Il parto


La solitudine mi ha scolpito
a sua immagine e mancanza
e le connessioni risultano falsate,
complicate, denti serrati,
poi in un modo o nell'altro
giunge il momento del parto
il momento in cui il seme
che spari si materializza
se non vuoi friggere pezzo
per pezzo. Il travaglio
sarà una piazza dilaniata,
un rovistare nella spazzatura,
il delirio di quel che sfugge all'identità,
ma il bimbo con l'alfabeto stampato
sul corpo, è nuovo,
non ha colpa,
ha viso che si apre
e mani di girasole.
Quel che eredita rimane,
sintesi di un sentire
che diventa onda fresca
dopo il deserto.
E mi porta nel mondo
prima di me.
Ci guardiamo un po'
la somiglianza ci sorride
e in una corsa divergente
ognuno conquista la propria
rinnovata promessa di fertilità.


11 Giugno 2017

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