Sotto la rete di nebbia
in metallo, disossati occhi.
Passeggeri ciechi d'un'alba
d'amore in siccità -così
assente la sorgente sanguigna!-,
sì la città proceda gli usuali
suoi fischi per niente fiacchi.
Croci stilizzate sospese su
tram-atizzati vortici...
tentativi di scompisciarle:
strobospecchi e labirinti al neon;
Puk, il folletto evaso di telefono;
overdose d'intralci televisivi;
parole esploste come strazi:
il cuore negli atomi di Dalì.
Prima che il treno parta
mai più si riperda al peso
di attimi piombati, se vero fosse
tutto in concorso per l'oblio.
Milano -> Parma, 14 Gennaio 2011
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