Sensazione

Sto godendo come gattino appena nato:
fresco fradicio di placenta;
inconsapevolmente strisciante verso il capezzolo bollente della stremata madre;
mugolante nel minuscolo petto come gutturalismo stravoglioso di sesso possessivo,
e una volta avvinghiatosi col musetto al pennone della Moschea rovesciata -che sia ben chiaro, non per questo meno sacra-,
cattura per la prima volta l’ancestrale immane gusto del latte bianco-denso come l’Universo nell’attimo precedente alla massima potenza di energia scagliata ovunque,
e quest’ultima sentirsela vibrare addosso, dentro,
per finalmente godere davvero il ritmo del proprio vegetal respiro.


Parma, 22 giugno 2005

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