Poesie di Paolo Cristallo


Un ciuffo di peli felini
sul pavimento statico
sfibrato dal sole.
Chi l'ha lasciato lì
miagola nell'altra stanza
e chissà se piange
per la perdita
per un dolore non decodificato.
Nelle sue pupille vivono
pianeti in questo condensato.

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Stiamo fra queste albe di ghiaccio e il cuore zampetta come cimice pancia all'insù. Mi chiedi nuovi arpeggi con cui farti addormentare, ti porto in spiaggia: il gabbiano morto ha preso male il vento e ora ti dispiaci ma c'è ancora vento a scompigliarti la faccia, la posi sul mio petto, ti quieti, sciogliendoti con le mani nelle mie tasche; senti passare il primo pullman del giorno, una coppia di rifugiati ci lancia un malinconico sorriso.

23/01/17
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L'asfalto bagnato ti invita a non uscire e rimani affossato in una pozzanghera nella tua stanza, ma d'improvviso apri gli occhi e vedi i riflessi su quello specchio liquido, spiragli in cui ti tuffi e ci sono pesci tropicali, sequoie e stracci di nuvole ghiacciate, sorrisi di donne coi loro figli, quadri dai colori intensi.
Ti giri e le tue gatte si strusciano contro.
Le senti? Sono in amore. Sempre.

6/02/17
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Leandro (Il giocatore d'azzardo)

Volti e gabbi
o vieni gabbato,
se non ingabbiato.
Scopri le carte,
le rimescoli con un frullio,
il re e la regina si confondono
fino a perdere la testa. La tua.
Il rischio è alto,
la posta in gioco
ti esalta, esisti
perchè rischi, altrimenti
al di sotto di ciò
è mare in bonaccia
che ti uccide, senza spasmi...
la monotonia in cui la legge,
la convenzione spesso ci costringe.
Un rumore alle tue spalle
ti sobbalza: fossero venuti
a prenderti? Non importa,
non avrai della tua vita le redini
-come chi del resto?-
ma lo hai scelto
fino a far dell'estremo, stile.
E nasconditi, travestiti,
guarda con sospetto
ogni ombra o anelito di calore,
hai dalla tua la costante
esplosiva emozione
del cowboy al rodeo:
con tutte le sue forze
a gambe strette intorno
al dorso del cavallo inferocito,
no e ancora no!
Con tutto il sangue e il suo sudore
si crepasse il cielo,
ci prova eccome a non essere disarcionato.

9/02/17
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Virginia (Invettiva ai mostri)

La sua spocchia raccapriccia
coi suoi artigli di plastica
pronti ad affondare nelle carni vive
degli uomini reali.
Per lei l'unica ricchezza che vale
è l'unica a non averne alcuna
fatta com'è di menzogne e giochi
di specchi per cadaveri ambulanti.
Si erge così a schiacciare il prossimo
solo per quel tanto che possiede
senza merito: la sua esistenza
astiosa non è concepibile senza.
Tanto che nemmeno immagina
che in un mondo privo di averi
nessuno è povero veramente,
perchè niente è in vendita,
tutto è dono, è gioia.
Ma il suo nome ricorda quanto
vergine sia il suo cuore all'amore
foderato di dorata glassa, non passa aria,
sorda alla Primavera, se non al fruscio
del fiore di carta e filigrana
che sì ha diviso la naturale fratellanza
da farla scendere in perenne guerra.
L'oscena stupidità.
Quale compassione allora, quale folle
atto di pietà per chi non ne ha...
sia dunque il mare, giustiziere supremo
a ingoiarla in un fremito: lei,
i suoi mostruosi simili,
il loro nero Castello.
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Paolino Cuore di Nonna

Oggi mi son svegliato
e avevo una corona in testa!
Nonna, mi riconosci?
Io che mi muovo delicato
e tutti mi spaventano
con la loro strana sicurezza
mentre io che chiedo il consenso
per ogni passo.
Eppure mi han fatto re!
Certo, il cuore grande ce l'ho,
per te che mi tieni sotto
la tua ala calda come chioccia
col suo pulcino... lo sbecchettio
fra le piume. Nonna,
finchè ci sarò non faràn
di te brodo! Ti proteggo
con la mia spada di dolcezza,
col mio sguardo che dove cade,
ama, con leggiadra timidezza.
Ti ringrazierò mai abbastanza
per i sorrisi che mi strappi
dalle lacrime riservate
a mamma e papà, così
di getto usciti di scena?
Su questo palco dedico
il mio regno anche a loro,
e ancora a te, alle tue rughe
fra cui mi addormento.

13/02/17
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Mi scaldo con il cuore
prima di avvicinare gli altri.
Potrebbe essere un'avventura siderale
carica di fuochi, magari non fatui,
che ti scotti se non indossi
una pelle ignifuga.
Allora piano ti apri con le dita il petto
ti mostri
ti spogli completamente
riconosci le stelle
le abbracci
ad esse ti fondi.

27/02/17
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Perseo
perso che ti sei su questo palco
così come nella tua testa
persisti nel seguire il filo
che ti riporti al centro del tuo cuore
come quel giorno al mare
quando ancora la luce
filtrava attraverso una persiana
sul letto di colei che ti teneva intero.

-

C'è un clap clap che scompiglia
i frac dei galantuomini
detti tali per i loro soldi
magari fosse per i modi
che aprino le porte
a chi c'è rimasto sotto.
Invece sono i ponti
ad ospitare i nobili
di cuore, e già li vedo
i fiumi diventare oro.

-

Da una spuma d'onda
sorgi oh Donna, a esplodermi
i sensi, tu che dell'onda
erediti la curva e la forza
e il sapore della vita selvaggia
libera da ogni giogo di potere
così criminale quando si è fatto reale
a crederti schiava solo perchè
il misero uomo la tua essenza divina
non sapeva amare...
ma come si fa a non crederti
incarnazione della Luna
quando la notte ti specchi
nella tua infinita liquida culla
che i miei occhi si fanno gocce
di tenerezza, per tutto il sangue
e l'anima e il tremore
che alla tua grazia sensuale
si vuole abbracciare?

8/03/17
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Ho trovato nella tasca della giacca
una campanula bianca, poi sono sparito...
ma solo per tornare vivo e molteplice
a stupire ancora: lince squarcia sillabe;
moscerino solletica desideri; tartaruga
rosicchia convenzioni, convinzioni;
galassia di note silenziose; angelo
dalle mani di fuoco che trasfigura
corpi a farli ardere liberi nell'aria.
Ora qui, cristallo d'Universo, vi dico:
“Lasciamoci andare!
Siamo il mare e la polvere
l'amore e la paura
attraversiamo l'abisso
sbricioliamo gli Dei
diventiamo finalmente Uomini!”

Aprile 2017
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Pasqua

Suona un telefono lontano
eppur mi chiedo: che sia per me
quella voce in attesa? Risponde ansiosa
una bimba: -Nonno, hai preso l'uovo?-
e subito ride, sollevata, innamorata.
Certo che è per me quella voce;
ed è la mia:
si schiude il fiore di ciliegio
il sepolcro di Cristo
il becco del pulcino
le mani del Budda
in mezzo al petto
e vedo lucido uova appese
lungo i battiti delle arterie
da rompere con entusiasmo
e coglierne le quotidiane sorprese,
dolci o amare, è stupore,
è superarsi, attimo per attimo.

15 Aprile 2017
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25 Aprile 2017

C'è una manifestazione fino alla Piazza
e una chitarra che galleggia sul copriletto blu
e tutti cerchiamo una liberazione
da ciò che ci opprime
da ciò che ci sveglia la notte col sangue in fiamme,
e la rabbia nei pugni, e la mancanza negli occhi,
da chi si impone col calcio del fucile
o con la promessa che domani ci sarà
spazio anche per te,
dalle fughe senza sconti, dai finali illogici,
dal passato e dal futuro,
dall'ego e i suoi castelli mentali
in cui rifugiarci quando non sappiamo
più ascoltare,
da chi fa anche dell'arte un centro commerciale
coi turni sette su sette, le offerte a buon mercato
valide per chi “tanto va bene tutto” che in fondo
basta vendere, e il cuore se ne va a puttane.
Da chi ha deciso che è giusta la povertà,
dalle finzioni che servono solo a sminuirti,
da noi stessi quando non ci riconosciamo più
ma poi lo sai che non ti sei mai conosciuto:
hai tutto un oceano da esplorare
tiranni da affrontare
miliardi di vite da condividere.
Senti il vento e ti ci butti a capofitto.

25 Aprile 2017
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La canzone di Minuccio

Ascoltate miei Signori
il vostro umile cantore
che si presta a raccontarvi
d'una storia di dolore

d'una dama innamorata
che nel letto si consuma,
la sua anima ammalata
e nessuno trova cura

Ecco ora quel che disse
prima di mandarmi a Voi
con gli occhi semispenti
e una fiala in mezzo ai denti:

Se proprio devo morir d'amore
che ad amare ci vuol coraggio
quel che mi manca a chiamarti per nome
quel che mi resta di questo Maggio

Se proprio voglio morir d'amore
sia il sogno in cui mi stringi forte,
re del mio cuore, cuor del mio regno,
poi null'altro chiederò alla mia sorte.

Questo è quanto
mi lasciò la sua voce
che io vi portai
spezzate la sua croce.


Maggio 2017
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Poesia dei teatranti ostinati

Vibriamo sulla scena in attesa
del miracolo che spenga il vento
nero che ci ha spinto dentro
con tutti i desideri abbandonati,
teschi notturni nelle sterpi,
e le speranze tradite, baci cuciti.
Sentite come sbatte la porta
alle nostre spalle ogni volta
che un sorriso viene ucciso?
Ogni volta che un cuore crepa
di silenzio?
Allora i nostri occhi si cercano
ripetendoci: “Passa, passa, passerà!
Perchè questa è la legge...”
Sforzando di crederci, di correggere
la rotta del vascello destinato
alla tempesta, di diventare altri,
personaggi di fuoco, eroi e pazienti,
combattenti con artigli a estirpare
la peste annidata nel petto
pronta a sciogliersi in un canto
che vola via, e si perde un palloncino
nel cielo, le storie al di là
del tempo, racconti di uomini
e fantasmi, a noi uniti ora
in un solo corpo, il corpo stesso
del teatro:
medicina, farfalla, sogno trasparente.
Ci siamo capiti, ci siamo amati,
torniamo fuori e siamo il sole.


13 Maggio 2017

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