Capirai


Capirai, è tutto un gran zoccoleggiare.
Pensavi mi salvassi? Sai, sono il primo
a darsi, circuitando le prestazioni, svilite,
svitate. Il piacere se viene è un attimo
e la strada per il sospirato annullamento
deviata, allora si continua a coltivare
la mancanza, quella di un cuore da accudire,
portarlo fuori a fare i bisogni. Fuori.
Dentro il brodo rimasto a bollire.

Capirai, il crollo del capitalismo
arriva tardi, eravamo già nati
rovinati, i segni palesi, l'esistenza
dell'altro solo un altro modo
per stringere la propria, a forza
di richieste dai pori slabbrati, le asimmetriche
voglie a offendere l'unico senso
buono del gesto, a fendere il niente
che gronda dalle bottiglie, dai polsi.

Capirai, il rifiuto, frutto della marcescenza
da vendere al più fragile offerente, ferito.
Ciò che viene poi (verso spezzato)
è autocensura, perlopiù.



Parma, 8 e 14-15 Agosto 2011

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