Sono imprigionato
In una stanza immensamente vuota
Dove pareti incastonate da specchi
Riflettono il mio ritratto
Improvvisamente
Una violenta luce bianca
Sbatte contro le mie palpebre
E una brezza leggera
Accarezza la mia pelle
Poi, da lontano
Vedo avvicinarsi un’ombra sconosciuta
Che correndomi intorno
Forma dei cerchi sempre più stretti
Cerco di capire chi sia
Ma non ci riesco
Finalmente si ferma;
Il suo essere sembra
Talmente felice e innocente
Da non farmi pensare
Nulla di male
Come d’incanto
Comincia a parlarmi,
Sorridendo,
Ma io non capisco
Poi, in un solo istante
La sua espressione svanisce,
Il suo sguardo è gelido
Nulla traspare dal suo volto.
Tutto tace.
Ora so chi sei.
Piccole lacrime
Scivolano via dal mio viso
E cado in ginocchio dinanzi a te.
Con timore
Mi volto per guardare
Lo specchio più vicino,
Ed ho la conferma
Di essere solo
Tu continui a fissarmi
E la tua mano si muove verso di me;
Ma un urlo disperato invade tutta la stanza,
Gli specchi si frantumano in infiniti cristalli
Che galleggiano nell’aria;
La tua immagine si scioglie
Dinanzi al mio dolore.
Eri solo una visione
Riflessa dalla mia mente,
Visto che nella realtà
Purtroppo,
Tu non esisti più.
(Parma 24/12/1998)
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