Sei


Sei il mio angelo del peccato in cui affondare per trovare qualcosa che non somigli al pensiero, qualcosa che mi faccia cadere la testa per essere legno da scolpire in linea che si unisca alle tue ali.
Sei occhi di pioggia che illuminano la mia penombra, ma ora riposa e sogna un tuffo dentro un nido di mani che ti accolgono, scaldano, proteggono dalle gocce acide, parole deformi, dal disamore delle facciate di case abbandonate.
Sei caravan alla scoperta del tempo che muore e lascia tracce vive, paesaggi eterni su cui muovere passi leggeri, incontri con gente aperta al cuore, e t'accompagno, e impariamo la libertà di essere liberi, animali che si annusano, curiosi girasoli.
Sei fotografia appesa alla parete della mia rétina, che lambisco con silenzi, notti in adorazione, con quel che ancora deve nascere, crescere, prendere forma nelle bocche affamate, nei libri da scrivere
E sei ancora quel che vuoi, fuori dai giudizi, dentro la tua bellezza, e se fossi te non cambierei nulla se non quel che cambierei in me, il meglio che possa fare per spantanarmi ed essere migliore, anche per te.
Ma dicevo, angelo, riposa che soffio il tuo bel nome a spegnere l'inessenziale, ora che l'Autunno regala malinconia, sospiri intraducibili, uova in cui gomitolarsi.


Parma, 6 Settembre 2018

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