Reykjavìk


Tutto il freddo in cui mi ricucio
indurisce i panorami, le mani
osservano gli spasmi e danno
il colpo di grazia, la coltre
di nebbia soffoca l'elfo
incarnato nella città. A volte
il vulcano ibernato da lontano
fa sentire i suoi sbuffi
e le vene solforose fibrillano
-non vogliono stare al loro posto!-,
così mi sovviene che ho cominciato
a perderti, perdermi, a perdere il gioco
tra noi due, quando ho lasciato
che vincessero le insicurezze
su tutto l'amore boreale
che ci avvolge in atmosfera,
dentro i nostri occhi violacei
ruotati come pianeti in eclissi,
e oltre quelli, sei fuoco nell'idea.


Parma, 22 Gennaio 2018





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