo
Inventare un nuovo inizio
Sentirti libera e calmarmi

Il vento che sono
tra i tuoi capelli
si silenzia.


Luglio 2018





Ricerca


Ho cercato parole
come lumini in fondo agli anfratti
Ho cercato gesti
che mi riconciliassero col mondo
Ho cercato negli occhi
mondi e sogni in cui sopirmi
Ho cercato attenzioni
oltremodo in mezzo alle guerre
Ho cercato paesaggi
anche fra gli scaffali degl'ipermercati
Ho cercato amore
con mani strette e apnee notturne
Ho cercato canzoni
da ballare, da lenire le ferite
Ho cercato di far ridere
quando tutti volevano dormire
Ho cercato la pace
con un mitra puntato contro
Ho cercato di non sbagliare,
di non fuggire, di liberare il cuore
Ho trovato la luna, la follia,
il silenzio che meglio di me racconta.


Parma, 30 Giugno 2018

Fumo


La svolta del fumo dietro
la porta della terrazza...
ne seguo la scia, lascio
le forze abbandonarmi
lungo le gambe dolenti
e trattengo immagini
d'amore che vincano
sulle sviste, sui cambi
di rotta che rompere
vogliono la magia
al di là delle differenze,
delle indifferenze,
delle apparenze che Dio
non le salvi!, abbiamo
da svelarci a muso
contro muso oppure
naufragare, abbiamo
da sviscerarci a morsi
e toglierci le guance
e non permettere a nessuno,
a noi stessi di vederci
annegare per omissione
di cuore. Migriamo
da una terra all'altra,
da corpo a corpo,
per provare che liberi
si può essere aprendo
le vele alle vene, barche
in pulsione, occhi soffusi sotto
la stessa incandescente luce.


Parma, 2 Luglio 2018

Per strada


Per strada dovremmo imparare
a incazzarci meno, a scusarci di più,
sorridere a chi attraversa,
chi attraversa il mare,
e allora forse smetteremmo
di votare per la parte sbagliata,
forse smetteremmo di votare
per filare con le nostre mani
il destino che ci riguarda
e oggi scrivo parlando per Noi
quando non lo faccio quasi mai,
e lascio che la sacrosanta rabbia
sia impeto d'amore, sia gesto
umano per l'umano
e non devi aver paura
che qui ci travolga l'onda
se sapremo brillare sulla merda
che ci governa,  se sapremo
essere felici nel liquefarla
fin che affondi al posto
di quelle barche amareggiate,
se sapremo tenere negli occhi
la dolcezza della terra,
l'approdo al termine del viaggio.


Varsi, 12 Giugno 2018

Nonchalance


Quando mi son svegliato
ho trovato il porto chiuso
e il cartello diceva
"Chiuso per codardia"
firmato da milioni di esseri
svuotati che si credono
d'esserci sempre stati
e chiamano casa propria
una lingua di terra
su cui passare, un luogo
di povertá spirituale
da quando ha smesso di sapere
ch'è figlia del mare la sua radice
e chi arriva a riva porta colore
diverso dal putrescente grigio
dove arrogante ignorante
ti condanni all'ergastolo da solo.
Quando mi son svegliato
mi s'è chiuso il cuore
a saperli rimpallati tra un gioco
di potere e l'altro, e sentirsi
fischiare sulle teste auguri
di buon ritorno da dove
son partiti, così, con comoda
nonchalance, come fosse
uno sport estremo quel viaggio,
come se proprio non vedon l'ora
di venire fin qui per derubare, esplodere,
farsi sfruttare, stuprare, prostituirsi,
spacciare a clienti innocenti,
prendere esempio dai rampolli
locali, ridicolizzare la pochezza
mentale... quella, soprattutto quella.
Quando mi son svegliato era un incubo
in cui i porti ormai brulicavano di vermi.


Parma, 11 Giugno 2018

Respiro


"Prendi e lascia,
lasciamoci andare, agli eventi,
al vento, al suono, all'amore,
lasciamo andare ciò che non ci appartiene,
ciò che ci distrugge, che rugge contro,
è l'unico modo affinchè la magia accada,
affinché cadano le finzioni
e condividere gli spasimi di bellezza
perché salvarsi è salvare,
allora piegarsi solo al sorriso spaesante
di chi ha perso ogni cosa per vincere
chi lo condanna, allora combattere
lo stupido odio che sterilizza le persone
buone ormai all'ora dell'aperitivo
e poi capaci di sognare solo qualche moneta
in più per comprare per il gusto di comprare.
Ma cosa importa, quel che conta
è il movimento leggero, il fluttuare
del sangue che si fa cielo, viaggiare
per sapere e aumentare lo stupore,
abbracciarsi e ritrovarsi un po' più
piccoli, meno presi dal dolore,
sentire quanto il presente
sia ricco di doni e connessioni
tra atomi e universi pronti
a scambiarsi, a cambiare prospettiva
al proprio sguardo aperto all'incanto..."
questo diceva l'uomo seduto nella stanza
con una matita dentro il cuore,
la barba impigliata a un'ombra,
la finestra d'insetti spiaccicata,
e la ragazza di fronte dai capelli
danzanti, i bracciali orientali,
le mani che gli tenevano la testa,
non potè fare altro che iniziare
a credergli, a cedere le paure
in cambio di un respiro
che sapesse evaporare
in parole quali "Eccomi,
mi lascio andare, assomiglio
al mare, alle distese di neve,
ai primi baci, ai boschi
di montagna, ai partigiani,
ai campi di girasoli, ai silenzi
di un teatro, ai deserti
da attraversare, alle fate
e agl'infiniti voli, e creo
quel che vedo, e ti rileggo
in ogni pensiero rivolto
a dissolversi in canto,
e ora semplice ascolto
il mondo inciso nelle ossa,
annuso il sudore in cui nuotiamo
nuovi e antichi insieme,
mangio carne e fiori
dal piatto della tua bocca,
tocco il rilievo su cui scorrere
e le tue frenesie e stranezze
intraducibili e tocco me stessa,
la mia pelle viva, la voglia
di portarmi addosso la notte
e il giorno e quel che arriva
come vestiti che posso mettere
e dismettere, come un tatuaggio
ch'è un mistero ma è quel che sono
e quel che sono siamo, lasciandoci
andare al prossimo respiro"


Parma, 11 Giugno 2018

Mani e rughe


Si presero a manate sul petto
e non fu facile, nessuno disse
lo sarebbe stato, si presero
per quel ch'erano, un po'
invischiati in labirinti
febbrili, svolte di ghiaccio.
Non tutto sarebbe stato comprensibile,
non di primo impatto, chi disse
lo sarebbe stato? E si presero
a domande e a silenzi,
e si presero per il collo
forse a stringerlo, forse a baciarlo,
si presero e videro quanto buio
ci puó essere in fondo al fuoco
ma poi la paura era solo un altro
modo di mettersi alla prova,
di provare quanto dura la durezza
prima d'una sola carezza ai confini
della notte che dissolva
ogni singola ostruzione
tra la sorgente e il mare.
Un buco da riempire
con un po' d'amore
è quel che si chiedono
e ce n'è a riempire distanze,
stanze in cui consumarsi solitari,
impegni, disimpegni, inganni
del tempo, storie su cui navigare,
fragilità da custodire, forze
inaspettate, mani di anziani
incollate al destino
che si sono creati con fatica
e desiderio di portarsi oltre.
Si presero e si lasciarono,
tornarono più pesanti,
più leggeri, più veri,
più vicini. Nessuno disse niente,
nessuno aggiunse altro,
solo fogli, gesti folli,
mani e rughe da seguire.


Parma, 6 Giugno 2018

Finire in cuore


Sì lo so che hai ancora fame di me,
lo so, ma mi piace se aspetti un po'
e lo so che sei tentato di scrivermi
"Stai studiando?" "Sí, perchè?"
"No niente, m'era venuta un'improvvisa
cocente voglia di te, di amarci ora,
ma tranquilla, me la faccio passare"
e certo è incauto il caldo pomeriggio
ma non rischiamo di venirci a noia,
è bello anche solo soffermarsi, muoversi
altrove, pensare a concerti estivi
o a qualche giorno più in là
da stupirci per città nuove,
e di tenerci un po' segreti
per poi brillare oltre i rumori
di gente, di amici, di tempi
che avranno i loro modi
di aprirci, distessere nodi
fra il cervello e la mano
che si avvicina, e non temere
che non scappo se non ti ci metti
d'impegno... sorrido, l'ingenuitá
di quanto sia umano tutto ció,
la sacra ingenuitá del non essere
divini, e allora scrivi, scrivimi
versi, crea miti su cui sognare,
e poi torna sulla terra e rapiscimi
le labbra, che lo so che ogni poeta
è un mostro, e lo sai, anch'io scrivo
e faccio della fantasia un campo
di battaglia, e fotografo il sudore
e muri colorati, ritmi, vicoli infiorati,
e questo ti dà pace togliendoti
ad esempio dalla testa
che anche il panettiere
ormai ti farà una tessera
che non saprai dove mettere,
che sennò non ti fanno entrare,
che non si torna più indietro
dalla cecità, che sia d'amore,
che sia un bastone ficcato
da un eroe nell'unico occhio
rimasto a contemplare,
che sia una pausa tra una nota
e l'altra come un pantano
da cui districarti a morsi
tra due boschetti verdi...
i miei occhi, ma in mezzo
stai tranquillo, sì, è un cuore.


Parma, 1 Giugno 2018

Palloncino


E si puó volare
e sostenersi
con l'aria che ci muove
e sopra i muri
che già si sbriciolano
vedersi svegliare
con pupille in fiamma
chè qui dev'esserci amore
per liberarsi, una forza
leggera e turbinante,
fiducia che s'apre
a scambi di particelle
e no, non so esprimere
ogni battito veloce
ogni cambio d'umore...
mi rilancio
mi abbandono
scoppio in te.


Parma, 24 Maggio 2018

Invece


Perchè ogni tanto
non taccio, non mi sto fermo?
Come cactus che sul balcone
s'ingrassa, come fermata
d'autobus che aspetta,
come marmo prima
di farsi Pietá, come lunga
pausa che prepara l'assalto...
Sí sí certo, lo so fare benissimo
ma anche senza pensieri?
Anche senza lasciarmi
sopraffare da conati neri?
Ecco dunque le scosse
più vere, quelle che increspano
certi silenzi e le mani
che si muovono lente
sulla tua pelle, a irrigidire
l'atmosfera, a contrastare
la Primavera. E invece?
Invece lecca, ammira
le linee, ascolta i respiri,
godi il fluire degli occhi,
sragiona il contatto che freme,
impara la favola che dice
"Che pace grande che hai!"
"Per assaporarti meglio
bambina mia!"
La morale seppellita
insieme ai rumori di fondo.


Parma, 23 Maggio 2018

In mezzo al mondo


Voglio regalarti un fiore:
non so quale, come, quando
e di che colore, manca
solo il gesto eppur già lo vedo
tra i tuoi capelli, con il tuo odore,
e i nostri occhi che riflettono
gli uni gli altri il proprio ardore,
e nel frattempo come vedi
spezzo l'attesa che un po' mi trema,
per desiderio di tenerti stretta
per paura di rovinare tutto,
con poesie che ora scrivo
solo per te, con canzoni
che ti dedico, coi pensieri
che si rincorrono, e non saranno
fiori ma accontentati se puoi,
accontentati della mia obliquitá
e starò ben attento a cercare
di non fartela andare di traverso...
insomma cuoricino profumato,
ti ho sognato abbracciarmi
in mezzo al mondo
e lì mi son dissolto in un sorriso
che poteva esser pianto, è caduta
ogni spina dal mio gambo
ogni crepa dal mio muro
e il muro stesso con la sua edera
per lasciarti quel bel fiore
tra i capelli... le mani, le labbra
che si schiudono piano, piene.


Parma, 12 Maggio 2018

La discrezione


E poi succede a volte mi risucchi
d'improvviso l'irruente voglia di baciarti
ovunque io sia, magari al risveglio,
magari un attimo prima di scivolare
sulle foglie bagnate del sentiero,
e poi succede a volte invece
di doverti resistere, tra un silenzio
e uno sguardo accennato,
e poi il ronzio di tutte le cose
e l'impossibilitá di stare fermo
piú di qualche battito.
E la discrezione, la descrizione
del tuo viso che oggi mi racconto
chiuso nel mio scrigno, mordendomi
un labbro come fosse il tuo,
che è il mio, che è il tuo...
e mi piace sorriderti se mi parli
dei viaggi che farai, mi ospito
in una tua cellula cardiaca
a navigare per i tuoi mari
d'immagini e d'incontri,
e sento un po' più di libertá
briciola per briciola come un Pollicino
che si scopre un passetto alla volta
in un fluire ch'è condivisione
tra fiaba e calore animale...
e poi succede a volte di catapultarti
in qualche scena pornografica
o in sdoppiamenti da thriller
o insieme a qualcuno più bello di me
e poi succede a volte invece
che solo le mie mani sul tuo collo
sono vere, i tuoi occhi chiusi,
gli avvicinamenti depensati,
la quiete che non chiede.


Parma, 9 Maggio 2018

Apnea


Bello come lupo che aspetta
la preda con sguardo di ghiaccio
e come lepre che aspetta
il momento di rendersi imprendibile
e dito di schiacciare  l'immagine
nel ricordo, e innamorato
il gesto che la sciolga, 
e flauto l'attacco che apra
la melodia, e cielo l'alba,
petto la fine dell'apnea,
poeta l'incastro magico,
guerriero l'avversario,
e come chi non aspetta
che farsi lago di cristallo,
senza più bisogno
di aspettarsi...


Parma, 3 Maggio 2018

Ventisei Aprile Duemiladiciotto


Mattino al cimitero
a cantarmi che "giace qui
la mia imbecillità", a cercare
una connessione, una linea di pace
che mi sieda muto e costante,
a perdonare se non mi è stato
installato il sentimento
dell'entusiasmo, ma tanti
altri modi di darmi e nevrosi.
Allora tra gli avelli e le ombre
saluto il mio angelo solitario
e la Primavera che mi fa molesto
dorma un poco, eppure invoco
il fuoco, la sua forza distruttrice
a voler che mi bruci la casa
con tutte le cose e sporcizie
accumulate, esattamente
come nel cuore e nella mente.
E se arriva la violenza esterna
a sfasciare il sacco lasciato
sulla strada, ben venga,
ben vengano le scosse
a smuovere il residuo,
la vita che ammuffisce,
il pianto che non esce,
la liberazione del giorno dopo.


Parma, 26 Aprile 2018

Fiore d'istinto


Ci sarà modo di scioglierci
l'uno nell'altro senza domande
in questa calda Primavera
dove l'assenza, la distanza
è solo rigurgito d'Inverno
da ricacciare indietro
mentre noi siamo vivi
e quindi viviamoci, scorriamo
a colpi di piena lenta forte dolcezza...
e siamo noi, cuori allo specchio,
mani alla scoperta, bocche
che si mangiano, e cadano
le sofisticatezze, si levino
soffi sensuali, nudi come sogni,
cerchiamoci che il resto
è tempo che precipita addosso
e offende. Molto di meraviglioso,
incantevole abbiamo da mostrarci,
laghi di montagna, tramonti muti,
melodie disegnate sulla pelle,
e molto da combattere, da mettere
in scena, e ti sussurro fiore bello:
-Piccole belve di fuoco io e te,
non castigati angeli, sí strappati
al buio per brillare feroci...
non aspettiamoci oltremodo,
incontriamoci come miracoli!-
che ora il mio sangue è buono,
le parole vere come respiri, i tuoi
occhi magneti di schiuma, la schiena
spiaggia bianca, distesa di pace,
voce: soffione nel petto.


Parma, 21 Aprile 2018

Il drago


Rimani attaccato al dilemma
e la falce nel cielo non cade
a farsi ghigliottina, a liberare
il senso di ciò che ti svuota
se ci pensi, ma non lo vuoi dire,
perchè le tue ali più spazio
non hanno per altri nodi,
e allora smetti di negare,
diventa lapillo e lingua
rovente da scagliare, la verità
è che non puoi esser messo
da parte da ciò che vuoi
conoscere in ogni millimetro
della sua pelle, sapere
il suo sapore, baciare fino
a non respirare... basta scuse,
fughe, silenzi d'assenza,
la bestia che ti si rigira dentro
ha fame, freddo, urla
vita priva di repressioni.
La fandonia del distacco
muoia, che se voli via
non torni indietro, incendi
il sentiero ornato di fiori chiusi.


Parma, 19 Aprile 2018

Stanchezza


Lascia agli altri i karma negativi
le morti declassate a notizie di sfondo
Lascia agli altri le canzoni d'amore
tu vivilo fino in fondo, fino alla violenza
Lascia agli altri il freddo che frena
e stufati pure di quel che resta acerbo
Lascia agli altri la paura di non farcela
e prendi a baci la bellezza che avanza
Lascia agli altri l'adolescenza eterna
e la gentilezza fa che diluvi impietosa
Lascia agli altri le spallucce all'insù
e abbi fede nei sorrisi che denudano
Lascia agli altri lamentarsi fino alla noia,
la mancanza di curiosità, i sotterfugi
Lascia agli altri il sonno delle tre
e scrivi ancora se vuoi, se puoi,
fai quel che senti e non perdonare
chi vende guerre come medicine,
medicine come fiori, fiori come veritá
Lasciati leggere, lascia e sii leggero,
muto e pieno. Lasciati volere.
Lascia spazio intorno.
Lasciami finire.


Parma, 13 Aprile 2018

Poesie algerine


I.

Da una finestra sul mattino
placo le ansie,
i movimenti tellurici.
Rimango in ascolto
della casa che si sveglia,
gli animali di campagna,
i bambini già in strada,
il caffè che sale,
il sole che è il sole
e come il sole il pensiero
è un abbraccio.


Arbatache, 5 Aprile 2018


II.

Oggi è strano
Oggi è strano
Oggi è stragno
Oggi provo a nominarti
a ripeterti ad alta voce
come a catturarti con le zampe
e poi mangiarti, a materializzarti
e poi tenerti, a sapere che non può
mancarmi ciò che è, perchè sono
un predatore e sono seduto
su una pelle di montone
e tu sei lucertola
che mi cammina lungo la schiena
e insieme avremo una visione
e un deserto steso ai nostri piedi
e silenzi che rimbombano i petti,
la saliva la nostra pozione magica.
Oggi è strano
e imparo il potere dell'attesa.


Arbatache, 8 Aprile 2018


III.

Mio nuovo amico berbero,
vorrei avere poteri
che sappiano non tradurre
nemmeno più un pensiero,
figuriamoci un sentimento,
una fede, un'educazione,
figuriamoci di dover togliere
figure da un quadro, note
da uno spartito, baci da un amore,
parole da una poesia, preghiere
da una religione, e allora toglierei
il bello dell'incontro, dello scontro
tra misteri, convinzioni, continenti,
di uno spiegarci a vicenda
i nostri universi differenti
più o meno disciplinati
in un inglese ridotto a pezzi
fra un the e un dio che ha già
scritto ogni cosa, un altro che balbetta
a malapena, e allora ridere
di questi vortici, e aspettare
che il sogno venga a dissolvere
per cavalcare nello stesso deserto.


Arbatache, 10 Aprile 2018

Promemoria


Ricorda prima di partire
che ci sono alcune cose da fare,
altre da portare, altre ancora
da dimenticare. Ad esempio
le bollette falle pagare a qualcun'altro,
in tasca tieni un sassolino pescato
in riva allo stupore, i baci lasciati
in sospeso... no, quelli devi portarli
a compimento e poi girarti
e poi tenere acceso il cuore.


Parma, 3 Aprile 2018

Angela


Angela come Anarchia,
liquido il tuo pensiero
oltrepassa ogni concezione,
costrizione. Da sola ti apri
al silenzio e illumini le mani
di chi ti sfiora. Così delicata,
così sottile la tua pelle bianca,
dolce il tuo sguardo incantato.
Accogliente il sorriso che se ti ci tuffi
le onde propagano gas soporiferi
fino al sogno in cui cantando antichi
versi popolari, sei tu stessa la partigiana,
e quindi bella, e quindi eterna!
Non una parola. Mai più un lamento.
Una scossa che ti stremi. Un respiro dimenticato.
Ti prego angelo terreno! Sola con te stessa!
Sola con tutti noi!... ma ora riprendo fiato,
chiudo gli occhi
faccio un pensiero leggero
mi metto su un fianco
ti abbraccio
di amore corrisposto.


Parma, 31 Marzo 2018

Pianoforte


Le mani che rompono il mare
e dopo non sai più resistergli,
diventi spazio fatto di onde
notturne, una sorpresa che sgretoli
le certezze infisse negli intenti.
È come trovarti davanti a un pianoforte
e le tue dita si fanno cadere
e ti lasci suonare.
Non siamo scogli,
quelli son fatti per appenderci le schiene,
contemplare l'attimo rigonfio,
fonderlo tra le nostre labbra umide
che si fondono. Animaletto bianco,
sfuggevole, racchiuso, vicino.


Parma, 29 Marzo 2018

L'amore è la violenza


Primavera maledetta, maledetto istinto
che mi prende e strappa all'oasi
sospesa in cui nulla accade
e me ne frego del futuro
il passato è resina secca
ho energia da investire
stanchezze da condividere
trasporto emozionale
film stretti nelle mani
in riva al mare a bruciarci
orchestre assassine al crepuscolo
poesie da buttare e canzoni per te
Beckett da ripeterci all'esanimità
gelosie subliminali da ingoiare
masticarti i capelli
negli occhi ammutolirci
succhiarti fino all'osso
mentre ridi, se piangi
incastrarti nella mia spalla
salvarti dai governi
imbarcarci con gli ultimi umani
gli ultimi palpiti salati.


Parma, 25 Marzo 2018

Splendente


Al centro dell'Universo
c'è questo puntino
che ha creato l'Universo
e ancora lo crea
e lo distrugge
e gli assomiglia
e si appesantisce
e si gonfia
e non si muove più
e arriva quel giorno
in fondo al marasma
che violento urla:
Pulisci!
Sciogli il tormento!
Scegli fiumi verso
il centro dell'Universo!
Splendente. Leggero.


Parma, 24 Marzo 2018




L'isola


Su un'isola d'insofferenza
gabbiani spiumano al freddo sole,
si passeggia senza vibrazioni,
noci rimbalzano contro
pareti di vetro tra cielo,
cranio e petto, e il ricordo
di rimando di chi ti desidera
ma lascia la sabbia cadere.
Abbracci ben più disarmanti
fremono nell'attesa
di un crollo che disargini
l'inganno d'un pensiero
consolante che fa dire
"Va bene così, inattaccabile"
e va molto bene fin quando
il mare intorno resta calmo,
l'abisso non ti sommerge,
le mani stanno in tasca,
la distrazione ti porta al guinzaglio.
Ascolto e dialogo con voci registrate
e distanze, rotolo nelle pause
e aspiro alla bufera, alla calda
pace del tuo ventre nudo.
Digiuni il rimpianto.


Parma, 20 Marzo 2018

Cacciatori di balene


Balene nere nello spazio
sprizzano scie di comete,
lente consumano la notte,
intonano canti, incontrano
tonni inscatolati. Che tonni!
Un iceberg ne incastona
una, scagliato contro
il sole, esplode, pezzi
di grasso cadono su
parabrezza di cacciatori
arenati s'una spiaggia
di pianura, si raccontano
di quanto bello sarebbe
sconsacrare mucche,
aprire teatri solo per cinesi
dai capelli rossi, drogarsi
di mentine. Poi un bicchiere
s'incrina. Un'altra balena
si schianta in autostrada.
Chi si deve estinguere
si estingua, siamo generosi.


Parma, 17 Marzo 2018

Sotto pelle


Coltivo la malinconia
contro la tristezza
di certi giorni felici,
contro l'ovvietá da branco
affamato di costrizioni
e le bugie che ci si racconta
pur di mostrarsi con le labbra
all'insù, i pollici clickabili,
senza uno straccio di occhi
dionisizzati nel sangue. Ricada
sulle teste, sui sessi annoiati dall'Europa
la surrealtá bianca, incandescente
dei miei gesti scoordinati, salvi
innanzitutto me stesso, prolifichino
gli accordi grattati e sintetizzatori
che aprano la schiena, la musica
che si fa luce sotto pelle, piccoli
villaggi incantati dove la parola
è polline e tutti sanno quello
che devono sapere, nessun
consiglio ha alcun senso
e la surrealtá salvi me stesso.
Corpo stesso tatuaggio sul mio corpo.
Coltivo i miei campi minati
fumandomi le mani,
raccolgo frutti dalla faccia
di vizi capitali, li gusto uno
ad uno e prego la Dea Follia
di liberarmi dal giudizio universale,
ma ancor più dal giudizio di me,
il mio giudizio su voi, esplodere
come pelle sudata daĺl'estrema fatica.
Sparare a bruciapelo sulla prima crocerossina.


Parma, 17 Marzo 2018

Tredici Marzo, tre spari sul treno


I.

Dove hai messo la neve?
Speravo ne conservassi un pugno
per lavarmi questo velo scuro dalla faccia
e risolvere quest'alba
pendolare, ricacciare
l'eccessiva serietá.
Accarezzo l'idea 
di vivere in Africa,
recitare preghiere,
lasciarmi amare.


II.

Riti sciamanici scrollano il peso dell'inutile,
liberano tempeste,
dilatano pupille
a veder quel che c'é,
non più quel che si deve.
Ogni atto assurdo
e d'impeto gioioso
sia la rivoluzione.
Bacio il disincanto.


III.

Palloncini su deserti
si aprono al vento
giungono al mare
spiano la vita che si confonde
al desiderio di baci leggeri
e se ne cade uno
prendilo pure,
esplodilo vicino al petto,
masticane il sole.


Parma-Milano-Parma, 13 Marzo 2018


Si dice che


L'intraprendenza non va detta
come i moti d'animo che si fan crepe
come i debiti e le romanticherie buone
per poeti edulcorati
come gl'inizi zoppicanti
gli auguri di chissá cosa
gli amplessi e le estasi
Dio
gli elenchi che si prolungano
come me che non dormo.


Parma, 12 Marzo 2018

Le mani di Caligola


Impero sulle vostre teste
che cadranno una ad'una
e dalle mie dita si svolge
un gioco in cui io e solo io
sono Dio e Dio vi condanna
al rimbecillimento, popolo
degno d'essere schiavo,
degno di credere in Dio.
Vi mostro in raptus il potere:
Luna si nasconde dal cielo
Venere ricuce versi d'orrore
Roma si fa oscena stalla
in cui cavalli e baldracche
leccano la mia ombra;
e quanto amore ci vuole
a chiudersi in una stanza,
schiacciare ricordi, tramutarli
in grida di piacere, di dolore,
è indifferente, comunque muti,
muti al disastro sparso
negli angoli, muti davanti
allo specchio, muti portatemi
un piatto di seni da succhiare,
oggi non mente la pioggia,
liquida follia, bevo a pieni sorsi
quest'impero amaro
da sputarvi addosso
e annegarci insieme.


Parma, 11 Marzo 2018

Cercami


La gatta che cerca le mie mani
quando le nascondo dietro
la nuca, per farsi accarezzare
e penso: -è puro amore questo...-
e rifugio il pensiero in una manciata
di vecchie canzoni nude
dove il cuore parlava
e diceva quel che doveva
e se mai darò ragione
al farmi mancare la forza
di esprimere una sola briciola
allora sarà quella la sconfitta,
se mai dovessi vergognarmi
d'ogni tremore che mi risveglia
non più la gatta venga a cercarmi.


Parma, 10 Marzo 2018

Viaggio


Stanchezza che d'ogni cellula
togli il respiro e tagli di netto
il tronco crollante
nel letto a squassarne
la placida trasparenza
Lasciami l'eco dell'occhio
assetato di corpi avvitati
ad accompagnare il viaggio
nel fondo del vero
e dal nero ritorni il vagito


Parma, 9 Marzo 2018

Il sentiero


Un bacio sotto la neve
e uno scroscio di voti
buttati a ribollire le fogne,
così inizia il sentiero
di scornamenti e cuori
da far tremare le strade
di sangue a ricacciare
i mostri con parole
che non sapranno mai,
come l'amore esplosivo
così vicino al centro
dei tuoi occhi,
dei miei. Ti chiamo.
Ti aspetto.


Parma, 5 Marzo 2018

Sentiero della Croce


Rasenta la nevazione assoluta l'iride
in tremila cristalli assemblati a nuovo
atto d'amore da mettere a nudo e adesso
scongelare il silenzio che ti assorbe


Mediano di Neviano degli Arduini (PR), 28 Febbraio 2018

Sami


Sei lappone e sei bella,
sei voce che graffia via
il freddo, velo di timidezza
intorno alla mia pelle da bucare
con lingue lente, mitraglianti,
sei ombra colorata, sei sguardo
riservato che cattura, sei cascata
di capelli ribelli come partigiani,
rossi di resistenza contro la monotonia
totalitaria della sopraffazione,
sei distesa bianca su cui popoli
nomadi segnano il passaggio,
sei ascolto attento e tenue
distensione delle labbra,
sei goccia di miele
nel mio acido mare,
sei la voglia di tornare
ad aprirmi, aprire le mani
sul tuo corpo fino a dilatarlo
nello Spazio, sei sogno da fare,
litorale da consumare, sei poesia
da leggere, un'altra da scrivere,
mettere in scena, sei canzoni nuove,
sei un biglietto d'aereo, anzi due,
sei silenzi e parole sommesse,
potenziali passeggiate infinite,
poltrona al mio fianco di un piccolo cinema,
attesa estatica di una sigaretta da rollare,
sei la mia terra lappone da esplorare.


Parma, 28 Febbraio 2018

Giornali infelici


Un quotidiano in più per me
se qualcuno riesce che da solo
le pagine mi colano dagli occhi
compressi da notizie letali
e poca sensibilità, pochi spicci.
Ho cercato per le strade
percorsi che congiungessero
mani così tremanti, così offese,
precipitar dell'esistenze
esiliate da chi aveva tutto
e stillava guerre
sbriciolava terre
rubava bocche.
Un quotidiano in più per me
se qualcuno riesce, pieno
di rovesciamenti di fronte
pazzi felici
poteri muti.
Parole come capriole.


Parma, 19 Febbraio 2018

Il soldatino e la ballerina


Dall'abbraccio di fuoco
nasce un cuore e un nastrino
che lo leghi stretto, che lo tenga
avvinghiato all'amore consumato
in un attimo, eternizzato su chi pazzo
ci ha reso semplici pupazzi
da prendere a calci a piacimento...
per gelosia? Per incomprensione
di un gioco più vivo di notte,
la notte in cui ogni sospiro
è un movimento di danza,
un zoppicare delicato dentro
scorza di metallo, una voce
infantile che si narra il sogno
perso nel mare e nel mare
più buio pesca quel vortice
d'alba da cui risalire e farsi grande,
farsi fuoco, farsi cuore, farsi nastro
che stretto abbraccia il soldatino
e la ballerina fusi finalmente
a colmare il silenzio inespresso.


Parma, 18 Febbraio 2018

Macerata, 3 Febbraio 2018


Esco per strada oggi
che come ieri ho niente
di bello da creare,
niente da imparare,
non viaggi da fare, dolori
da riconoscere, so solo
sputare veleno rancido
oltre il mio braccio teso
come membro sotteso
all'amore che non so dare,
solo foschia d'odio
che se non somigli
al mio pallido vaneggiare
io ti sparo, alle spalle
avrò sempre minuscoli
salvatori, una forza
nuova nel rinnovare
violenza serva della prigione
mentale, figlia di un potere
vampiro risucchia cervelli:
quel che trapassa il suo confine
è carne da macellare.
Incriminatemi pure, già intorno
fioriscono altre palle di sterco
ad assorbire quel poco
di umano che rimane,
che se avessi un po' di coscienza
per il bene elementare,
certo non l'avrei fatto,
certo quel che leggi
avrei anche potuto scriverlo,
per davvero.


Parma, 4 Febbraio 2018

Quadro soffice


Dov'eri ieri?
Giravi un po' e parlavi
e si taceva e si godeva
dell'imprevisto soffio marino
sotto un cielo denso
incuneati tra portici
sospesi a ber caffé
sul canale fra le case
e a sentir di certi brividi
davanti al surreale spinto
oltre l'abitudine alla solita
compostezza, che non é
la feroce delicatezza sfoggiata
nello svelarci tratti intimi
davanti a un piatto, solleticati
dal vino, che non é il dolce
fondo malinconico che tanto
m'affascina, di cui forse
t'avrei scritto in quella dedica
al libro che a capofitto ha scavato
nella mia di malinconia pruriginosa
e allora via d'empatia e di richiami
istintivi con chi senti simile
al centro, con chi non sprezza
la surrealtà, metafisicità, dadaitá
quotidiana di cui faccio bivacco,
ne sorride, e quel sorriso tenue
sulla poltrona del bar di lana
a render compiuto il quadro
sin da subito e in divenire
e in dissolvenza nell'estatico
ascolto del diverso che si offre.



Parma, 2 Febbraio 2018

Reykjavìk


Tutto il freddo in cui mi ricucio
indurisce i panorami, le mani
osservano gli spasmi e danno
il colpo di grazia, la coltre
di nebbia soffoca l'elfo
incarnato nella città. A volte
il vulcano ibernato da lontano
fa sentire i suoi sbuffi
e le vene solforose fibrillano
-non vogliono stare al loro posto!-,
così mi sovviene che ho cominciato
a perderti, perdermi, a perdere il gioco
tra noi due, quando ho lasciato
che vincessero le insicurezze
su tutto l'amore boreale
che ci avvolge in atmosfera,
dentro i nostri occhi violacei
ruotati come pianeti in eclissi,
e oltre quelli, sei fuoco nell'idea.


Parma, 22 Gennaio 2018





Retrolove


Mi vergognavo solo di me stesso, non di te,
di te tremavo d'amore rappreso, d'impeto
maldestro, di gelosia retroattiva.
L'impaccio crudele puntellava
al posto del sole rassicurante
bombe nucleari contro il tramonto,
fino a render deserti gli abbracci,
frecce a vuoto le poesie,
eppure eri immagine ferma
dietro gli occhi, scintilla
di viaggi in paesi tropicali
e ora, solo ora i ricordi
son tappeti flautati
più dell'amarezza
sbriciolata nei giorni.


Parma, 19 Gennaio 2018

Dimensioni


Taglia il velo
Rimanici secco
Col solo gesto
Con la sola intenzione
Il corpo ingoia il corpo
Vomita dimensioni


Parma, 16 Gennaio 2018

Macigni


Io stesso sono la bellezza del mondo,
il suo riflesso, l'impeto indiscreto,
il torrente d'Inverno scende
e sale sui macigni in ascolto:
il rumore armonioso, il desiderio
s'insinua tra le forme,
si sciolgono le labbra,
eiaculano i pensieri,
cercano il mare,
me stesso ovunque,
ovunque l'eco della fonte.


Varsi, 4 Gennaio 2018