Requiem lunare


La luna ieri piena, stanotte come bandiera a mezz’asta
attorcigliata alla seconda falange del mio indice,
e non è un gesto d’azzittimento
nei confronti del mondo, che povero,
ha già il suo bel daffare nell’insistere a girare
indifferentemente
(non abituarti mai a ciò che viene urlato come ovvio),
e poi si sa, non puoi incolpare gli altri
se perdi l’anello di diamanti lasciato
sul pavimento del bagno pubblico
o il telefonino usato come se davvero risolvesse
i problemi di comunicazione;
bisognava solo stare più attenti.

No, non è un gesto di sfida
questo dito puntato
contro il divino capro espiatorio,
e nemmeno un inizio di messinscena d’eclissi
per compensare la voglia di creare e assemblare
elementi perfetti, al di là di ciò che si sa veramente fare.
È un momento dedicato alla Bellezza nuda e innocente
-che gentile ringrazia seppur non lo faccia capire-,
un momento di bellezza prima di andare a dormire
impanati nel limbico sogno,
come una bandiera nazionale avvolta
intorno al lutto
dei figli della terra.


Parma, 23/06/2005

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