Strascichi di sussulti asfissianti
E più niente oltre l’attesa…
Nell’intima luce tiepida della mia stanza
Posso ora addormentarmi placidamente
E al mattino la malinconia incombente
Sarà stata solo un’altra lacrima mancata
Le tue parole non riescono
A temprare la mia mente
Come tu spesso hai creduto,
Forse non le capisco
E per questo le rifiuto
Oppure nel frammentarmi
Mi hanno perforato
E come ogni penetrazione
Mi hanno inevitabilmente nociuto
Ma è così dolce
Nella lontananza con cui mi torturo
Sapere che quel foglio di carta
Cosparso d’inchiostro razionalizzato
È stato dalle tue mani
Leziosamente sfiorato
A quel tempo
Non mi concedesti
La tua carne ancora candida
Forse unico ingrediente
Di cui necessito veramente,
E adesso con puerile soddisfazione
Avendo compiuto la mia vendetta,
Spensierata e intorbidita
Guardo dal ciglio del mio letto
Sul pavimento la tua lettera
Che ho assassinato,
Annegandola
Nel mio umido piacere
(Parma 31/5 e 1/6/2000)
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