Gestualità

È interessante come l’uomo
Per comunicare debba spesso
Accompagnare le parole
Con dei gesti particolari.

Mia madre, per esempio,
Sembra un vigile urbano
Che nel centro di una grande città
Dirige affannosamente il traffico
Composto da lunghe frasi inefficaci
E per giunta stressanti, simili
A rumorose file di vecchi
Camion privi di carico.

Talvolta i ragazzi ne fanno uso
Per accentuare certe loro conquiste
Convincendosi che con un tale
Esibizionismo è più facile
Acquistare simpatia e stima
Dai propri simili;
Spesso hanno ragione.

Con dei gesti
Può succedere di riuscire
A rivelare inavvertitamente
Emozioni e sentimenti
Tenuti nascosti,
Ma da ciò non possiamo
Trarne un giudizio
In quanto su certe cose
La nostra interpretazione esterna
Non può essere una certezza
Ma solo un’intuizione incompleta.
Forse è così per tutto.

Discorrendo sull’arte, ogni movimento
È molto più leggero ed elegante
Quasi come in un balletto di Cajkovskij,
E in un litigio più la mimica
È ampia, più si vuole ottenere
E imporre la propria ragione.
In Giappone la gestualità è un rituale
Mentre nei paesi nordici
La freddezza la fa da padrone.

Per salutare, la mano si apre
E si chiude, congiungendo
I momenti passati insieme
Alla speranza futura
Di poterne vivere ancora,
Ma se io non t’apprezzo
Non per questo devo
Per forza corrisponderti.

Hanno dimostrato che deriviamo dalla scimmia.
Ne sono più che mai convinto.

(Parma 18/12/1999)

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