Poesie algerine


I.

Da una finestra sul mattino
placo le ansie,
i movimenti tellurici.
Rimango in ascolto
della casa che si sveglia,
gli animali di campagna,
i bambini già in strada,
il caffè che sale,
il sole che è il sole
e come il sole il pensiero
è un abbraccio.


Arbatache, 5 Aprile 2018


II.

Oggi è strano
Oggi è strano
Oggi è stragno
Oggi provo a nominarti
a ripeterti ad alta voce
come a catturarti con le zampe
e poi mangiarti, a materializzarti
e poi tenerti, a sapere che non può
mancarmi ciò che è, perchè sono
un predatore e sono seduto
su una pelle di montone
e tu sei lucertola
che mi cammina lungo la schiena
e insieme avremo una visione
e un deserto steso ai nostri piedi
e silenzi che rimbombano i petti,
la saliva la nostra pozione magica.
Oggi è strano
e imparo il potere dell'attesa.


Arbatache, 8 Aprile 2018


III.

Mio nuovo amico berbero,
vorrei avere poteri
che sappiano non tradurre
nemmeno più un pensiero,
figuriamoci un sentimento,
una fede, un'educazione,
figuriamoci di dover togliere
figure da un quadro, note
da uno spartito, baci da un amore,
parole da una poesia, preghiere
da una religione, e allora toglierei
il bello dell'incontro, dello scontro
tra misteri, convinzioni, continenti,
di uno spiegarci a vicenda
i nostri universi differenti
più o meno disciplinati
in un inglese ridotto a pezzi
fra un the e un dio che ha già
scritto ogni cosa, un altro che balbetta
a malapena, e allora ridere
di questi vortici, e aspettare
che il sogno venga a dissolvere
per cavalcare nello stesso deserto.


Arbatache, 10 Aprile 2018

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