Mani e rughe


Si presero a manate sul petto
e non fu facile, nessuno disse
lo sarebbe stato, si presero
per quel ch'erano, un po'
invischiati in labirinti
febbrili, svolte di ghiaccio.
Non tutto sarebbe stato comprensibile,
non di primo impatto, chi disse
lo sarebbe stato? E si presero
a domande e a silenzi,
e si presero per il collo
forse a stringerlo, forse a baciarlo,
si presero e videro quanto buio
ci puó essere in fondo al fuoco
ma poi la paura era solo un altro
modo di mettersi alla prova,
di provare quanto dura la durezza
prima d'una sola carezza ai confini
della notte che dissolva
ogni singola ostruzione
tra la sorgente e il mare.
Un buco da riempire
con un po' d'amore
è quel che si chiedono
e ce n'è a riempire distanze,
stanze in cui consumarsi solitari,
impegni, disimpegni, inganni
del tempo, storie su cui navigare,
fragilità da custodire, forze
inaspettate, mani di anziani
incollate al destino
che si sono creati con fatica
e desiderio di portarsi oltre.
Si presero e si lasciarono,
tornarono più pesanti,
più leggeri, più veri,
più vicini. Nessuno disse niente,
nessuno aggiunse altro,
solo fogli, gesti folli,
mani e rughe da seguire.


Parma, 6 Giugno 2018

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