Stillicidio

Ecco le mie vertebre
da sfilare come anelli
da donarti senza pretendere
giuramenti in cambio.
Ecco le mie costole
come rifugio
sotto cui difenderti strenuamente
dagli attacchi dei malvagi.
Ecco la mia schiena
non come rifiuto,
offesa,
indifferenza,
ma tappeto arabo
su cui posarti
e volare sopra le macerie;
o come amàca
che ti culla fra due cedri,
fino a sognare
di ricostruite città
da antichi popoli,
e le loro mani aprirsi
sul tuo dorso,
massaggiando
fino all’erosione
del cuore,
del tempo.

Scusa se proprio non riesco
a far cessare il fuoco
di questo graffio esploso;
stillicidio rosso sentimento
(...e scusa a me stesso,
per costringermi a nasconderti).


Chiudi gli occhi...

senti come ora
il silenzio
sa di vizio,
fortemente.


Parma, 3 agosto 2006 e 9/10 e 16 giugno 2008

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