Clelia, me, Valentina, su un biglietto di seconda classe

Dorme Clelia
sulla sedia
e affonda
nel suo torpore
lasciando a noi
questo rumore
di treno veloce
e un’isterica voce
combattente al cellulare
testardo nel non
darle ragione.

Giro a vuoto
nel farmi confusione
allontanando me dalla comunicazione,
da te che vorresti conoscere
la mia idea di bellezza,
e io che ci passo attraverso
e m’inverso, e non cresco.


sul treno Genova – Parma
9 gennaio 2005

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