a Franco Battiato

 I.


L'acqua diventa acqua e cade

e torna ancora, finalmente

un feto nello spazio siderale,

il tuo suono un oceano, silenzio

fragoroso fra le arterie, l'ombra

della luce riflette segnali di vita

in miliardi di morti danzanti,

un'amata solitudine che invita

al viaggio, di passaggio

solo di passaggio.


Parma, 19 maggio 2021

-


II.


Vorrei abitare in via Franco Battiato

o ancor meglio fosse una piazza

o un paese col mare davanti

e il vulcano dietro, addirittura

potrei accettare uno stato

se a lui intitolato, uno stato 

di quiete come un pomeriggio

assolato in cui all'ombra

ci si riposa e tutto intorno

la natura suona e odora

di sud, e affonda.


Parma, 7 giugno 2021




 Parole che si offendono

per esser state molestate,

schiacciate e rivoltate

come terre sotto occupazione

che mangiano la propria polvere,

vomitano sangue indigesto.

Parole di figli e padri sepolti

in bandiere sporche, irriconoscibili,

ma che qualcuno ancora ricorda,

qualcuno ancora traccia una scia

di senso fino al centro del mondo.

Parole che voglion esser fiori

partigiani di ogni tempo, 

anche solo sussurranti un verso

di vero tra le oscenità di regime,

e nemmeno le parole contano

più i singhiozzi, si piazzano

sulle barricate, spiazzano

l'inutilità in cui sono state confinate,

si puntano sul petto

degli uomini che non cedono.


Parma, 13 maggio 2021

Dieci anni d'aprile

 Dopo averti conosciuto

Dopo esserci scritti

dalle tue pagine virtuali

sui telefoni bombardati

Dopo aver manifestato insieme

Dopo i sorrisi e le rabbie condivise

Dopo gli allontanamenti e il tuo essere

sempre al centro del fuoco

Dopo avermi fatto capire

cos'è un partigiano

Dopo i tuoi libri regalati

e l'avermi incoraggiato a combattere

Dopo le mie poesie con la tua voce

Dopo il cuore sgretolato quel giorno

d'aprile, rinchiuso nella paura

Dopo tutto ribolle la tua anima

negli angoli del mondo che chiede

di vivere oltre l'attesa della fine

e la fine è solo dopo l'amore

degli occhi umani che si cercano.


a Vittorio Arrigoni

Parma, 11 aprile 2021

Ukulele

Queste dolci note di bossanova

a cui accoccolarsi e farsi trasportare

per silenziare le distorsioni

delle menti pruriginose,

meditanti sentiremmo

di più l'amore, il bambino assassino

dormirebbe, sopraffarsi è confusione,

fusione è vibrare tutt'intorno

fino agli angoli più lontani,

come corda di ukulele

sotto le tue dita, rette infinite.


Parma, 3 gennaio 2021

Ragazzi d'Insieme

 Maurizio


Apriti Cielo

che precipitino cascate

di luce a inondarmi 

la faccia, si apre

a rimandarti sorrisi

da regalare ad anime

di passaggio e con le mani

invento nuvole leggere

e le muove il vento

come fiabe che attraverso

per bocche la cui musica

è un viaggio sconfinato.


Parma, 13 dicembre 2020

-


Stefano


Aspetto che passi la ruspa

a spazzare via la neve

che ricorda il mio paese

di montagna, e quei bambini là

nel parco giocano e non mi vedono,

non vi vedo alle mie spalle

se non mi chiamate per giocare,

se non vi chiamo... nomi:

riflessi sulla finestra

da inseguire come spiragli

di fuga verso campi aperti,

spirali da rompere.


Parma, 30 dicembre 2020

-


Michael


Col pensiero mi perdo a tirar

le orecchie al babbo che tanto

mi diverte fargli questo e mille

altri dispetti e anche se un po'

si arrabbia, presto torna a giocar

con me e la mia cagnona al parco

intanto che la dolce mamma

mi prepara golosità da farmi

matto e allora di baci la riempio

a compensare il suo infinito amre

in cui come biscotti nel latte caldo

mi ci tuffo e nuoto, bello come sono.


Parma, 4 maggio 2021


Gli arresi

 I.


Verranno i giorni e non saremo pronti,

caduti dai primi passi e convinti 

sia giusto strisciare, sorridenti.

Viso e maschera la stessa cosa.

I cuori schiacciati non sapranno

urlare quando i giorni saranno vicini.

Batteranno per terra e la terra

sussurrerà bestemmie dal suo soffocare

ma poi seppellirà gli avanzi,

si riaprirà al respiro.

Forse qualcuno andrà incontro

ai giorni, forse qualcuno.

Mai ne sapremo la fine.

In fondo alla strada

uno specchio, dentro lo specchio

il bambino cancella l'uomo che è stato.

Liberi dai ricordi i giorni verranno.


Parma, 12 dicembre 2020



II.


Le persone che hai perso le odii

ed è odio per la volontà di perdita

che ti sega la faccia: da un lato

la prigione dell'anima, dall'altro

lo sguardo voluttuoso sul giocattolo

da comprare, la fame del nulla.


Parma, 16 febbraio 2021



III.


Pezzi di re squarciati lungo le frontiere

che paghino mille secoli rubati ai popoli il potere.

Pezzi di vetro ficcati nei piedi degli umani

in transito da Oriente, trattiamo meglio i cani.

Pezzi di pazzi lasciati a marcire lontano

dalle vetrine, nei manichini ci specchiamo.

Pezzi di mistero, nuvole imprigionate,

rime facili che non saranno cantate.

Pezzi d'amore oltre l'ennesimo commento

irresistibile, l'inganno dell'eterno momento.

Pezzi di figli arresi alla storia che passa,

cuori appesi sotto il peso della farsa.

...


Parma, febbraio 2021




Tronco

I vestiti di fiori
ti sbocciano addosso, tronco
di ragazza che nutre la terra
di sguardi e torni a un ragazzo
latitante che dice di smettere
per poi pentirsene; il suo gioco
fatto di corde, di congiunzioni
e accapo.
I tuoi fiori hanno colori
che ti confezionano, ti arrangiano
come una canzone degli anni'60,
flauti e violini, malinconia gioiosa.
L'estate sfatta di suoni.


Parma, 14 luglio 2020

"La tua stagione"

Quando sono salmone
mi seduce lo schiumare
delle pietre contro cui mi abbatto
e mai penserei di finire affumicato,
di finire a fumare sigarette
e mangiare riso che avvolgo.
Quando sono pietra
lo sforzo per rimanere irremovibile
consumato dal suono che scende;
l'acqua è il sole, Morricone
è l'estate e l'oceano che risale
Quando sono fiume


Varsi, 9 luglio 2020



Uscite

Giorni in cui un uomo
ti muore fra le braccia
in fila al supermercato
senza riuscire a regalare
un battito in più,
una parola da ascoltare,
e di una donna la liberazione
vissuta come oltraggio
alla propria insipienza
quando basterebbe poco
a piegarsi a un ritorno;
una passeggiata in montagna
patto d'amore che gronda
fatica, una volta in cima
ci si dice "riavremo anche
il mare laggiù!", giorni
che sono notti e sogni
che sono viaggi, anime salve
nascoste per paura di essere
rotte, anime che hanno ruote
invece di ali, cantare nei cortili
fregandosene di tutto; giorni
come distanze, feste non consumate,
fruscio di attenzioni lungo
la discesa, godimento di scadenze
irrispettabili, giorni in cui domani
sarà un altro inferno senza lavoro,
con un lavoro, il paradiso è fiscale.

Parma, 13 maggio 2020

Anticorpo


Scriviamoci addosso adesso
che siamo chiusi qui
e vedo anche te attraverso
i vetri, germi di distanza
a infettare gli abbracci,
l'isolamento che si fa pietra
su cui sedersi, sotto cui crollare,
da scagliare; scriviamoci
per rigenerare fili da una mano
all'altra, per dipanare viaggi
lungo la schiena, scrollare
la muffa dalle vene, il silenzio
velenoso torni oceano dentro
le stanze; scriviamo un messaggio
che sia onda lattea, che sia anticorpo,
brivido, istinto di un corpo in due.

Parma, 24 marzo 2020

Sospiri


E' un massaggio profondo
alla fine del mondo
che anche se fine non è
lo è per eccesso di distrazione
così mi raccolgo sul corpo,
meticoloso a sviscerare la perla
da ogni particella
e faccio la guerra al silenzio
assillante che turba la quiete,
risorgo dalla quarantena
con qualche centimetro in più,
l'ombra di un'idea a risaltare
la luce contro il muro ch'è venuto su
e ballano gli angeli coi nostri visi
purificati, visi dissolti, animali
alla riconquista del cemento,
mani aperte come il sangue,
musica leggera, bocca di sospiri,
desiderio di essere desiderati
oltre la fine, ch'è principio
d'amore rivolto a ciò che saremo:
occhi lucidi in un dipinto
appeso nel tempio delle sillabe:
"Io sono. Anima bella. Tutto è."

Parma, 13 marzo 2020



Corona


Finalmente soccomberanno
sotto il peso della corona
della propria solitudine
mai abituati a reggerne il peso,
il valore calpestato, l'occasione
per inabissarsi, conoscere,
creare oltre l'ombra del bicchiere
e allora il virus, come i ratti
dalle fogne, fa emergere
il rantolio disperato del vento
che spazza la superficie delle teste
desolate, e forse soccomberanno
alla loro malattia esposta
alla nudità degli specchi
o forse scopriranno qualche angolo
mai spolverato, la primavera
intensa fuori dalle finestre,
la voce simile alla nostra
di chi bussa alle frontiere,
il potere di amare in silenzio,
il potere di restare.


Parma, 10 marzo 2020

San Valentino


Possiamo andare a veder le stelle
che non passano mai di moda
nei nostri occhi che non cambiano,
arpioniamo questi momenti di stallo
per scaraventarli lontano altrimenti
lo sai amore che è tutto un farsi male,
un dente ostinato cavato con rabbia
o l'ennesimo sfogo avvelenato
di chissà chi vomitato addosso,
così puoi prendermi a schiaffi
ch'è sempre meglio del pensarmi
già lontano, e se stufa sei
dei miei rallentamenti hai un cuore
che ci raccoglie ed è anche il mio
e da lì ci strattoniamo, scriviamo
o se ti va, andiamo a veder le stelle?


Parma, 14 febbraio 2020

Puntino rosso


"Se non ci fosse la pace
non avrebbe senso la guerra"
mi disse a cena il cantautore
in parte tradito così iniziai
a fare avanti e indietro
per il Ponte di Mezzo
alla ricerca dello scorcio
migliore per lo scatto
perfetto, poi tornai ad ammutolirmi
e a sentirmi ancora più distante,
distorto da tutto, a non vedermi
allo specchio, al risveglio stanco
come chi non ha mai dormito,
il brusio intorno un pugno nello stomaco,
l'amore una lanterna vacillante
ai bordi del buio, un puntino rosso
su cui respirare, e lo dico per rispetto
il fatto di non voler pesare
ma intanto tonfo, mi giro indietro
senza imparare dalle statue di sale,
e ora che l'enigma non s'è risolto
mantengo la pace sentendomi in guerra,
ascolto una canzone che sia blu
contro il grigio piovoso, appiccicoso
dei giorni, cerco le tue mani
con cui lasciarmi andare oltre gli scogli.


Parma, 22 novembre 2019

Venga il diluvio


Venga il diluvio
a lavare i nostri peccati,
i nostri corpi e se li porti
dove il fuoco cuoce lento
che non ci capiamo nemmeno
pregando, cellule sconsacrate.


Urbino, 19 novembre 2019


Se la notte mi abbandona


Se la notte mi abbandona
non so chi sono, contro mi urlano
le onde per attraversarmi e approdare
s'un angolo che sa di caldo,
io dalla notte abbandonato
cado lontano dall'amore, dal corpo
di una donna, dalle voci del mercato,
dalla voglia di costruire qualcosa
che abbia la mia forma, in balia
del vuoto, non so chi sono inghiottito
dalla notte, vomitato fra le ceneri,
fracassano le città al di là
di un sogno stuprato, gli occhi
perle spente fra le perle.


Parma, 12 novembre 2019


Superpotere


Il gelo, due colpi di tosse,
il superpotere di incrinare
le cose belle, tu che non sai,
io che non faccio, mi metto
di traverso e le anime si sperdono.
Arrivasse una barca un po' più grande
e tu in mezzo, sicura, non lasciata
in balia dei mugugni e delle forze
respingenti di frontiera, che hai
da continuare d'essere sorpresa
e amata a piene mani, i tuoi occhi
che si girano e trovano ristoro.
Balbuzie sentimentali, fantasmi cinici,
acidità del cuore, un bimbo marcito,
schiaccialo se vuoi, ergiti migliore.
Non sei sola, nonostante me, e splendi.


Parma, 13 ottobre 2019


Mani in bocca


Ti chiamo Ti Amo
perché sei il titolo
di ogni mio pensiero
anche se leggo poco
e quindi scrivo ancora meno,
come avere le mani del dentista
in bocca, che ti parla
e a cui non puoi rispondere,
viene a mancare la grammatica,
eppure tra un corto circuito
e l'altro, con cui talvolta
ingiustamente ti punisco,
esce qualche fiore dalle mani,
tinteggio di sentimento
sopra le vecchie croste
e assorbo il tuo colore intenso,
mi rimetto in ordine, mescolo
il sangue, sputo una poesia
tra un pasto veloce e il lavoro,
a rischio di non lavare i piatti,
a rischio di amarti più forte
di ogni secondo che scappa.


Parma, settembre 2019

Difficoltà respiratorie


Cado e poi ricado
ma tu non farci caso
e soprattutto non inciamparmi
addosso che poi non bastano
le mani e nemmeno le ossessioni
così mi trascino per la via
delle oppressioni, quelle che portano
alle difficoltà respiratorie del primo
giorno e sempre rivango il terreno
già solcato pari a un verme,
e non guardarmi con quegli occhi
così accesi, così appesi alla luna
che significano molestie sensuali
e scosse tra un "vediamo"
e un "abbiamo da realizzarci",
io pendolo tra un'indecisione
e l'altra e pugni da sbattere
e polvere trafitta dal crepuscolo
e occhi fantasma.


Parma, 1 agosto 2019


Skiathos


Beata te e chi ti ha fatta bella,
tu stessa con la vita che ti sei cucita
addosso, filo dopo giorno
e poi ai miei occhi ti mostri
nuda per amarmi come animale
di mare che sull'onda cavalca
e io riccio contro scoglio apro
il centro da succhiare, attento
a non pungerti, attenta! che fragilità
si nasconde sotto un velo di sabbia
se posi male il piede, allora è meglio
nuotare fino alla boa ch'è come volare
con le ali ben attaccate, per tornare
insieme sull'isola e al tuo fianco contarti
i battiti sul collo sudato,
metronomo della mia poesia.


Skiathos, 23 luglio 2019

Bambini fantasma


Bambini fantasma e profili di streghe
in cielo, mentre fulmini m'invitano
ad aggrapparmi per fuggire dall'asfissia
dei miei movimenti, orfani del tuo corpo,
e nel sangue mi bruci e ringrazio l'amore
che mi tiene a galla in questo fiume
di schiuma, poi torno a casa e cerco
la tua voce in qualche angolo
e mi scontro con pensieri violenti
di chi ha deciso che i propri confini
sono i confini di tutti, di tutti coloro
che hanno un colore e una sofferenza
pronta a volare, pronta a sbarcare
lungo le coste tremanti d'attesa
dei tuoi baci, che anche se non ci sei,
sei l'isola che vedo oltre la tempesta
e contro ogni legge insana mi salvi,
mi salvi e mi strazi di voglia, così
le ombre si fanno soffici palloncini da bucare.


Parma, 3 luglio 2019

La canzone delle fate


Siam le fate della sera
e balliamo qui con voi
occhi, mani, piedi e bocche
noi muoviamo tutt'insiem
Dai boschi noi veniamo
a festeggiar la luna in ciel
e ridiamo come matte
quando il vento suona i fior
Ci nascondiamo fra i capelli
dentro l'erba e nei cuscin
accendiamo i vostri sogni
quando è l'ora di dormir
Qualcuno andrà a cavallo
e chi invece volerà
qualcun'altro sarà un pesce
che nel mare nuoterà
Poi c'è chi sarà un eroe
e tutti i bimbi salverà
dalle guerre e dalla fame
e a cantar con noi verrà
Quando poi sarà mattino
nuovi giochi e nuove idee
da donar a chi ti è vicino
per continuare a immaginar
Siam le fate della sera
e se felici vi vediam
come lucciole incantate
fra le stelle riposiam
Ricordatevi di noi ogni volta che si fa
buio tornerem e ancora canterem...
Siam le fate della sera
e balliamo qui con voi
occhi, mani, piedi e bocche
noi muoviamo tutt'insiem,
occhi, mani, piedi e bocche
noi muoviamo tutt'insiem...


Parma, 12 giugno 2019


Dieci giugno


Dieci giugno e ancora vene
che mi fan male, e ho fremiti
lungo le linee della notte
e quante poesie ti ho scritto
finora, forse belle, forse marce,
e sai, son cattivo anche se ti amo
imprigionato come sono
nella mia gabbia, con questo bisogno
di urlare ogni tanto e scappare
in universi soffici e sbranarti
a colpi di corpo su corpo, ma poi
chiudo gli occhi e ti vedo
intenta a sbocciare e temo
che basti un mio gesto incontrollato
a spezzarti il fiato, ma domani
sarai ancora più forte a guidar
giochi e voci stridenti, tu, guance
infinite, certo la fatica, il saper
scegliere, tu certo l'estate
e io così a deporre penne
e lanciare me stesso
che se anche do poco a vedere
ai confini dei campi ci raccogliamo.


Parma, 10 giugno 2019

Trebiano


Potessimo ogni volta passeggiare
di sera uno dietro l'altro fra i borghetti
di Trebiano, e quella pace incantevole
e quella facilità, richiamarla a piacimento,
e allo stesso modo poter scegliere,
fosse una pietanza, un gesto
da regalare all'altro, sogni di terrazze
da abitare, e spegnerle le ansie,
pensieri scuri come semi
di disagio, e lasciarla brillare
questa goccia di mare in mezzo
agli occhi e l'amore che racchiude,
la certezza del mio sapore
fra le tue mille variabili cose
e le stanchezze, e la vicinanza
da curare contro le incomprensioni
che fan capolino all'orizzonte
come nuvole da soffiare
coi nostri umidi baci.


Parma, 5 giugno 2019

Finestre d'ospedale


Finestre d'ospedale
sottendono neonati cieli estivi
e punte d'alberi coronano
la calvizie di mio padre
sofferente, la sua mano smembrata,
e poi gocce d'acqua rintoccano
il pavimento, il tempo che mi separa
dall'insonnia al tuo seno che amo
snocciolare, la tua vita
così rigogliosa e certe punture
che fan grattare la mente
quando si gela di paura.
Ma dicevo, l'estate e la tua voglia,
l'attesa del mare, creare dalle connessioni,
aperture, guarigioni al naturale.


Modena, 31 maggio 2019

Statue di fango


Abbiamo votato il male peggiore per sentirci più forti con chi la forza l'ha spesa per non morire, e con questo freddo che piove a fine primavera volgiamo i nostri ghigni alla terra, un po' più calpestata, dentro pozzanghere dove il riflesso è privo d'amore, eppure ci scioglieremo come statue di fango; dalle ceneri umidicce ancora mani di chi è nato caldo, afferreranno il cielo e capovolto, anche noi penzoleremo per non aver più misere certezze, e forse ci sveglieremo oppure cadremo senza aver capito.


Parma, 27/28 maggio 2019

Non ci sei e sai di pioggia


Non ci sei e sai di pioggia
che scende imperterrita
sui miei pensieri, sporco
e ridotto a uno scheletro
sognante aperture e panorami
su cui affacciarci, senza ombre
provenienti da ieri, spiragli
e voglie che ci facciano
i muscoli con cui sostenerci,
piroette d'amore, caffè con occhi
di chi si è appena regalato
momenti di paradiso, e i dubbi
che si fan risate, follie battenti
contro i blocchi, perchè il cuore
è un rombo che ci porta lontano
e tu acqua fresca con cui lavarmi
e tu petalo da proteggere
e mordere, mentre io provo
a slogarmi l'affanno del piombo
che mi lega, e mi allaghi.


Parma, 19 maggio 2019


Un fantasma che si gira


Un fantasma che si gira
fra nervi e temporali, così ogni
cellula è distante, angoscia riempie
gli angoli, incubi sono gli esseri
viventi che chiedono sempre più,
vogliono averti per sbranarti,
ma sono un'ombra intrattenibile
e chiedo amore, facile a dirsi
ancor di più a farsi, se ti amo
è facile e ti amo fino a entrarti
nelle vene, fino a prenderti a pugni
se mi dubiti e poi riderne,
e continuo a gustare pezzi del tuo
cuore caldo mentre le urla
sono libere e aprono le stanze.


Parma, 12 maggio 2019

Piego l'anima dagli angoli


Piego l'anima dagli angoli
e la ripongo nelle tue mani
infine esco a prendere freddo,
infine esco a cercare uno specchio
da rompere, vedere dall'altra parte
solo verde, tappeti di denti,
risate di alberi, in fondo
al sentiero un orologio morto
tu nuda in una bolla di luce
già dissolto sono solo piacere
muto come sempre e un sospiro
di scirocco, la vita stessa
c'incanala l'uno nell'altro.
Sui miei resti resisti
e sai chiedere cos'ho fatto finora:
"Perdermi, per arrivare a te!"


Parma, 5 maggio 2019

Bora


Mi appoggio su te e voglio esserti
cielo che ti fluisce in vena per tenerti
lo stesso leggera, e mi abbevero
della luce dei tuoi occhi e sorgo
animale notturno a caccia
d'un topino furtivo, e sei tu,
che mi frulli in testa, e spazzi via
i miei spasmi di controllo,
come una bora per le strade
che ci rifugia in una cripta
e cantiamo i nostri
mistici sensuali silenzi.


Parma, 27 aprile 2019

Baobab


Ti sognerò sempre più forte
per tenerti ancora più vicina
e capire gli attimi, creare spazio
nei temporali fino al più caldo sole,
sciogliere gli spaventi che non sia io
il tuo mostro della notte, sì
il padrone del tempo infinito
che ti accarezza le spalle,
e lieve sotto pelle accovacciarmi
ed esserti baobab nel deserto, sicuro,
che si lascia ammirare, pulito
e fermo, rotti gli argini
dei propri graffi, prenderti
le mani e intascarle
in silenzi dove i sospiri
sono oasi, e dissetano.



Parma, 19 aprile 2019

Matrioske


Sei a casa e sei in questi tasti
digitali: i miei polpastrelli,
i tuoi cuscini. Sono il tuo desiderio
che apre le porte, paesaggi oltre
e mani che li disegnano. Sogni
di dormire, a episodi, da divorare
come masticare ossa per ingoiare
vuoti, e risollevarsi al mattino
con gli occhi ancora lucidi
per aver toccato da vicino
visi nostalgici, persone amate
in altre vite, così inscatolate
in questa come matrioske.
Ci reincontriamo presto amore,
dopo gli scontri, prima delle albe,
insieme e interi, comprese le scuse
e le ferite, le conseguenze, da esse
trarne colate laviche in cui fonderci
e liberi di gridare, di godere,
di soffrire, di fingere al mondo
una qualche espressione
di compiacimento mentre sta crollando,
mentre nei tramonti ci perdiamo
e in una buona notte siamo poesia.


Parma, 11 aprile 2019

Avessi perso il dono della parola?


Avessi perso il dono della parola?
O la condanna, della parola straziante.
Avessi perso il dono della comprensione?
O la condanna, della comprensione del vento.
Dalla gola al mento un soffio, nessuna voce,
una croce. Infisso nello stallo guaisco
e prendono peso i respiri, graffianti
nell'amore carnale, nel calore che ti dono,
nella richiesta di non farti trascinare
dalle mie implosioni. Immobile
stacco e spacco immagini alla nascita,
non scendono a salvare alcun popolo,
nessun me stesso... letargizzato
ti chiedo ancora amore, ti chiedo ancora,
tu movimento concreto di bellezza,
che ancora il mio sbocciare si fa timido,
che ancora abbiamo da buttare via
gli spasimi e insieme atterrare su un palco
immenso, inscenare il coito,
la rivoluzione dei cuori.


Parma, 10 aprile 2019

Vinci anche il sonno, la fatica, il buio sogno


Vinci anche il sonno, la fatica, il buio sogno,
tiri su le mie braccia, spogli il destino,
mi rendi fuoco sulla tua pelle e sei carne
di cui mi nutro, con cui cresco sulle paure,
sei breccia viva in questo muro,
voce soffiata tra le grida, così seguo
la tua scia, ricordo di un mare
lambito dalla notte, sassolino
su cui costruire la nostra casa,
protetti e pornografici, appiglio
e sfida. Cada la violenza
contro ciò che fa bene e così
sei il grazie più grande da regalare
all'esistenza, il cambio di stagione
e la pelle del vecchio serpente
resta sul ciglio della strada,
il lungo viaggio del lupo
solitario tra boschi e carogne,
torna sempre alle tue mani, bimba
che coli amore, fiducia da leccare,
ombre da stupire. Vinci e non te ne accorgi
ed è proprio questa la tua vittoria.


Parma, 28 marzo 2019


Il cuore su cui posare


Il cuore su cui posare
la testa s'è fatto grande,
la testa impara ad adagiarsi
svuotandosi e proietta
cieli da fluttuare, sciolta
la cervicale, i nodi
che ci fanno ammalare
si fan fiori e la primavera
espande i suoi tentacoli,
cattura la polvere dalle mie
spalle e fanne luna
e dimmi cosa ti piace
che io ho poco altro da fare
come portare le mani
a farsi ribelli, come scucire
lingue dalle lacrime,
come falena inseguire
i tuoi bei sogni che si fan casa
e la mia testa sul tuo cuore posare


Parma, 21 marzo 2019


Ombrelloni e pale eoliche


Ombrelloni e pale eoliche
le tue voglie sottaciute
i tuoi colori incantatori
i miei baci a distanza
come ponti sui deserti
ed esserti anima su cui
posarti e corpo dentro
il corpo a strapparci
viscere e pensieri
aspettare l'ora dove
venga annunciata
la fine della guerra
e correrti incontro
col respiro pulito
ingoiare la gioia
delle tue labbra
la vita dal tuo collo
bagnati come pesci
che si tuffano nell'aria


Parma, 16 marzo 2019


Cola il naso


Cola il naso, salgono
le sigarette, le foglie
vagiscono e il bisogno
di calore, che si sciolgano
le vie, percorsi d'amore
dove portarci, fino a dire
ch'è libertà e fiducia
e il nostro corpo s'inchina
al sole di marzo, tra versi
buttati prima di scendere
dall'auto, solo per tenerti
stretta fra le costole
e lasciarti sgorgare limpida.


Parma, 14 marzo 2019


Avanzi a tutto petto


Avanzi a tutto petto
tra la gente, a ribadir
bellezza e forza di chi
ancora subisce diseguaglianze
immeritate, che continua
l'esser pensati esseri minori
per pregiudizio, per frustrazione,
per ambizione di potere elitario
e violento, e non sarà certo
un fiore a consolare, semmai
a splendere dall'abisso costretto,
e portarsi addosso la gioia della lotta,
la grazia dei tuoi movimenti armati
e andar fiero dell'esser donna
anch'io, insieme a te,
indomita timida musa.


Parma, 8 marzo 2019


Zanzare in gabbia


Zanzare in gabbia sforano
l'atmosfera con il loro incessante
ronzio, talvolta ne scappa una
e buca la tua pelle fino ad allora
pacifica, liscia, fremente
d'esser presa da mani ferme,
quelle stesse mani che dovrebbero
schiacciare il vampiresco insetto
a prudere il momento, pieno
se non sfiata in situazioni
non richieste, inesistenti,
come a voler dimostrare
un'oltrerealtà migliore
ma che da lì va solo a pescar
ciarpame. Punto. Sutura.
Aprire le gabbie. Gustarti
nella mia bocca, suoni
di petali viola per i sentieri
e sole schiumato nei torrentio
di montagna, quietarmi,
esprimerti in un semplice
gesto di desiderio, e attraversarlo.


Parma, 7 marzo 2019

Fin quando sei qui al mio fianco


Fin quando sei qui al mio fianco
ti tengo stretta e sputo via
ogni sentenza, e lascio spazio aperto
a quel che arriva, come manciate
di semi bianchi sparsi fra i nostri
corpi e se poi mi perdo, perdonami,
ci sono meandri e fossi e poi risalite
e persone che chiedono aiuto
a non possiamo non rispondere
e bisogna che sfami il nostro
respiro, a volte singhiozzante, a volte
fermo, a volte i battiti si fanno bestie
notturne fameliche, altre macigni,
altre ancora sbocciano di luce
e hanno i nostri occhi.


Parma, 1 marzo 2019

E una mattina apri gli occhi


E una mattina apri gli occhi
che la pelle ha disegni mobili
come grovigli di serpi,
e succhiano sperma
da ogni cellula e insaziabili
si moltiplicano, arrivano
altre bocche folli a svuotare
il senso, rimane solo fame,
assoluta, tra le piaghe del tempo
tamburella sulle tempie,
e brucia, bruciano le chiese
con dentro parenti, insegnanti,
predicatori, dall'altare cade
uno specchio in cui dentro
ci sei tu, bambino arrabbiato
con lacrime di sabbia, rivoltato
torni serpe e torni apnea notturna
che il sonno è buono per chi
ha corde molli dalle mani
e non per chi le ha strette al collo,
simuli un sorriso per i fotografi
e frantumi il cuore in sassi
e disperi comprensione, ma il cielo
è troppo vasto per essere contenuto,
cerchi amore e tremi contro
i tuoi stessi muri, salgono le serpi
su per i piedi, dai amore e diventi
un lapidatore, le serpi si attorcigliano
al sesso eretto, urli un nome,
bestemmi e una vena si rompe,
cade il veleno, la fame si fa ombra
che ingloba il cortocircuito,
i silenzi hanno un sibilo
a lambire prede irraggiungibili.


Parma, 28 febbraio 2019


Un'alba di fine Inverno


Un'alba di fine Inverno
si erge dai monti innevati
che al sole resistono,
collo che spicca dalla schiena
orlata e rossi capelli in cima
raggruppati; una canzone
urlata ci evidenzia, ci avvicina,
e fremo, esplode pazza
la mia voglia di mangiarti
e la sicurezza con cui ti scopo
vuole essere la stessa
con cui posso viverti,
con cui devo fluire
disarginato verso la vita,
e ci lavoro con arnesi
e mani nude, per afferrare
il cielo in cui ti ho spalmato
e ti suono con dita forti
mia arpa, lacrime d'amore.



Parma, 23 febbraio 2019

Il mio cuore bacia il tuo


Il mio cuore bacia il tuo
così, semplicemente, appassionatamente,
che tutto quel che abbiamo da costruire
lo costruiremo, contro le paure
e le mancanze, quelle sì da distruggere,
e ancora essere orchestra
che se talvolta dissonante,
svelante unicità prolifica,
pienezza di momenti,
cadenze e rinascite,
e mai perdere il desiderio
di venirci addosso, incontro,
dentro, che abbiamo scelto
di esserci, e ci sono, ci siamo,
imparo a rassicurarti, rassicurarmi,
scoprirmi, ascoltarti in miglioramento,
donarmi nudo e placido, prenderti
belvamente per quel che sei,
e quel che sei è la mia benzina,
così i nostri occhi non si nascondano
a quelli dell'altro, così i tuoi occhi
sono fonte di sensibilità estrema
a cui non rinuncio, mi nutri.


Parma, 21 febbraio 2019

Lasciati trafiggere da dardi


Lasciati trafiggere da dardi
distensivi e sguardi tenui
e affamati, che l'aria si frappone
all'ansia, alle aspettative
così fuori dalle mani,
che quelle colgono solo
quel che nel cuore è disegnato,
graffiti rupestri in attesa
di lanterne speleologhe,
e nulla ti distragga mai
dal percorso, nemmeno io
che ti accompagno amorevolmente
lungo le coste e intorno alle spirali
per uscirne più forti dall'altra parte,
e certo ho le mie turbe coi fiocchi
ma insomma, ho anche baci
e reazioni e scemenze e luce
da condividere con te e la pazienza
è un albero da arrampicare
in cima alla collina
e tu sei l'angelo in mezzo
alla scena che muove il vento
dentro le mie rughe.


Parma, 20 febbraio 2019

Tagliami come aquilone


Tagliami come aquilone
e srotolami e tienmi con mano
ferma che ti trascino via
fin dentro l'aura dorata 
della luna e silenzi vorticosi
e notti che non dormono 
e vibrazioni del sangue
fino a sfociare in un campo 
dove nei cerchi gli alieni 
hanno fatto casa 
e noi gocce di fame perpetua
ci imbocchiamo come uccellini
come lupi che sbranano l'alba
ed esausti i respiri sono zolle
pronte a rigermogliare,
barca che ci culla
il domani.


Parma, 19 febbraio 2019

Ora non ricordo


Ora non ricordo se fu a me
che fu detto: "No, con la vita
non ci siamo proprio!" o a qualcuno
con cui m'identificai, che van bene
le parole e tutto, ma poi la mia pazzia
è questo silenzio in cui m'ingarbuglio,
che se vi riaffioro ne esco striminzito
o deviato in personaggi estremi e ancor di carta.
Questo silenzio. Folle.
Battito di testa contro uno specchio.
Mani ghiacciate che scricchiolano.
Urla e morsi e porte sbattute contro un bimbo.
L'amore che prova a uscire e poi si tappa,
esce e poi si schianta.
Un silenzio che è un abisso.
Rumore di costole, si staccano dallo sterno,
vola cuore ora!
E luce dal basso verso l'alto
e musica in ogni angolo
a compensare questo silenzio irrisolvibile
e desideri inespressi che chiudono
gli occhi piuttosto che odiare ed essere
odiato. E non saper come fare a respirare,
sin dal primo giorno.
Allora insisti Amore, tienimi unite le ossa.


Parma, 17 febbraio 2019

Insomma, che a parlar di me...



Insomma, che a parlar di me
sono il primo a prendermi a schiaffi
e vorrei solo lasciarmi sgretolare
lungo le rive e avere cieli al posto
degli orologi, così catturare l'ultimo
spicchio di sole come a volerci tenere
accesi insieme, contro i demoni,
contro i freni, contro la paura di essere
se stessi, fosse per evitare di ferire,
eppure sentiamo quanto calmi
lievitiamo come semplici pagnotte
e lasciamo che sia l'amore
a trasportarci oltre i ronzii
e i tremori del midollo,
così sarà sempre la prossima poesia
a farti girare ancora di più la testa,
e poi chiudere gli occhi sul mio petto,
i miei sulle tue gambe, gemere di piacere,
scrollarsi la cenere, sficcare gl'inutili
chiodi e spiccare dolcemente il sonno,
la sicurezza della tua schiena posata
nel nido del mio cuore, che suona
come un'arpa nel vento.


Parma, 16 febbraio 2019

Preghiera alla Leggerezza



T'invoco Leggerezza a tenermi sulle ali
e vedere il paesaggio con occhio pulito
e portare fuori dalla bocca acqua fresca
ininterrotta. Leggerezza, tienmi lontano
dalle scorie ossidate intorno al cuore,
fammi riconoscere, fammi sentire amato
oppure no, ma per quel che sono, intero.
Leggerezza, gettami nella mischia
una volta uccisa la paura del giudizio
subìto e poi conficcato nelle carni altrui,
che debbo render conto a me stesso
di quel che faccio, senza le mie stesse
mani a stringermi la gola. Leggerezza,
ti scrivo con le lacrime perché ancora
non so dire abbastanza e ho ancora troppe
penne, e la rabbia mi consuma ed è ansia
angosciosa e il passato è un cassetto pieno
di cianfrusaglie che piombano la casa,
atmosfera stantia. Leggerezza, non è
questione d'esser brillante e spiritoso,
a volte mi capita, ma di sopravvivenza,
di braccia che si muovono, di respiri
aperti, di sangue che fluisce, d'esser vero
come animale e coraggioso come l'amore.


Parma, 3-4 febbraio 2019

Amore mio


Amore mio, questo freddo
s'infila e ci sfida, ma abbiamo
sangue e la neve si ferma
a non farci sbandare, dritti
l'uno verso l'altro e poi lontano
a cacciare via i musi truccati di dubbi.
Amore, ho ancora voglia di spolparti viva
e mettere a tacere i pensieri,
indirizzarti gesti che vadano oltre
il solo preservarci dai pericoli
e che tu, cuore che si muove,
abbia un'eterna fame,
che le mie mani t'imboccano.
Amore, chiuditi nei miei occhi
e leccami la vita,
che il tempo si risolva da sè.


Parma, 1 febbraio 2019

Sette gennaio


Scesa che sei nel tuo corpo
come fiocco di sole sul terreno
indurito dall'inverno, voltata ti sei
a stupirti del paesaggio
che si costruiva intorno,
contro le facce di demoni
oppressivi a venire. Radicavi
e fiorivi tra le ombre vesuviane
a trarne movimenti da portare
nei gesti, spogli quando le apparenze
si sfaldano e rimangono gli incontri,
i momenti intensi che ti accarezzano
e sorride ogni cellula come quando
siamo stesi e indifesi, io e te
a sette giorni di distanza, io e te
vicini nell'accaderci fino a rinascere
e nascere oggi, mio spasimo
meridionale, brillio sul crinale,
linea di fuoco che in un getto
il ghiaccio spalanca, i tuoi occhi
frantumati dall'amore, spalmato
augurio, il migliore che ti possa fare.


7 gennaio 2019

FiloSofia


Il tuo nome è pensiero.
Il mio. Pensiero che striscia
fra gl'interstizi delle pareti
a lambirmi i sensi, e si struscia,
e mi erge incandescente, o dolce
s'acquatta dietro le palpebre
e mi lascio andare di riflesso
sull'impercettibile onda addosso
allo scoglio. A volte è nodo
irrequieto di ruvida corda
che mi stringe e mi porta a sfidare
la mia staticità, il trattenermi
che mi manda in malora il sangue,
e mi chiede: "ma scegli o marcisci?".
Il tuo pensiero è forte
e mi scaraventa, specchia
il me intero nelle sue crepe
e la luce che le attraversa,
e ringrazio il pensiero Sofia,
io filosofo a sondare
la Storia che ci crea.


Parma, 29 dicembre 2018

Parola

Parola incastrata nell'aria
che mi separi dalle cose distanti
e fredde e secche, disunione
del mio corpo che ancora sbatte
contro il muro della non-reazione
o tardivamente riparare gesti
taglienti, calibrati con occhio
velato, disonesto, mani esageratamente
premurose, e cada la parola
a fulminarmi sulla via d'uscita
del cuore, mi sia chiaro
che si può essere quel che si vuole
giorno per giorno, il mio amore
che vuole il tuo bene mai
ti possa sopraffare, che non è male
non dover fare tutto insieme,
animali non siamo braccati
l'uno all'altro, nemmeno maschere
che si raccontano favole, sì ali
che si spingono sul mare aperto
dalle nostre tasche, follie
istintuali che si mangiano addosso
e la parola crolli, crolla la normalità
dell'accontentare l'altro, accoltellare
i desideri, così bisogna che bruci
anche questo foglio, non prima d'avertelo
detto, e poi sognare di scoparti
e scopare via ogni parola.


Parma, 28 dicembre 2018

Satelliti



Desoggettizzare il roteare
di un pianeta circondato
da luci e velocità diverse
che guardano il centro
posato nel suo fuoco.
Attrazione e spinta.


Parma, 16 dicembre 2018

Corpi celesti



Nevica stanotte la scia d'una cometa
ch'è polvere del nostro amore
vissuto e che non si ferma
e torna sotto forma di un primo
bacio a lungo atteso e frantumato
in tanti altri baci, cristalli
che attraversano i nostri corpi
e ancora si allungano nello spazio
a richiamar storie di Cristi nati
a breve, noi stessi che ci salviamo
e ci scaldiamo dalle fosse
scavate, riempite d'impeto
e rovesciate, tesori che affiorano,
e sotto tutti questi astri precipitati
un solo mare, soffice liquido tempo
che scioglie i sensi, soffoca le spine.


Parma, 16 dicembre 2018

Sovrapposte pietre

Sovrapposte pietre
sotto il freddo sole,
anime in movimento
alla ricerca di racconti
che vivano sul tempo,
sulle cose dimenticate,
sui silenzi ammuffiti.


dicembre 2018