Marinaio


Il cervello imbambolato
come nuvola imbalsamata
su cime taglienti: l'inazione
congela e trema il flusso,
anche la lava si spegne.
Sono quei giorni ch'è meglio
non dire, il pericolo bussa,
il senso di rovina si fa emicrania
e se la ride. E poi non sai
dove mettere le mani. Nemmeno
su lei che si muove e s'apre
incantevole, labbra a rondine
che ti squarcerebbe non poterne
godere, non saperle rivolte
al tuo viso, volare sul cuore
che l'ama, lama incrinata
da attimi d'identità confusa
e sono quei giorni: l'Autunno
impazza, più fragili le ossa.
Perdona luce in cammino
questo reflusso viola
tu che migri verso il tuo centro
migliore, io che mi chiudo un po'
e ingelosisco, ma mai mi stanco
di vederti brillare, le braccia strette
e il tuo collo, la voglia animale
con cui ti premo, fino a questa notte
come tutte le notti che sono culle
per le tue cellule che bacio
e ne faccio costellazione,
ispirazione per il marinaio
ad affrontare gli abissi.


Parma, 5 Ottobre 2018

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