Zanzare in gabbia
sforano
l'atmosfera con il
loro incessante
ronzio, talvolta
ne scappa una
e buca la tua
pelle fino ad allora
pacifica, liscia,
fremente
d'esser presa da
mani ferme,
quelle stesse mani
che dovrebbero
schiacciare il
vampiresco insetto
a prudere il
momento, pieno
se non sfiata in
situazioni
non richieste,
inesistenti,
come a voler
dimostrare
un'oltrerealtà
migliore
ma che da lì va
solo a pescar
ciarpame. Punto.
Sutura.
Aprire le gabbie.
Gustarti
nella mia bocca,
suoni
di petali viola
per i sentieri
e sole schiumato
nei torrentio
di montagna,
quietarmi,
esprimerti in un
semplice
gesto di
desiderio, e attraversarlo.
Parma, 7 marzo
2019
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