Un ciuffo di peli
felini
sul pavimento
statico
sfibrato dal sole.
Chi l'ha lasciato
lì
miagola nell'altra
stanza
e chissà se
piange
per la perdita
per un dolore non
decodificato.
Nelle sue pupille
vivono
pianeti in questo
condensato.
-
Stiamo fra queste
albe di ghiaccio e il cuore zampetta come cimice pancia all'insù. Mi
chiedi nuovi arpeggi con cui farti addormentare, ti porto in
spiaggia: il gabbiano morto ha preso male il vento e ora ti dispiaci
ma c'è ancora vento a scompigliarti la faccia, la posi sul mio
petto, ti quieti, sciogliendoti con le mani nelle mie tasche; senti
passare il primo pullman del giorno, una coppia di rifugiati ci
lancia un malinconico sorriso.
23/01/17
-
L'asfalto bagnato
ti invita a non uscire e rimani affossato in una pozzanghera nella
tua stanza, ma d'improvviso apri gli occhi e vedi i riflessi su
quello specchio liquido, spiragli in cui ti tuffi e ci sono pesci
tropicali, sequoie e stracci di nuvole ghiacciate, sorrisi di donne
coi loro figli, quadri dai colori intensi.
Ti giri e le tue
gatte si strusciano contro.
Le senti? Sono in
amore. Sempre.
6/02/17
-
Leandro (Il giocatore d'azzardo)
Volti e gabbi
o vieni gabbato,
se non ingabbiato.
Scopri le carte,
le rimescoli con
un frullio,
il re e la regina
si confondono
fino a perdere la
testa. La tua.
Il rischio è
alto,
la posta in gioco
ti esalta, esisti
perchè rischi,
altrimenti
al di sotto di ciò
è mare in
bonaccia
che ti uccide,
senza spasmi...
la monotonia in
cui la legge,
la convenzione
spesso ci costringe.
Un rumore alle tue
spalle
ti sobbalza:
fossero venuti
a prenderti? Non
importa,
non avrai della
tua vita le redini
-come chi del
resto?-
ma lo hai scelto
fino a far
dell'estremo, stile.
E nasconditi,
travestiti,
guarda con
sospetto
ogni ombra o
anelito di calore,
hai dalla tua la
costante
esplosiva emozione
del cowboy al
rodeo:
con tutte le sue
forze
a gambe strette
intorno
al dorso del
cavallo inferocito,
no e ancora no!
Con tutto il
sangue e il suo sudore
si crepasse il
cielo,
ci prova eccome a
non essere disarcionato.
9/02/17
-
Virginia (Invettiva ai mostri)
La sua spocchia
raccapriccia
coi suoi artigli
di plastica
pronti ad
affondare nelle carni vive
degli uomini
reali.
Per lei l'unica
ricchezza che vale
è l'unica a non
averne alcuna
fatta com'è di
menzogne e giochi
di specchi per
cadaveri ambulanti.
Si erge così a
schiacciare il prossimo
solo per quel
tanto che possiede
senza merito: la
sua esistenza
astiosa non è
concepibile senza.
Tanto che nemmeno
immagina
che in un mondo
privo di averi
nessuno è povero
veramente,
perchè niente è
in vendita,
tutto è dono, è
gioia.
Ma il suo nome
ricorda quanto
vergine sia il suo
cuore all'amore
foderato di dorata
glassa, non passa aria,
sorda alla
Primavera, se non al fruscio
del fiore di carta
e filigrana
che sì ha diviso
la naturale fratellanza
da farla scendere
in perenne guerra.
L'oscena
stupidità.
Quale compassione
allora, quale folle
atto di pietà per
chi non ne ha...
sia dunque il
mare, giustiziere supremo
a ingoiarla in un
fremito: lei,
i suoi mostruosi
simili,
il loro nero
Castello.
-
Paolino Cuore di Nonna
Oggi mi son
svegliato
e avevo una corona
in testa!
Nonna, mi
riconosci?
Io che mi muovo
delicato
e tutti mi
spaventano
con la loro strana
sicurezza
mentre io che
chiedo il consenso
per ogni passo.
Eppure mi han
fatto re!
Certo, il cuore
grande ce l'ho,
per te che mi
tieni sotto
la tua ala calda
come chioccia
col suo pulcino...
lo sbecchettio
fra le piume.
Nonna,
finchè ci sarò
non faràn
di te brodo! Ti
proteggo
con la mia spada
di dolcezza,
col mio sguardo
che dove cade,
ama, con leggiadra
timidezza.
Ti ringrazierò
mai abbastanza
per i sorrisi che
mi strappi
dalle lacrime
riservate
a mamma e papà,
così
di getto usciti di
scena?
Su questo palco
dedico
il mio regno anche
a loro,
e ancora a te,
alle tue rughe
fra cui mi
addormento.
13/02/17
-
Mi scaldo con il
cuore
prima di
avvicinare gli altri.
Potrebbe essere
un'avventura siderale
carica di fuochi,
magari non fatui,
che ti scotti se
non indossi
una pelle
ignifuga.
Allora piano ti
apri con le dita il petto
ti mostri
ti spogli
completamente
riconosci le
stelle
le abbracci
ad esse ti fondi.
27/02/17
-
Perseo
perso che ti sei
su questo palco
così come nella
tua testa
persisti nel
seguire il filo
che ti riporti al
centro del tuo cuore
come quel giorno
al mare
quando ancora la
luce
filtrava
attraverso una persiana
sul letto di colei
che ti teneva intero.
-
C'è un clap clap
che scompiglia
i frac dei
galantuomini
detti tali per i
loro soldi
magari fosse per i
modi
che aprino le
porte
a chi c'è rimasto
sotto.
Invece sono i
ponti
ad ospitare i
nobili
di cuore, e già
li vedo
i fiumi diventare
oro.
-
Da una spuma
d'onda
sorgi oh Donna, a
esplodermi
i sensi, tu che
dell'onda
erediti la curva e
la forza
e il sapore della
vita selvaggia
libera da ogni
giogo di potere
così criminale
quando si è fatto reale
a crederti schiava
solo perchè
il misero uomo la
tua essenza divina
non sapeva
amare...
ma come si fa a
non crederti
incarnazione della
Luna
quando la notte ti
specchi
nella tua infinita
liquida culla
che i miei occhi
si fanno gocce
di tenerezza, per
tutto il sangue
e l'anima e il
tremore
che alla tua
grazia sensuale
si vuole
abbracciare?
8/03/17
-
Ho trovato nella
tasca della giacca
una campanula
bianca, poi sono sparito...
ma solo per
tornare vivo e molteplice
a stupire ancora:
lince squarcia sillabe;
moscerino
solletica desideri; tartaruga
rosicchia
convenzioni, convinzioni;
galassia di note
silenziose; angelo
dalle mani di
fuoco che trasfigura
corpi a farli
ardere liberi nell'aria.
Ora qui, cristallo
d'Universo, vi dico:
“Lasciamoci
andare!
Siamo
il mare e la polvere
l'amore
e la paura
attraversiamo
l'abisso
sbricioliamo
gli Dei
diventiamo
finalmente Uomini!”
Aprile 2017
-
Pasqua
Suona un telefono
lontano
eppur mi chiedo:
che sia per me
quella voce in
attesa? Risponde ansiosa
una bimba: -Nonno,
hai preso l'uovo?-
e subito ride,
sollevata, innamorata.
Certo che è per
me quella voce;
ed è la mia:
si schiude il
fiore di ciliegio
il sepolcro di
Cristo
il becco del
pulcino
le mani del Budda
in mezzo al petto
e vedo lucido uova
appese
lungo i battiti
delle arterie
da rompere con
entusiasmo
e coglierne le
quotidiane sorprese,
dolci o amare, è
stupore,
è superarsi,
attimo per attimo.
15 Aprile 2017
-
25 Aprile 2017
C'è una
manifestazione fino alla Piazza
e una chitarra che
galleggia sul copriletto blu
e tutti cerchiamo
una liberazione
da ciò che ci
opprime
da ciò che ci
sveglia la notte col sangue in fiamme,
e la rabbia nei
pugni, e la mancanza negli occhi,
da chi si impone
col calcio del fucile
o con la promessa
che domani ci sarà
spazio anche per
te,
dalle fughe senza
sconti, dai finali illogici,
dal passato e dal
futuro,
dall'ego e i suoi
castelli mentali
in cui rifugiarci
quando non sappiamo
più ascoltare,
da chi fa anche
dell'arte un centro commerciale
coi turni sette su
sette, le offerte a buon mercato
valide per chi
“tanto va bene tutto” che in fondo
basta vendere, e
il cuore se ne va a puttane.
Da chi ha deciso
che è giusta la povertà,
dalle finzioni che
servono solo a sminuirti,
da noi stessi
quando non ci riconosciamo più
ma poi lo sai che
non ti sei mai conosciuto:
hai tutto un
oceano da esplorare
tiranni da
affrontare
miliardi di vite
da condividere.
Senti il vento e
ti ci butti a capofitto.
25 Aprile 2017
-
La canzone di Minuccio
Ascoltate miei
Signori
il vostro umile
cantore
che si presta a
raccontarvi
d'una storia di
dolore
d'una dama
innamorata
che nel letto si
consuma,
la sua anima
ammalata
e nessuno trova
cura
Ecco ora quel che
disse
prima di mandarmi
a Voi
con gli occhi
semispenti
e una fiala in
mezzo ai denti:
Se proprio devo
morir d'amore
che ad amare ci
vuol coraggio
quel che mi manca
a chiamarti per nome
quel che mi resta
di questo Maggio
Se proprio voglio
morir d'amore
sia il sogno in
cui mi stringi forte,
re del mio cuore,
cuor del mio regno,
poi null'altro
chiederò alla mia sorte.
Questo è quanto
mi lasciò la sua
voce
che io vi portai
spezzate la sua
croce.
Maggio 2017
-
Poesia dei teatranti ostinati
Vibriamo sulla
scena in attesa
del miracolo che
spenga il vento
nero che ci ha
spinto dentro
con tutti i
desideri abbandonati,
teschi notturni
nelle sterpi,
e le speranze
tradite, baci cuciti.
Sentite come
sbatte la porta
alle nostre spalle
ogni volta
che un sorriso
viene ucciso?
Ogni volta che un
cuore crepa
di silenzio?
Allora i nostri
occhi si cercano
ripetendoci:
“Passa, passa, passerà!
Perchè questa è
la legge...”
Sforzando di
crederci, di correggere
la rotta del
vascello destinato
alla tempesta, di
diventare altri,
personaggi di
fuoco, eroi e pazienti,
combattenti con
artigli a estirpare
la peste annidata
nel petto
pronta a
sciogliersi in un canto
che vola via, e si
perde un palloncino
nel cielo, le
storie al di là
del tempo,
racconti di uomini
e fantasmi, a noi
uniti ora
in un solo corpo,
il corpo stesso
del teatro:
medicina,
farfalla, sogno trasparente.
Ci siamo capiti,
ci siamo amati,
torniamo fuori e
siamo il sole.
13 Maggio 2017
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