Impressioni di un diavolo prolisso


Sventrare una mandria di nutrie
dev’essere impresa mai impressasi
all’interno di alcuna fronte perversa!
Ma ormai l’immagine è presa e incastrarla
in questi versi costretti ha l’infernale ardore
di brodosi litri estratti come petrolio
da cuori frodati a creature incuranti
dei propri frutti e ornamenti floreali migliori.
Perciò preferisco scordarmi della pretenziosa
fretta avuta nel voler freddare la mia carne
in tremante candore, e ora incapronitomi,
testardo squarcio con la mia cornificazione
le membra di chi rifiuta penetrare
le grinzose labbra premute contro
il corpo di Cristo: pretesto per prostrarsi
con palpebre ostruite ad altari porcizzati
da prelati frescosamente profumanti sperma,
disperso in fragili madri private di prole
e drenate da ogni propria vitale affermazione.
Tra drappi di suore rabbiose si rifugiano
imploranti comprensione, ma lor’offrono
frementi solo sfregi di frusta purificante.
Chi avrà ancor il coraggio di recalcitrare
il portone serrato sulla libertà, quand’ecco
già fuori imprevedibile ricomparire il terrore?
Tornate dentro, povere prede pregnanti sprezzo,
e pregate pur voi dirimpetto l’ostensorio
per ottenere come premio di cotanta esasperante
sofferenza, la sospirata gloria per l’eternità!
Il Denaro gronda dalla croce e sicuro v’esaudirà…
il suo brillio risplendente cerca di confortarvi,
ricordandovi con disarmanti ragioni che lui
non è certo risorto, ma forse perché esser stato nutrito
e desiderato da ogni parte l’ha reso così tremendamente forte
che solo lui si permette di urlare alle religioni sparse
come amarene sulla sferica torta terrestre
di non essere mai morto.
E l’incrostata imbarcazione umana finchè esisterà
attraccherà sempre nel suo ben adornato porto.

(da un certo punto ispirato a film "Magdalene" di Peter Mullan)

Parma 15 ottobre 2002

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