Granelli di nebbia

Il sole caldo avrebbe dovuto risplendere sul suo viso, ma a ogni passo la testa ciondolava reclinata verso sé stesso.
Non era lì la bellezza che tanto ambiva.
Il suo corpo era freddo e l’umidità intorno a lui, si condensava, rivestendolo di un’aura grigia, pesante e irrespirabile.
Una cappa esclusiva senza più metafore; solo lui stagliato fra i granelli di nebbia evaporati dal lungo inverno ristagnato nella sua intimità,
ma così impalpabili da renderlo uguale agli altri: ecco il suo inferno.


(Parma 29/06/2002)

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