Respiro


"Prendi e lascia,
lasciamoci andare, agli eventi,
al vento, al suono, all'amore,
lasciamo andare ciò che non ci appartiene,
ciò che ci distrugge, che rugge contro,
è l'unico modo affinchè la magia accada,
affinché cadano le finzioni
e condividere gli spasimi di bellezza
perché salvarsi è salvare,
allora piegarsi solo al sorriso spaesante
di chi ha perso ogni cosa per vincere
chi lo condanna, allora combattere
lo stupido odio che sterilizza le persone
buone ormai all'ora dell'aperitivo
e poi capaci di sognare solo qualche moneta
in più per comprare per il gusto di comprare.
Ma cosa importa, quel che conta
è il movimento leggero, il fluttuare
del sangue che si fa cielo, viaggiare
per sapere e aumentare lo stupore,
abbracciarsi e ritrovarsi un po' più
piccoli, meno presi dal dolore,
sentire quanto il presente
sia ricco di doni e connessioni
tra atomi e universi pronti
a scambiarsi, a cambiare prospettiva
al proprio sguardo aperto all'incanto..."
questo diceva l'uomo seduto nella stanza
con una matita dentro il cuore,
la barba impigliata a un'ombra,
la finestra d'insetti spiaccicata,
e la ragazza di fronte dai capelli
danzanti, i bracciali orientali,
le mani che gli tenevano la testa,
non potè fare altro che iniziare
a credergli, a cedere le paure
in cambio di un respiro
che sapesse evaporare
in parole quali "Eccomi,
mi lascio andare, assomiglio
al mare, alle distese di neve,
ai primi baci, ai boschi
di montagna, ai partigiani,
ai campi di girasoli, ai silenzi
di un teatro, ai deserti
da attraversare, alle fate
e agl'infiniti voli, e creo
quel che vedo, e ti rileggo
in ogni pensiero rivolto
a dissolversi in canto,
e ora semplice ascolto
il mondo inciso nelle ossa,
annuso il sudore in cui nuotiamo
nuovi e antichi insieme,
mangio carne e fiori
dal piatto della tua bocca,
tocco il rilievo su cui scorrere
e le tue frenesie e stranezze
intraducibili e tocco me stessa,
la mia pelle viva, la voglia
di portarmi addosso la notte
e il giorno e quel che arriva
come vestiti che posso mettere
e dismettere, come un tatuaggio
ch'è un mistero ma è quel che sono
e quel che sono siamo, lasciandoci
andare al prossimo respiro"


Parma, 11 Giugno 2018

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