Anello del Ventasso


Della bellezza, che non è mai troppa
anche quando mi buca gli occhi
che è l'unico modo che ha per salvarmi
dagli abissi. Giochi di ombre e luci
fra abeti bianchi e grandi faggi,
odori silvestri che dico: non si possono
"fotografare" anche questi?, spiazzi
nel bosco che spazzano la ragione
e gocciolo, e sale una fottuta voglia
di condividere ancora col fantasma
appiccicato alle ossa come resina,
il sublime e il selvaggio; e cosí è ogni
volta che provo sensazioni estreme.
(Anche se sei assente, ti arriverà
come punta di spillo nella fronte.)
Continuo a salire, sentieri ruvidi
che si buttano sul lato aspro,
miriadi d'insetti a far d'aureola:
avessi capelli, questo lieve vento
d'un lucido pomeriggio di Luglio
avrei già superato il Cristo trasfigurato,
che a proposito, passando in automobile
davanti a una chiesetta, poco prima,
la Madonna aveva le fattezze di un Budda
e in braccio il bimbo, ho scelto
di sorridere compiaciuto.
Insomma, nel quaderno sulla vetta
ho scritto: Paradiso.
Cosí trascinato da energie sacre
mi siedo a torso nudo, scalzo,
su un prato dolce giú dal crinale,
inizio la mia preghiera universale,
due farfalle alle mie spalle s'accoppiano,
finisco, non me ne accorgo e butto
il mio zaino sul loro stelo d'erba.
Merda. Vita, morte: restano avvitate
l'una all'altra in un ballo d'amorte...
non si staccano. Che significa?
Il solito dramma shakesperiano.
Con una sventolata d'asciugamano
provo a liberarle: ecco. Staccate.
Chi credevo viva con le ali piú rosse,
è morta, l'altra moribonda. Merda.
Cerco di perdonarmi e vado giù,
un'altra estasi, un altro spirito del bosco,
un faggio dalle mille mani intrecciato
ai suoi servili vicini, il sole ingoiato,
i raggi ragnatele appese.
Ringrazio. Il lago vibra
e s'innamora di sè, i pescatori lì
dal mattino lanciano qualche urlo
forse a contrastare la proverbiale
mutezza dei pesci, le campane
attaccate alle mucche si avvicinano
ch'entrano a mezza gamba in acqua,
la famigliola sul ponte le guarda,
le bestie si abbeverano e cagano,
fantastici spruzzi, il cane abbaia felice.
Supero la bucolica scena, mi metto
al quieto pascolo, mi metto al passo
fino alla sospirata prima sigaretta.


Parma, 5 Luglio 2017

Nessun commento: