Le mani che rompono il mare
e dopo non sai più resistergli,
diventi spazio fatto di onde
notturne, una sorpresa che sgretoli
le certezze infisse negli intenti.
È come trovarti davanti a un pianoforte
e le tue dita si fanno cadere
e ti lasci suonare.
Non siamo scogli,
quelli son fatti per appenderci le schiene,
contemplare l'attimo rigonfio,
fonderlo tra le nostre labbra umide
che si fondono. Animaletto bianco,
sfuggevole, racchiuso, vicino.
Parma, 29 Marzo 2018
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