Parola incastrata
nell'aria
che mi separi
dalle cose distanti
e fredde e secche,
disunione
del mio corpo che
ancora sbatte
contro il muro
della non-reazione
o tardivamente
riparare gesti
taglienti,
calibrati con occhio
velato, disonesto,
mani esageratamente
premurose, e cada
la parola
a fulminarmi sulla
via d'uscita
del cuore, mi sia
chiaro
che si può essere
quel che si vuole
giorno per giorno,
il mio amore
che vuole il tuo
bene mai
ti possa
sopraffare, che non è male
non dover fare
tutto insieme,
animali non siamo
braccati
l'uno all'altro,
nemmeno maschere
che si raccontano
favole, sì ali
che si spingono
sul mare aperto
dalle nostre
tasche, follie
istintuali che si
mangiano addosso
e la parola
crolli, crolla la normalità
dell'accontentare
l'altro, accoltellare
i desideri, così
bisogna che bruci
anche questo
foglio, non prima d'avertelo
detto, e poi
sognare di scoparti
e scopare via ogni
parola.
Parma, 28 dicembre
2018
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