Il sole


Volano le mani all'innafferrabile
ché tutti gli occhi, i suoi, passati davanti
hanno scavato fino a quest'ultima
astinenza. Non si chiama Amore
quando la speranza in una rinascita
migliore è maschera di un altro
Inferno: sinapsi e battiti inchiodati
a rocce verticali e il sole
da luce e generatore di linfa
a marchingegno che avvelena
e prosciuga il sangue arroventato.
Allora conosci l'eclissi
ma sei monco e non l'applichi
sei tossico e spasimi
sei in balia della bufera
sei l'insonnia e l'emicrania
sei l'orecchio che ascolta tutto
e lo stomaco che si stringe
le sei di fronte
e deponi l'arma ai suoi piedi.
Vuoi un finale che ti renda
la disillusione, il cielo terso,
e nuoti nell'inchiostro.


Parma, 23 Giugno 2013

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